La verità viene a galla

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Amber

"Piccola White non sai proprio niente di tuo padre vero? Di quello che faceva?"
Questa frase mi è impressa nella mente
Non riesco a pensare ad altro in questo momento
Il padre del ragazzo che amo
Mi ha appena aggredito senza conoscermi
Perché?

Io Aaron, Jessica e Axel siamo ancora seduti
Ci guardiamo increduli
Jessica sembra sapere di cosa stava parlando
"Scusate"
Dice Jessica poco prima di alzarsi e andare verso suo marito

"Che gli è preso a papà?"
Domanda Axel confuso
"Non ne ho idea ma è meglio andarcene"
Mi dice Aaron

Io in questo momento sto fissando un punto fisso
Cercando di metabolizzare l'accaduto
Perché mi ha parlato in questo modo?
Conosceva mio padre?

"Ei Amber ci sei?"
Mi domanda Aaron preoccupato
"Su cosa dicevi?"
"Se vuoi c'è ne andiamo"

Veniamo interrotti da Jessica che ritorna a sedersi
Di suo marito nessuna traccia
"Amber deve scusare mio marito e che.."
"Troppo impulsivo e aggressivo"
Puntualizza Aaron a denti stretti
"Tranquilli non vi dovete scusare,la mia presenza non è molto gradita"
Dico alzandomi
"No aspetta rimani,davvero"
Mi dice Jessica dispiaciuta per l'accaduto
"No sul serio so quando me ne devo andare"
"Vengo con te"
Mi dice Aaron alzandosi pure lui
"No tranquillo vado a piedi,voglio stare da sola e metabolizzare delle cose"
"Non se ne parla è sera Amber"
"Sul serio Aaron,lasciami da sola"

Me ne vado
Lasciando tutti e tre lì

Esco da quella casa e le lacrime iniziano a prendere il sopravvento su di me
Perché? Perché per colpa di mio padre quella che la deve pagare sono io?
Neanche li conosco queste persone
Ma a quanto pare conoscono molto bene mio padre

Mentre cammino mi faccio cullare dal venticello autunnale

Sento dei passi dietro di me
Ma quando mi giro non vedo nessuno
Continuo a camminare
Ma i passi non cessano
Mi rigiro e mi ritrovo lo stesso signore che ho visto al centro commerciale
Mio padre..

In quel momento un mix di tristezza e rabbia prende il sopravvento su di me
Gli vado incontro e cerco di spingerlo
In vanamente
"Che cazzo vuoi dalla mia vita"
Gli urlo con le lacrime agli occhi
"Non ti è bastato rovinarmi l'infanzia,ora cerchi di rovinare quello che sto costruendo"
"Amber per favore ti posso spiegare"
Cerca di allungare la mano per accarezzarmi il viso
Gli scanso la mano
"Non toccarmi"
Prendo un respiro profondo
"Non mi frega un cazzo di quello che mi vuoi dire,so solo che un fottutissimo giorno te ne sei andato via non tornando più"
Mi avvicino a lui puntandogli il dito contro
"Come pensi che stava quella bambina? Quella bambina che stava ore e ore affacciata alla finestra ad aspettare il tuo ritorno? Quella bambina che la notte piangeva ma cercava di non fare troppo rumore per non preoccupare la mamma? Ci hai mai pensato cazzo?!"

Lui ha gli occhi abbassati
Non profana parola
Sa che ha sbagliato
Ma non me ne faccio un cazzo
Non sono più una bambina
Sono cresciuta ormai

"Ma tu hai la minima idea di come mi sentivo quando i papà venivano a prendere i propri figli a scuola e io li guardavo,sperando un giorno mio padre mi sarebbe venuto a prendere a scuola? O quando alle recite guardavo verso mia madre e la sedia affianco a lei era sempre vuota?! Cazzo ci hai mai pensato una volta in questa tua dannatissima vita?!"

Il caos tra di noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora