Capitolo 9

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Wendy

Ogni giorno, mi svegliavo con la mente pervasa da pensieri ossessivi sul cibo e sul mio corpo. Mi guardavo allo specchio e non riconoscevo la ragazza che vi appariva. Il riflesso mi restituiva un'immagine distorta, un corpo che mi sembrava estraneo, qualcosa di imperfetto, qualcosa che dovevo cambiare, controllare, ridurre.

Ero uscita di casa con duemila dollari nella borsa. Non erano molti, ma erano tutto ciò che ero riuscito a mettere da parte negli ultimi mesi, un sacrificio che avevo fatto senza pensarci troppo. Li avevo promessi a Evelyn, e mi sentivo in dovere di mantenerla quella promessa. Le avevo detto che glieli avrei dati per aiutarla a completare la somma che stava raccogliendo per l'università dei suoi sogni. Sapevo quanto ci tenesse, quanto fosse importante per lei, e non riuscivo a immaginare di non aiutarla.

Alla fine, dopo aver camminato per quella strada che sembrava interminabile, arrivai finalmente davanti alla porta di casa di Evelyn. Il cuore batteva forte nel petto, e il respiro mi si fece più affannoso. Mi fermai un attimo, cercando di calmarmi. Le voci nella mia testa non si erano ancora placate, continuavano a urlare, a criticare ogni mio gesto, ma qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo farlo, che non potevo tirarmi indietro.

Alzai la mano e suonai il campanello.

Dopo qualche secondo, la porta si aprì lentamente, e Evelyn mi apparve sulla soglia. Il suo sorriso, caldo e sincero, mi fece quasi sentire a casa, ma allo stesso tempo, mi suscitò una sensazione di inadeguatezza, di imbarazzo.

<< Ei, come stai?>>

<< Tutto bene grazie, che ci fai qui?>>

<< Sono venuta per darti questo.>> le porsi gentilmente una busta con dentro i soldi. Lei la prese con curiosità a la aprii e non appena vide all'interno del contenuto, iniziò a piangere come una bambina per poi buttarsi su di me abbracciandomi.

<< Grazie, grazie, grazie. Non so come restituirti questo favore.>> la strinsi a me annusando il suo leggero profumo di cocco.

<< È un piacere aiutarti Evy, sei la mia amica. Ovvio che ti aiuto.>>

<< Se vuoi puoi entrare così stiamo un po' insieme.>>

<< Certo che mi va, poi ti devo raccontare tante cose.>>

Varcai la soglia della sua casa e lei mi fece cenno di mettermi nel divano accanto a lei, così mi sedetti vicino a Evelyn lasciando.

<< Kevin devo dire che è uno stronzo, non sai che cosa ha fatto.>> iniziò a parlare.

<< Cosa ha combinato?>>

<< Ha venduto il ristornate per aprire un campus a Chicago.>> spalancai sia gli occhi che la bocca non appena sentii ciò che ha detto.

<< Stai scherzando spero.>>

<< No purtroppo no, ha detto che l'assegno dovrebbe arrivarci questa mattina è che siamo liberi di scegliere se continuare a lavorare in quel ristorante o meno.>>

<< Che stronzo che è. Ora come facciamo?>> domandai sconvolta.

<< Io mi iscriverò all'università e nel frattempo troverò un lavoro part time. Non è giusto come si è comportato, non ci ha detto nulla.>>

<< Io farò l'università di medicina, ma non so dove lavorare ora. Andrò ad Harvard e prenderò il dormitorio.>>

<< Io andrò allo Loyola University. Ho sentito dire che ci sono dei corsi per gli studenti che giocano a football.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: a day ago ⏰

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