Capitolo 35: Dobbiamo prepararci

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Anita's pov

Un rumore assordante irrompe nelle mie orecchie.
Ma che cazz?
Mi volto in direzione del suono sempre stando seduta sullo sgabello del piano.

Davanti a me un Mika con gli occhi aperti al massimo, in mano un bouquet di fiori e in un'altra mano una busta gigante.
Non passava dalla porta con tutta quella roba ahahah, ecco perchè il casino di prima.
Inizio a ridere.

"Ci siamo svegliati di buon umore eh?" esordisce lui. Si avvicina al mio viso e stampa un lungo bacio sulla mia fronte. Poi mi passa la busta e i fiori "per te" afferma con un sorrisone stampato sul viso.
Mi sembra un bambino e mi fa impazzire. Con le sue fossette, le mani che si torturano a vicenda per l'ansia del momento...non potrei amarlo di piú.

Apro il pacchetto.

"Dio Michael hanno un odoro fantastico!"
Dentro vi sono dolcetti e cornetti dal profumo delizioso.

"Ti volevo svegliare con questi ma vabbe!" Si passa una mano tra i capelli. Sono piuttosto disordinati, e capiamoci, Mika è l'unica persona sulla terra a cui anche i capelli scompigliati stanno bene.

"Grazie amore mio" Mi alzo in piedi e porto la mano sul suo viso, facendola scorrere prima sulle sue labbra, poi tra i capelli e sulla nuca. So che gli piace quando lo faccio.
Lui chiude gli occhi e quasi percepisco l'armonia di questo momento.
Poi dalla nuca spingo il suo viso contro il mio e poso le labbra sulle sue. È un bacio romantico, uno come quelli dei film romantici americani ma molto, molto piú intenso.

"Stavi cantando la mia canzone?"
Chiede lui con un briciolo di imbarazzo una volta concluso il momento.

"Si..." Gli lancio uno sguardo ammiccante "Di cosa parla?"

Lui arrossisce all'istante.

"Ehm..."

Mi riavvicino al suo volto parlandogli ad un orecchio.

"Sappi che ho studiato francese e quel testo è parecchio eloquente"

Porto la mia fronte contro la sua e lo fisso negli occhi. Poi alzo le sopracciglia in modo che lui capisca.

"Ne ho scritto un altro pezzo, vuoi sentire?" uno la voce piú pacata che ho.

"...si" è pietrificato. Ha le guancie rosse ed è tenerissimo.

Siedo allo sgabello del piano e canto ciò che ho scritto.

"Ah beh non è che il tuo pezzo sia meno eloquente del mio eh!"
Scoppio in una risata fragorosa.

"Hai ragione"

"Sei bravissima" usa la sua voce dolcissima e io arrossisco. Quanto ti posso amare?

"Ehi devo tornare ad x factor, stanotte avrei dovuto dormire lí, si chiederanno dove sono"

"Giá, dai ti porto io"

Afferro la sua mano e scendiamo di sotto per poi salire in macchina. Guardando dal finestrino, intorno a noi il cielo è grigio scuro, persino da dentro la macchina riesco a percepire l'arrivo della pioggia.

Arriviamo all'edificio di x factor e Mika si ferma come al solito dieci metri prima per lasciarmi scendere.
Cerco di fargli capire che ci sarò sempre per lui, che quello successo ieri sera è stato magico.
Putroppo però, non sono mai stata brava con le parole, per questo lo bacio con passione e gli rivolgo uno sguardo eloquente.
Si Mika, grazie dei fiori, dei dolci. Grazie per aver stravolto la mia vita fin troppo monotona.

Scendo dalla macchina.
L'edificio di x factor è piuttosto ampio. Al piano di sopra vi sono le nostre stanze, sotto, dove mi trovo io, c'è un'entrata principale con atrio, un lungo corridoio e scale che conducono le persone di sopra.
È proprio dall'atrio che vedo una figura correre verso di me.

"Anita, grazie al cielo sei qui!"

"Simona!?" Si dev'essere preoccupata per ieri sera.
È accompagnata da due tizi in giacca e cravatta: uno smilzo, alto e...fragile, si potrebbe rompere cadendo. L'altro l'opposto: grasso che fuoriesce dalla cinta, basso, tarchiato.
Formano un trio buffo.
Simona ha i capelli scompigliati e il rossetto sbafato lungo il viso. Gli occhi stanchi ma vispi.
Stringe le mani intorno alle mie spalle, tastandomi, quasi per realizzare il fatto di essere qui davanti a lei.

"Dove eri finita?" Risulta piú come una domanda d'obbligo, non mi dá il tempo di rispondere (e menomale perchè non avrei saputo che rispondere)

"Dobbiamo lavorare all'inedito!"
Senza che io possa dire qualcosa, aggancia la mano al mio braccio e mi porta via in sala prove.

Dobbiamo prepararci alla semifinale.

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