Capitolo 14

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Non riuscivo a mettere a tacere la sua voce nella testa.

Quella maledetta voce che continuava a ripetermi mi hai delusa

Così scrissi ad Audrey per sapere se fosse a casa ma era ancora a lavoro.

Volevo uscire da quella casa ma non sapevo dove andare.

Poi come se fosse un segno del destino il mio telefono squillò.

Era Marshall.

"piccola peste ti va di vederci?"

Credevo avesse dei radar. Altrimenti non si spiegava.

"ho proprio bisogno di uscire da questa casa quindi va benissimo" risposi

"ti passo a prendere io?"

Decisi di accettare. In casa non c'era nessuno e nessuno mi avrebbe vista con lui.

Mi andai a lavare la faccia e a rendermi un pò più decente.

Anche se quella mattina avevo fatto una doccia completa e mi ero sistemata, la litigata con mia mamma mi aveva totalmente distrutta e, a quanto pare, non solo mentalmente ma anche fisicamente.

Dopo pochi minuti Marshall mi avvisò che era giù, così lo raggiunsi salendo in macchina come una latitante per la paura che mi vedesse qualcuno.

«presto allontanati da qui» furono le mie prime parole dopo essere entrata in macchina

«ciao anche a te Mad» disse ridacchiando per poi sfrecciare via da lì

«scusami non ti ho nemmeno salutato...è che ho avuto già una brutta lite con mia mamma questa mattina e non voglio vederla, poi se mi vedesse salire in macchina con te andrebbe su tutte le furie» spiegai

«tranquilla, ti va di parlarne» chiese

«ora no...non voglio pensarci , ci sei tu qui adesso e questo è l'importante» dissi sorridendogli

Lui si voltò verso di me sorridendomi per poi tornare a prestare la sua attenzione alla strada.

«dove mi porti?» chiesi

«è una sorpresa» disse con un ghigno sul volto

Continuò a guidare per 10 minuti finchè non si fermò davanti ad una casa abbandonata

«non vuoi mettere fuoco anche a questa vero?» chiesi facendolo ridacchiare

«no tranquilla...seguimi non te ne pentirai» disse scendendo dall'auto

Così feci anche io camminando dietro di lui.

La casa era parecchio messa male, le pareti stavano cadendo a pezzi.

E per terra era pieno di mattoni, preservativi utilizzati e spazzatura

«non ti spaventare, giuro che c'è qualcosa di bello qui» disse accorgendosi della mia espressione

Salimmo delle scale e ci trovammo davanti una porta .

Lui mi si avvicinò «chiudi gli occhi» disse ed io annuì.

Chiusi gli occhi e lo sentì aprire la porta per poi posizionarsi dietro di me e posare le mani sui miei fianchi facendomi venire brividi ovunque.

«cammina dritta, tranquilla ci sono io qui» mi sussurrò all'orecchio con quella voce così sensuale e delicata che mi provocava un senso di sicurezza.

Camminai finchè lui non mi disse di bloccarmi «ok ora apri gli occhi»

Così feci e mi ritrovai su un terrazzo dal quale si vedeva tutta Detroit.

Rimasi esterrefatta da quel panorama meraviglioso.

«ti piace?» mi chiese osservandomi

«Em è stupendo...come hai fatto a trovare questo posto» chiesi guardandolo negli occhi

«dopo lavoro sono tornato a casa e ho trovato mia mamma buttata sul divano strafatta...dopo averla aiutata avevo bisogno di andare via da lì, così ho portato Lily dai vicini e sono corso via. Mi sono trovato qui davanti per caso e ho deciso di entrare, appena ho visto questo panorama ho pensato a te» disse facendomi sorridere

Il mio sguardo si posò poi sulle mie scarpe «ho deciso di lasciare danza» sputai fuori come una cosa che stavo trattenendo da troppo tempo e che mi stava logorando dentro

«l'hai detto a tua mamma?» chiese

«no ma tanto anche facendo ciò che vuole lei l'ho delusa tanto vale fare ciò che voglio io» dissi continuando ad osservare le mie scarpe

«che vuoi dire?» disse sedendosi per terra e così feci anche io

Rimasi qualche secondo in silenzio

«Mad puoi dirmi qualsiasi cosa io non ti giudicherò mai» disse posando la mano sulla mia schiena e accarezzandola delicatamente.

Così feci un profondo respiro e gli raccontai della lite avuta stamattina e lui rimase attento ad ascoltare ogni singola parola.

«lei ha il pieno controllo della mia vita e sono stufa di questo» disse sentendo delle lacrime solcarmi il viso

Lui mi prese il viso delicatamente facendomi voltare verso di lui e col pollice le scacciò via.

«non piangere, con tutto il rispetto non merita le tue lacrime...dovrebbe solo capire che è stata fortunata ad avere una figlia come te Mad»

«non sono perfetta...sono un disastro, anche facendo ciò che vuole lei da quando sono nata non riesco a soddisfare i suoi canoni di figlia perfetta» dissi

«nessuno è perfetto...guarda me voglio fare il rapper ma non sono nero, ognuno di noi è perfetto a modo proprio e tu lo sei» disse accennandomi un sorriso

Rimasi ferma a guardarlo per un tempo indeterminato.

Ci guardavamo l'uno negli occhi dell'altro e sembrava che nessuno dei due volesse smettere.

«vieni qui» disse poi lui aprendo le braccia, dentro cui mi fiondai.

Mi strinse a se dandomi dei baci sulla nuca mentre io respiravo a pieno il profumo che emanava la sua felpa.

Solo in quel momento riuscì a sentirmi a casa. 




SPAZIO AUTRICE

Ciao ragaa scusatemi tanto per l'attesa ma con la scuola ho veramente poco tempo per scrivere 

spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di riuscire a postare il prossimo il più presto possibile

un bacioo

From differents sides- Marshall MathersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora