Capitolo 25: l'ultimo Silmaril e il tradimento di glorfindel

35 0 0
                                    

Arrivati ai confini di Dol Guldur, il gruppo avvertì subito la corruzione e l'oscurità che pervadevano l'antica fortezza. Le radici degli alberi sembravano contorte, e un'aria stantia e opprimente permeava il terreno. Radagast, con la sua connessione alla natura, mormorò parole di protezione, mentre Galadriel usò la sua luce interiore per guidare i loro passi attraverso i corridoi in rovina.

Finalmente, giunsero alla cripta segreta di Thingol. La tomba era nascosta in profondità, scavata dai Nani sotto le rovine, circondata da un'atmosfera di quiete innaturale. Erindehl e i suoi compagni si addentrarono in una vasta sala sotterranea, dove un antico altare in pietra nera si ergeva al centro. Nella statua incastonato in una corona di antichi simboli, Erindehl la prima volta non ci aveva fatto caso, giaceva il Silmaril, brillante come il sole e le stelle fuse insieme.

Ma non appena Erindehl si avvicinò al Silmaril, un gelido vento attraversò la sala, e dalle ombre emersero due figure eteree. I fantasmi di Thingol e Maedhros, legati ancora al destino del gioiello, apparvero, i loro volti segnati dal dolore e dal rimorso. Thingol, con il suo manto regale e il suo sguardo fiero, fissò Erindehl, mentre Maedhros, consumato dalla colpa, si avvicinò lentamente.

"Chi osa disturbare la mia tomba?" chiese Thingol, la sua voce risuonando come un eco antico, carica di tristezza e autorità. "Questo Silmaril non appartiene più a nessuno."

"Non cerco di possederlo," rispose Erindehl con reverenza. "Sono venuta per riportarlo alla luce, lontano dall'oscurità e dal male che ancora cerca di reclamare questo mondo."

Maedhros, il figlio tormentato di Fëanor, parlò allora. "Questo gioiello ha portato distruzione e dolore. Vuoi davvero portarlo nel mondo, sapendo che il suo potere attira la rovina?"

Lui vide che Erindehl aveva lo stesso sguardo di suo padre e i lineamenti di suo zio Fingolfin.

Galadriel fece un passo avanti, la sua presenza luminosa spezzò l'oscurità che avvolgeva i due spettri. "Non temiamo il suo potere," disse con voce ferma. "È destinato a illuminare le terre e proteggere la libertà di tutti. Non sarà un'arma di avidità e disperazione, ma di speranza."

Proprio in quel momento, la sala cominciò a tremare. Le antiche forze di Dol Guldur, allertate dalla presenza degli eroi e dal potere del Silmaril, si risvegliarono. Creature d'ombra, spiriti maligni e mostri sotterranei, si lanciarono all'attacco. La cripta si trasformò in un campo di battaglia, dove Radagast usò la sua magia per comandare le radici degli alberi contro i nemici, mentre Thranduil e Glorfindel combattevano con spade scintillanti, fendendo l'aria e distruggendo le creature con un'incredibile maestria.

Elrond, impugnando la sua spada Hadhafang, combatteva con precisione letale, mentre Galadriel si ergeva come un faro di luce, usando il suo potere per respingere le ombre che tentavano di avvolgere il Silmaril. Ma anche con la loro forza combinata, le forze del male erano troppo numerose.

In mezzo alla battaglia, Maedhros, il cui spirito era stato tormentato per eoni, prese una decisione. "Non possiamo lasciare che l'oscurità vinca," disse. Con un urlo di dolore e determinazione, il suo fantasma si scagliò contro le forze oscure, immolandosi per creare una distrazione. Anche Thingol, con una solennità regale, si unì a lui.

Li sconfissero e i due furono finalmente liberi di andare nelle Aule di Mandos.

Maedhros guardò un'ultima volta Erindehl e sorrise debolmente.

Alla fine, con la protezione dei due spiriti e il coraggio dei loro compagni, Erindehl riuscì ad afferrare il Silmaril. La sua luce splendente riempì la cripta, dissipando le ultime ombre e purificando il luogo da ogni male residuo.

Erindehl, con il Silmaril stretto tra le mani, si girò verso i suoi compagni. "Il loro sacrificio non sarà vano," disse. "Questo gioiello non deve più essere causa di conflitto e rovina."
....

My Immortal (Legolas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora