Chapter seven.

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Kushin, Palazzo Furukyuden, 3 Gennaio. Ore, 9:30

La piccola Nazione insulare di Harenokuni, si estendeva per circa 110,340 km² nel Mare del Giappone, e distava pressoché 586 miglia dalla costa nord - orientale dello Stato nipponico, raggiungibile tranquillamente con un volo di linea della durata minima di due ore scarse di percorrenza.

Dal punto di vista morfologico, Harenokuni presentava un territorio prevalentemente montuoso grazie alla catena dell'imponente massiccio del Sanyaku, che si estendeva da nord per tutta la costa settentrionale della penisola, fino ad arrivare quasi a sud.
Nella sua parte più occidentale, al contrario, il suolo si mostrava più collinare e pianeggiante, con un clima decisamente più mite e inverni molto meno rigidi in contrasto al resto dell'intera Nazione.

Il Paese si componeva di sette grandi stati che dipendevano unicamente dal cuore pulsante di Kushin, ma ciascuna federazione era guidata sapientemente da un Governatore regolarmente eletto dal popolo tramite votazione pubbliche.

La Senatrice Akemi Kobayashi e parte della sua "brigata", avrebbero dovuto imbarcarsi in un lungo viaggio fatto di tappe e comizi attraversando ogni luogo e regione che costituiva la loro amata Nazione.

Quella mattina, infatti, lo staff stava gettando le basi per il percorso più appropriato che avrebbero intrapreso a partire dalla settimana successiva, fino alla fine della campagna elettorale, che avrebbe avuto luogo tra settembre e ottobre, pochi giorni prima delle votazioni ufficiali per decretare il nuovo Primo Ministro.

Restavano ancora diversi tragitti da scandagliare tutti quanti insieme prima della partenza, ma c'era chi aveva le idee chiare e non transigeva nessuna possibile alternativa.

«Andremo in ordine per indice di gradimento.»
Rin era più che convinta del suo piano: iniziare dagli stati più restii alla Senatrice Kobayashi, per poi concludere con coloro che le avevano sempre mostrato tutto l'appoggio possibile.
Prima il lavoro sporco, poi la boccata d'aria fresca, in sostanza.

Shoto e Katsuki confrontarono la lista redatta sapientemente da Ishida, con i luoghi e il loro relativo apprezzamento politico segnalato a fianco, mostrandosi successivamente piuttosto scettici: «Ma Rin... - osò intervenire il primo, sgranando incredulo gli occhi sulla cartina - Ne sei proprio sicura? Potremmo impiegarci più del dovuto...»

Dalla sua lontana scrivania, Rin non mostrò alcun dubbio sulle proprie idee o propositi circa l'incombente viaggio che avrebbe coinvolto lei, Akemi, Shoto e quello stronzo di Katsuki, «È l'opzione più sensata.», replicò con assoluta fermezza.

«No. È la più stupida.»

Katsuki era allibito da un ragionamento tanto assurdo: come poteva pretendere di saltare da un punto all'altro del paese come niente fosse? Guidare da nord a sud, per poi andare a est e il giorno dopo a ovest, completamente dall'altra parte. Era pura follia!

«Bakugo, che palle! - sbuffò, e lo incenerì con una sbirciata di palese disgusto - Hai paura di guidare troppo? Anzi, potremmo addirittura prendere un autista così te ne stai a casa e non rompi i coglioni!»

«Questo non è possibile. Mi spiace per te.», la smentì lui, come faceva sempre.

Il loro rapporto non era mutato. Anzi, era drasticamente peggiorato.

Se da una parte Katsuki aveva riposto la fantomatica ascia di guerra nella propria fondina rinunciando definitivamente al conflitto per mancanza di astio, lo stesso non si poteva dire di Rin.
Lei affilava giorno per giorno la sua spada tagliente senza mai accennare a una conciliazione nei confronti dell'altro, ma più passavano i giorni, più la sete di totale soppressione nei confronti di quel bastardo troppo furbo cresceva, fino a raggiungere il limite massimo di sopportazione.

𝑩𝒐𝒅𝒚𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora