Quartiere Jōjintei, residenza Akemi.
Giovedì 5 Novembre. Ore, 8:25.
«Ma buongiorno ragazzi! E buon primo giorno di lavoro! Pronti per l'inizio ufficiale del vostro incarico?»
Quell'ampio sorriso delineato da un bellissimo rossetto borgogna scuro, avrebbe davvero sancito la pace tra Nazioni logorate da un conflitto che perdurava da centinaia di anni.
Questa era Akemi.
E questo, fu ciò che pensarono Shoto e Katsuki quando lei spalancò il portone di casa sua per uscire e recarsi a lavoro, scortata dalle nuove guardie del corpo sempre vigili e tirate a lucido.
«Buongiorno Akemi!», cantarono in coro i due ragazzi con le guanciotte tirate all'insù, felici di ricambiare l'entusiasmo mattutino della loro nuova datrice.
«Prego.»
Aprirono un varco tra loro nel quale la Senatrice vi passò attraverso, bloccandosi davanti alla portiera sul retro prontamente aperta da Katsuki.
«Grazie Katsuki.» e le regalò un occhiolino colmo di riconoscenza, che fece precipitare il capo del giovane verso l'asfalto, allo scopo di nascondere con molta probabilità, un improvviso arrossamento delle gote.
Eh sì. Akemi era bella.
Affascinante, elegante e intelligente.
Cazzo. Tutto ciò che Katsuki da sempre cercava in una donna, e Akemi, superava di gran lunga ogni sua aspettativa coinvolgente riscontrabile nel genere femminile.
Ma sapeva che tale fantasia si sarebbe limitata a un esclusivo "piacere per gli occhi", poiché lui aveva gettato da tempo la chiave di quel pesante lucchetto che sigillava con tenacia i preziosi brandelli di quello che, un tempo lontano, era il suo cuore romantico.
Non ci credeva più.
E non avrebbe mai più permesso a chicchessia di annientare definitivamente ciò che restava di quei tempi in cui l'amore, era al centro della sua stessa esistenza.
Il suo tutto.Li conservava lì, con cura, e ogni tanto tornava a fargli visita.
Che fosse in pausa da lavoro, durante un viaggio in macchina solitario, o meglio ancora, nel corso di una bella sfacchinata al parco con le cuffiette piantate nei padiglioni auricolari.Era confortante all'inizio, ma doloroso in seguito, specie quando la realtà lo schiaffeggiava di prepotenza e lo riportava a quel presente in cui non c'era più nessuno al suo fianco.
All'infuori di Todoroki, ovvio.
Ma non era decisamente il suo tipo.«Allora, Akemi! - esordì tutto pimpante Shoto - Trascorsa bene la nottata?»
«Oh sì, caro. Grazie! - squittì lei, rilassata compostamente sul sedile posteriore al conducente - Una bella capsulina di Dalmadorm e sogni felici!»
Insonnia.
Quella grandissima stronza che ogni notte impediva alla povera Akemi di godere del suo meritato riposo.
Non riusciva più a scacciarla via, pertanto, il medico, qualche anno prima, le aveva prescritto un piccolo ma potente aiutino per gestire quella scomoda visita serale.
Riusciva a prendere sonno, si, ma poi arrivavano gli incubi ogni stramaledetta notte.
Quei suoi tormenti notturni avevano un nome, un cognome, un volto, e una condanna all'ergastolo per crimini contro l'umanità.
Kai.
E i sonniferi ahimè, erano i suoi alleati più fidati e più fruttuosi.
Il giusto dosaggio pattuito, non era nocivo alla sua salute, né tanto meno poteva indurre la paziente all'abuso incontrollato. In tanti avrebbero scelto quella bieca scappatoia, ma non lei.
Teneva molto alla sua vita seppur dolorosa e complicata, per poter addirittura privarsene lei stessa con un espediente tanto egoista.

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𝑩𝒐𝒅𝒚𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒔
FanficBakugou e Todoroki x Oc. "𝑾𝒉𝒆𝒏 𝒚𝒐𝒖 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒆𝒄𝒕 𝒚𝒐𝒖𝒓𝒔𝒆𝒍𝒇 𝒇𝒓𝒐𝒎 𝒑𝒂𝒊𝒏, 𝒃𝒆 𝒔𝒖𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒕 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒆𝒄𝒕 𝒚𝒐𝒖𝒓𝒔𝒆𝒍𝒇 𝒇𝒓𝒐𝒎 𝒍𝒐𝒗𝒆." - 𝑨𝒍𝒂𝒏 𝑪𝒐𝒉𝒆𝒏. Proteggere, è il loro mestiere. Ma se a loro vol...