What?! - capitolo 7

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Can I go where you go?
Can we always be this close forever and ever?
And ah, take me out, and take me home
You're my, my, my, my lover

- Taylor Swift -

Erano mesi che mio fratello non si faceva vedere, e io ero ancora preoccupata per lui. Non sapevo dov'era né con chi fosse. Jacob e io stavamo vivendo un periodo sereno, la nostra relazione stava andando a gonfie vele. Dopo che Adam era "scomparso", Jacob si era trasferito a casa mia e ora trascorrevamo praticamente ogni momento insieme. La nostra connessione cresceva sempre di più, e sentivo che, forse, non avevo mai avuto un legame così forte con nessuno prima.

Era sabato mattina. Mi svegliai al suono della sua voce, che mi chiamava con dolcezza: "Buongiorno, amore". Mi baciò con una tenerezza che mi faceva sentire come la persona più fortunata al mondo. "Buongiorno anche a te," risposi, ricambiando il suo bacio. Rimanemmo abbracciati per alcuni minuti, godendoci il fatto che non dovevamo andare a scuola, che quel giorno sarebbe stato tutto nostro.

Ma proprio quando pensavo che la giornata potesse continuare come meglio non si sarebbe potuto immaginare, sentii il suono del campanello. Decisi di alzarmi e aprire la porta senza pensarci troppo. Non mi aspettavo che fosse proprio lui. Quando vidi la figura davanti a me, mi paralizzai. Non poteva essere... era lui, Adam? "Adam?" chiesi, con un filo di voce. Non riuscivo a crederci.

"Sorellina," mi rispose, e senza dire altro mi abbracciò. Mi sentii sopraffatta dalle emozioni, e in un attimo le lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance. Mi dimenai, cercando di liberarmi da quell’abbraccio che non desideravo più. "TU MI HAI ABBANDONATO QUI DA SOLA, SENZA NEANCHE PENSARE ALLE CONSEGUENZE. NON TI FAI SENTIRE PER MESI E ORA VIENI QUI COME SE NIENTE FOSSE?" urlai contro di lui, sentendo la rabbia esplodere dentro di me.

Adam rimase in silenzio, il viso abbassato, ma mi rispose con un tono di voce sommesso. "Lo so, sorellina, mi dispiace tanto, ma ne avevo bisogno..."

"Certo," risposi, il tono carico di sarcasmo. "Hai pensato solo a te stesso, come sempre." Le mie lacrime non si fermavano, mi sentivo tradita, delusa.

"Mi dispiace, ti prego, perdonami..." disse, ma io non sapevo se fossi pronta a perdonarlo. "Vorrei tanto farlo, ma non ce la faccio, almeno non ora..." risposi, sentendo un peso sul cuore. Nonostante tutto, non riuscivo a dimenticare i mesi di silenzio, la solitudine che avevo dovuto affrontare da sola.

Non rispose, ma mi abbracciò comunque, stringendomi forte, come se volesse dire che tutto sarebbe andato bene. Mi baciò sulla fronte e si preparò a uscire. "Se hai bisogno, sai dove trovarmi," disse prima di andarsene. E io, sentendo la porta chiudersi dietro di lui, mi lasciai cadere sul pavimento, piangendo in silenzio.

In quel momento, sentii due braccia circondarmi da dietro. Mi girai di scatto, e Jacob mi guardò con gli occhi pieni di compassione. "Mi dispiace, piccola," mi disse, cercando di forzare un sorriso per cercare di tranquillizzarmi. "Vedrai che si risolverà tutto."

Non risposi subito. Mi sentivo sopraffatta dalle emozioni, ma poi mi avvicinai a lui e lo baciai. Mi abbracciò stretto, come se volesse essere il mio rifugio. In pochi mesi, Jacob era diventato una delle persone più importanti della mia vita.

"Vogliamo andare a McDonald's?" gli chiesi, facendo gli occhi dolci per convincerlo.

"Come faccio a dirti di no? Spiegamelo tu," rispose ridendo. La sua risata mi fece sentire più leggera, e con lui mi sentivo sempre più al sicuro. Ci baciavamo con naturalezza, come se fossimo fatti l’uno per l’altra. E così, salimmo in macchina e ci dirigemmo verso il nostro posto preferito.

The Storm In Her EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora