Capitolo 15

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Non so per quanto tempo io e Marshall rimanemmo abbracciati in silenzio.

Nessuno dei due osava proferire parola.

Forse per non rovinare il momento.

O forse perchè nessuno dei due aveva la necessità di dire qualcosa.

Ad entrambi serviva quel silenzio.

Serviva per mettere a tacere il caos che avevamo in testa.

Forse era per questo che eravamo attratti l'uno dall'altro.

Perché eravamo molto simili.

Comunque dopo poco lo squillò del mio telefono ci fece tornare alla realtà ed era Audrey che mi avvisava di essere tornata a casa e che avrei potuto raggiungerla appena avrei potuto.

Così chiesi a Marshall di accompagnarmi e lui non esitò ad accettare.

Durante il tragitto continuammo a rimanere in quel silenzio quasi religioso.

Come se ci fossimo inghiottiti la lingua.

Una volta arrivati lo ringraziai per quel pomeriggio stupendo e lo salutai con un bacio sulla guancia.

Quella serata con la mia migliore amica mi ci voleva proprio.

Credo che se non avessi avuto Marshall e Audrey sarei impazzita.

Le raccontai tutto a partire da mia madre fino a ciò che stava succedendo tra me e Marshall.

Mentre lei mi raccontò della sua storia con Future.

Rimasi incantata ad ascoltare tutte le smancerie che facevano.

É così bello l'amore..

Finimmo poi a fare delle maschere viso e a fare un concerto improvvisato nella sua stanzetta delle canzoni di Madonna.

Quella giornata era cominciata nel peggiore dei modi ma pian piano aveva preso una piega completamente diversa.

Il giorno dopo Marshall mi aveva invitata ad andare ad una festa e ci sarebbero stati anche Future e Audrey e ovviamente accettai.

Così mi misi un paio di pantaloni più eleganti e sopra un top con un giaccone.

Iniziava a fare davvero molto freddo.

Stava arrivando l'inverno e a Detroit faceva davvero freddo durante quel periodo dell'anno.

Mi truccai un pò, sistemai i capelli e scesi.

Vidi i miei che guardavano la tv e mi avviai verso la porta.

Feci per aprirla ma era chiusa a chiave, perciò aprì la borsa per prendere il mio mazzo di chiavi ma non lo trovai.

«cercavi queste» disse mia mamma sventolandomele davanti

«perchè hai le mie chiavi»

«da oggi in poi le regole cambiano non lavorerai solo la mattina ma farai anche i turni pomeridiani fino alle 17, poi tornerai a casa ti cambierai e andrai agli allenamenti, dopo di chè subito a casa doccia, cena e subito a letto...potrai uscire solo il fine settimana»

Che cosa ha appena detto?

«stai scherzando vero?» dissi quasi ridendo per il nervoso

«no tesoro tua madre non scherza...stai prendendo una brutta strada in questo periodo ed il nostro compito di genitori è quello di riportarti sulla retta via» ci raggiunse mio padre

Ditemi che è un incubo e che presto mi risveglierò.

«sentite ho 19 anni gestisco lavoro, amici e danza da più di un anno so quello che devo fare» dissi cercando di mantenere la calma

«stai parlando un pò troppo signorina ora vai a dormire» disse con quello sguardo da vipera

Li sorpassai e mi diressi verso la mia stanza ma prima «sapete che c'è? sono stanca di questa vita che VOI mi avete organizzato...io non sono come voi, anzi sapete cosa? mi troverò una casa tutta mia ed un altro lavoro e a quel punto qui dentro non ci metterò più piede e mamma» dissi osservandola «agli allenamenti non ci andrò più, mi dispiace ma non voglio diventare una ballerina» le sputai addosso per poi correre in camera.

Mi chiusi a chiave e andai a prendermi una sigaretta dal pacco di riserva.

Mi misi vicino alla finestra e la accesi.

Non riuscì a frenare le lacrime che solcarono il mio viso rovinando tutto il trucco.

Poi mi arrivò un messaggio

"stai venendo?" era Marshall

"i miei mi hanno chiusa in casa non credo che verrò"

"allora vuol dire che non andrò neanche io e che mi arrampicherò alla tua finestra per stare con te"

"preferisci stare qui con me piuttosto che andare a divertirti ad una festa?"

"certo, sei meglio tu"

Non feci a meno di sorridere.

Marshall ormai mi faceva quell'effetto.

Mi stavo innamorando di lui.

E questa cosa mi faceva paura.

Dopo pochi minuti mi scrisse di stare fuori, così alzai la tapparella e lo feci entrare cercando di fare il meno rumore possibile.

«dobbiamo parlare a bassa voce, se ci scoprono sono nei guai» sussurrai

«va bene» disse per poi darmi un bacio sulla guancia

Ci stendemmo sul letto uno accanto all'altro fissando il soffitto.

«vogliono sfrattarci da quel baraccone in cui abitiamo» disse lui

«ed ora come farete» chiesi voltandomi verso di lui

«mia mamma ha deciso di prostituirsi per guadagnare più soldi...io un lavoro ce l'ho già ma prendo il minimo»

«quanto prendi?»

«5 dollari l'ora »

«mi dispiace Em» dissi accarezzandogli il braccio «sai in gioielleria ho un sacco di roba vecchia che ormai non compra più nessuno, potremmo venderla e farci un pò di soldi» proposi

«Mad hai già i tuoi problemi non voglio appesantirti anche con i miei» disse voltandosi verso di me

«tu non mi appesantisci...sei l'unico che riesce a farmi sconnettere il cervello» gli sorrisi

«sei bellissima Mad» disse guardandomi negli occhi

Sentì le guance avvamparmi ed un'improvvisa voglia di baciarlo si fece possesso del mio corpo.

Ci avvicinammo l'uno all'altro tanto da far sfiorare i nostri nasi

«vorrei baciarti in questo momento» disse e sentì una strana sensazione nel basso ventre

«e perchè non lo fai»

Non se lo fece ripetere due volte e così, dopo una lunga attesa, le nostre labbra si toccarono e le nostre lingua iniziarono a fare una strada danza tra di loro.

Dopo poco ci staccammo per riprendere fiato e posai la mia fronte sulla sua.

«rimani qui stanotte...mi sento al sicuro con te» dissi per poi mettermi sotto le coperte.

Lui fece la stessa cosa e mi fece rannicchiare tra le sue braccia.

«sei la cosa più preziosa che ho Mad, e di proteggerò con le unghie e con i denti da tutto e tutti» disse lasciandomi un delicato bacio sulla nuca.

Lo abbracciai ancora più forte e con un sorriso stampato sul volto mi addormentai.

From differents sides- Marshall MathersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora