(21+)Capitolo 31: cuore diviso

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Le parole di Aragorn le avevano dato una nuova vitalità è  decise di affrontare di nuovo Morgoth quella notte nel sogno.

"Ti tremano ancora le mani, Erindehl?" disse con una voce che sembrava vibrare nelle profondità del suo petto. "Perché mi temi? O forse, hai paura di ciò che hai provato l'ultima volta?"

Si avvicinò a lei, lento, con la sicurezza di un predatore. Erindehl sentì l’istinto ribellarsi, il desiderio di allontanarsi da quella presenza oscura, ma il suo corpo non obbediva. Morgoth continuava a parlare, provocandola senza pietà. "Non mentire a te stessa. Hai desiderato ogni singolo momento."

Le parole la colpirono come lame, e prima che potesse fermarsi, la mano di Erindehl scattò, colpendo Morgoth con un ceffone sul viso. Il suono dello schiaffo riempì l’aria, ma invece di provocare rabbia, il sorriso di Morgoth si allargò, diventando ancora più inquietante. Lei fece un passo indietro, spaventata da ciò che aveva fatto.

In un attimo, Morgoth la prese per il collo, la sua presa forte e decisa, ma non soffocante. La sbatté contro il muro con una forza che fece tremare la pietra intorno a loro. Il suo respiro era caldo e minaccioso, il suo sguardo un fuoco oscuro che bruciava di rabbia e desiderio. "Mi hai colpito, piccola mortale?" ringhiò, la sua voce graffiando l’aria. "Mi fai impazzire. Mi distruggi con quella tua ribellione, ma più resisti, più mi attiri."

Erindehl cercò di divincolarsi, ma Morgoth la schiacciò con il suo corpo contro il muro. Le sue mani scorrevano sul suo collo, sui suoi polsi, come catene invisibili che la legavano a lui. "Non puoi sfuggirmi, Erindehl. Sei mia. Ogni graffio che mi hai inflitto, ogni sguardo di odio che mi hai lanciato... tutto ti lega sempre di più a me."

Poi, con un movimento brutale, la girò, premendola contro il muro, il suo respiro caldo sul suo orecchio. "Non combattermi," sussurrò, la sua voce un misto di desiderio e crudeltà. "Vorrei distruggerti, e vorrei prenderti qui, ora, schiacciandoti contro questa pietra fino a quando il tuo corpo non urlerà per me."

Le sue mani, questa volta più lente e deliberate, cominciarono a scorrere sul corpo di Erindehl, esplorando la sua pelle con un tocco crudele. Ogni carezza era una sfida, un promemoria del suo dominio su di lei. "Dimmi, Erindehl," ringhiò, premendo il suo corpo contro di lei, "quanto ti piace? Quanto vorresti che io ti possedessi, qui, adesso? Confessalo."

Erindehl lottava con se stessa, il suo cuore diviso tra la rabbia, il dolore per la sua stirpe distrutta da Morgoth, e l’oscura attrazione che non riusciva a respingere.

eppure c'era qualcosa di innegabile in quell'oscurità, qualcosa che la trascinava più a fondo, come se fosse in trappola.

Morgoth, sentendo il conflitto dentro di lei, ridacchiò piano. "Sei mia droga, Erindehl. Il tuo odio, la tua resistenza, mi consumano. Ma più resisti, più ti desidero. E tu non puoi nascondere il fatto che anche tu mi desideri."

Poi, con una violenza controllata, la prese per i capelli, tirandola leggermente indietro mentre le labbra si avvicinavano al suo orecchio. "Siamo legati, tu ed io. Non c’è fuga, né per te né per me."

Morgoth la teneva saldamente contro il muro, i suoi occhi fissi su di lei, scavando oltre la paura e la rabbia, cercando quella parte nascosta che, ne era certo, stava solo aspettando di essere liberata. Il suo sorriso divenne ancora più perverso, un'espressione di pura malizia mentre le sue dita risalivano lentamente dalla sua vita, tracciando una linea sulla sua pelle come se stesse già plasmando il suo destino oscuro.

"Erindehl," sussurrò, con una voce così bassa da sembrare il mormorio di una tempesta in arrivo, "smetti di lottare contro ciò che sei. Con me, non devi fingere. Non devi nascondere la tua vera natura. Io vedo in te ciò che Legolas non potrà mai comprendere... con lui, sei costretta a mantenere quella facciata di purezza, di luce"

My Immortal (Legolas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora