Capitolo 18

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Le colonne del padiglione sacro si innalzavano scure e minacciose contro il cielo grigio, quasi fossero guardiani di pietra posti a vegliare su quella tregua impossibile. Antiche incisioni correvano sulle pareti raccontando di guerre passate, di alleanze ormai dimenticate e di dèi inaspriti dalla follia degli uomini. L'aria sapeva di freddo e di metallo, e persino il vento sembrava trattenere il fiato. Tutti sapevano che quel luogo rappresentava un terreno neutrale, un campo sacro alle leggi della diplomazia e dell'onore, segnato da troppi giuramenti infranti e promesse sbiadite.

Kaelen si trovava tra la sua delegazione e osservava le figure che iniziavano a raccogliersi sotto il tetto del padiglione quando lo vide.

Il principe Varyon avanzava con passo sicuro e, per un attimo, l'intera scena rallentò ai suoi occhi. Cercò di cogliere ogni dettaglio di quell'uomo che aveva sentito nominare più volte di quanto potesse ricordare, ma che fino ad allora non aveva mai visto di persona.

Varyon sembrava scolpito nello stesso marmo severo del luogo, eppure in lui c'era una presenza vivida, un fuoco sotto l'apparenza. Aveva il portamento di un sovrano senza ancora una corona, un'aura naturale di autorità che emanava da ogni linea del suo volto e dal taglio fiero dei suoi occhi. La sua figura possente, avvolta nel manto d'argento e blu che contraddistingueva la casata di Frosthelm, portava con sé l'eleganza della corte e la crudeltà della battaglia, in un equilibrio che metteva a disagio persino lui.

Eppure, in qualche modo, doveva ammettere che il carisma di Varyon, quella sicurezza che sfiorava l'arroganza, avevano un fascino innegabile.

Spostò l'attenzione su sua sorella. Ignis era splendida nella sua veste cerimoniale, un lungo abito cremisi dai dettagli dorati che sembrava accendersi alla luce delle fiaccole. La stoffa aderiva al busto in una linea perfetta, enfatizzando il portamento regale delle sue spalle, mentre un mantello leggero le scendeva alle spalle come una cascata di seta. I capelli, raccolti in un'acconciatura complessa ornata da un sottile diadema, incorniciavano il suo viso con grazia austera lasciando brillare i suoi occhi scuri, che ora si posavano, forse inconsapevoli, su Varyon.

Kaelen colse l'involontaria morbidezza del suo sguardo, un lieve cenno di ammirazione che mai avrebbe ammesso, ma che per un istante tradiva un interesse autentico.

Represse un brivido. Sua sorella era così imprevedibile che avrebbe potuto compromettere la tregua per provarci spudorata con il principe.

Ignis accennò un inchino rispettoso, i suoi occhi scuri fissi su quelli di Varyon, mentre lui contraccambiava. Ma, appena la formalità sembrava prendere il sopravvento, lui fece un leggero cenno verso il trono alle spalle di Ignis e mormorò, con un'espressione ironica:

"Allora, Lady Ignis, anche il suo augusto padre le ha dato la consueta predica sul mantenere alto l'onore di famiglia e non farsi ammaliare dal nemico?"

Ignis ridacchiò, una luce maliziosa nei suoi occhi. "Oh, altroché. Credo abbia usato le parole 'non fidarti di nessuno' almeno cinque volte pochi istanti prima di partire" Si voltò verso di lui, sorridendo in modo complice. "Ma sono sicura che anche il re di Frosthelm abbia riempito le sue orecchie di simili perle di saggezza".

Varyon fece una smorfia teatrale. "Oh, non ne ha idea. Per non parlare dei dettagli sulle inevitabili tentazioni del Sud e altre sciocchezze simili. Per poco non si faceva il segno della croce ogni volta che la nominava".

Ignis scoppiò in una risata spontanea facendo alzare qualche sopracciglio tra le guardie che si chiesero cosa mai potesse essere tanto divertente. La loro rigida postura, però, non fece che accentuare la leggerezza del momento tra i due.

"Pensi, Varyon, che mio padre ha portato qui persino una tenda per fare i rituali purificatori. Neanche si fidava che le benedizioni fatte a Drakonia sarebbero bastate!" scosse la testa, il volto illuminato da un sorriso che faceva sembrare tutto meno teso, meno carico di aspettative.

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