A storm in my heart - capitolo 9

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Dedico questo capitolo al mio migliore amico. Spero che tu possa leggerlo dal cielo. Come ti ho promesso, racconterò ai miei figli di te, della nostra amicizia e delle nostre avventure... Mi manchi, mi manchi da due fottutissimi anni. La mia vita non è più la stessa senza di te.

Una volta Bukowski scrisse una lettera di addio a Sofia e io adesso mi chiedo, se lo avessi conosciuto, se avessi conosciuto la sua lettera, gliela avresti dedicata prima di andartene?
Io credo proprio di sì.
Per questo io credo:
Credo nell'amore,
Credo nelle parole,
Credo nel dolore,
Credo nell'agire,
Credo nella verità,
Credo nella fiducia,
Credo nell'impossibile
che diventa possibile.
Credo nella luce nel buio,
E credo con tutto il mio cuore
Che noi eravamo la tua
E tu eri la nostra
Noi siamo una famiglia,
Divisa dalla morte,
Ma affini come lo Yin e Yang
E per questo credo,
Credo che le nostre anime siano inseparabili,
Credo nell'amore,
Credo nella felicità,
Credo nella purezza,
Io credo.

Era passato un anno dalla morte di mio fratello e le cose erano cambiate parecchio.
Io e Jacob non parlavamo più. Era come se quello che era successo non fosse mai accaduto, come se i nostri baci e i nostri ti amo non fossero mai esistiti e ciò all'inizio mi fece soffrire.
Vorrei poter dire di aver voltato pagina ma ancora non ci sono riuscita.
Vederlo mi porvocava ancora le farfalle nello stomaco. La voglia matta di baciarlo e di abbracciarlo si faceva sentire quando i nostri occhi si incrociavano.
A volte mi manca; altre invece penso che noi eravamo quelli giusti ma nel momento sbagliato, e ci sto male. Ci sto male perchè io lo amavo come lo amo tutt'ora, ma quello che mi fa più male è che lui abbia voltato pagina così facilmente.
Due giorni dopo il funerale di mio fratello già usciv con un'altra, e pensare che mi aveva detto che per noi avrebbe lottato fino alla fine del mondo.

- Un anno prima -

Erano passati due giorni dal funerale di mio fratello e io dovevo tornare a scuola.
Da un lato volevo tornarci perchè volevo tornare alla mia vita quotidiana, anche se sapevo che non sarebbe mai stato possibile senza Jacob e mio fratello.
Mi alzai dal letto e mi feci una doccia.
Mi lavai i capelli che dopo asciugai e piastrai.
Mentre mi asciugavo i capelli mi ricordai di quando lo faceva Jacob, quanto mi mancava.
Avevo bisogno di lui, dei suoi baci, delle sue carezze e di tutti i suoi gesti che mi facevano sentire al sicuro.
Quando arrivai a scuola lo vidi baciarsi con un'altra ragazza.
Sentii una sensazione di vuoto e di delusione.
Lui mi aveva promesso che avrebbe lottato fino alla morte per noi, ora de ne va con un'altra?!
Kate mi guardava cercando di capire la mia reazione.
"Allison tutto bene?" mi chiese.
"Si, tutto bene" risposi.
"Sicura?" mi chiese un'altra volta.
"Si" risposi stufa.
Ormai anche lei sapeva che da quando mio fratello era morto non ero più la stessa e non riuscivo più a sorridere veramente.
Andammo in classe e ci sedemmo vicine.
Io mi sedetti al mio solito posto mentre lei si sedette dove si sedeva Edward, il fratello di Jacob.
Non ce l'avevo con lui ma non ce l'avrei fatta a sopportare chiunque altro se non la mia migliore amica e il mio migliore amico.
Odiavo chiunque provasse a farmi le condglianze o si avvicinasse a me per capire cosa fosse successo tra me e Jacob.
Poco dopo la professoressa di latino arrivò.
Fece l'appello e corresse i compiti che aveva dato.
Poco dopo qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" disse la prof.
"Buongiorno, il preside vorrebbe vedere Allison" disse una voce familiare.
Quando alzai la testa per confermare la mia teoria vidi Jacob appoggiato alla porta.
"Allison, vai dal preside ma poi fatti mandare gli appunti da un compagno".
Mi alzai e andai verso la porta cercando di ingorarlo e ci riuscii fino a quando uscimmo dalla classe.
"Ciao piccola come stai?" disse sorridendomi, quantto lo odiavo!
"Non chiamarmi così, Jacob" dissi innervosita dalla sua presenza.
"Allison, come stai?" chise come se fosse verramente interessato alla risposta.
"Non sono affari tuoi!" risposi di getto.
"Stto cercando d avere una conversazione con te, potresti almeno rispondere alla mia domanda!"
"Jacob, forse non hai capito, io con te non ci voglio parlare" dissi e cercai di andarmene.
Quando mi allontanai lui mi prese per il braccio e provò a baciarmi ma io mi scostai.
"Cosa cazzo ti salta in mente?!" gli urlai contro mentre mi allontanavo.
"Allison, io sono ancora innamorato di te..." mi urlò contro a sua volta.
"Te pensi che io ci creda..." non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere
"Pensi che io ci creda a questo quando, dopo due giorni ti vedo che ti baci già con un'altra, sul serio? inventati una scusa più credibile la prossima volta!".
Lui abbassò la testa e io ne approffitai per andarmene dal preside.
Probabilmante mi aveva chiamato per farmi le condoglianze per mio fratello, non c'era altro motivo.
Quando arrivai davanti al suo ufficio bussai.
"Avanti" disse la voce del preside.
"Buongiorno, mi hanno detto che mi cercava..." dissi a lui.
"Volevo dirle due cose ma prima si sieda..."
Mi sedetti davanti a lui, su una sedia poco comoda, penso che sia stata la prima volta in cui mi sedevo in presidenza, di solito ci andavo per informare il preside ma mai ci stavo tanto tempo.
"Innanzitutto volevo farle le condoglianze per suo fratello, ma immagino che lei non voglia parlare di questo quindi andrò dritto al punto!" disse.
Adoravo questo preside perchè capiva sempre quando dire certe cose e quando invece era meglio non dirle.
"Mi dica" dissi educatamente.
"L'ho chiamata per dirle che una scuola di New York ci ha contattati per darle una borsa di studio"
"Mi scusi non ho sentito bene, può ripetere?" chiesi cercando di non mettermi a saltare per tutto il suo ufficio.
"Mi sembra che hai sentito molto bene, una scuola a New York ci ha contattati e vogliono offrirti una borsa di studio" disse.
Non mi trattenni più e iniziai a sorridere e a darmi pizzicotti sulla mano per non saltare.
Appena il preside mi lasciò uscire iniziai a saltellare fino alla classe.
Appena entrai dentro vidi Kate che mi aspettava seduta al banco.
"Kate" non mi risponde.
"Kate" e gli passai una mano davanti alla faccia.
"Eh, si dimmi!" rispose riprendendosi dai suoi pensieri e le sue immaginazioni.
"Sono successe troppe cose in quest'ora, ancora sono sotto shock" dissi tutta felice.
"Cosa cazzo è successo, perchè sei così felice?" rispose felice anche lei.
"Te le spiego dopo che è appena arrivata la prof" gli risposi.
"Uffa! arrivano sempre nei momenti migliori".
Il prof iniziò a spiegare fisica, che palle sta materia, non mi piaceva, anzi la odiavo anche se me la cavavo abbastanza bene.
Appena finirono le due ore di tortura iniziò l'intervallo.
"Allora, ora me lo dici?" mi chiese supplicandomi Kate.
"Ok, non so da dove iniziare..." dissi tutta contenta.
"Decidi tu..." disse guardandomi con due occhi che mi stavano supplicando di parlare.
"Vado a New York" dissi.
"Cosa?!" fece una pausa "Stai scherzando" disse.
"No, Kate sono seria, vado a New York" gli dissi.
"Che bello, ci andiamo insieme, sono felicissima..."
"Si che bello... Aspetta cosa hai detto?!" dissi cercando di capire.
"Che ci andiamo insieme, anche a me hanno offerto la borsa studio" mi rispose.
Io ero ancora sotto shock.
La giornata poi era andata come sempre, infatti, quando arrivai a casa mi misi a studare e poi mi addormentai.

- Spazio Autrice -
Ciao a tutti! come state?
Vi è piaciuto il capitolo?

Come detto nel capitolo precedente Allison ha sorriso di nuovo.

- La poesia a inizio capitolo l'ha scritta una mia amica (LetiziaGalfredi)

Grazie mille per le 100 letture.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

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