Capitolo 17

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Il pallore del mattino tingeva le pareti del Palazzo di Ghiaccio di sfumature azzurre e diafane. Non c'erano stelle a proteggere Aria, né ombre profonde in cui nascondersi: il mondo era illuminato da una luce fredda e tagliente, impietosa. Ogni suo passo doveva essere studiato, ogni movimento ridotto all'essenziale per evitare di attirare lo sguardo attento delle guardie mattutine.

Il palazzo si stava lentamente risvegliando. Aria si muoveva nel reticolo di corridoi laterali dove poche persone passavano, facendo attenzione a ogni rumore. Le sentinelle erano rilassate, alcune intente a scrollarsi di dosso il torpore della notte, ma nessuno le avrebbe dato tempo per rimediare a un errore. Attraversava passaggi nascosti e si affacciava appena agli angoli, calcolando quando e dove muoversi come una nota in una melodia di precisione.

Alla fine del corridoio principale individuò l'ingresso alla sala dei tesori: una porta intarsiata di rune scintillanti, così intricate che sembravano quasi vive. Con mani leggere e decise estrasse dal suo mantello una polvere, soffiandola su una fila di rune. Il bagliore di avvertimento si spense lentamente, come un respiro trattenuto.

Varcò la soglia e si trovò immersa in una sala ampia, dominata dalla luce brillante del primo mattino. La teca, posta al lato della stanza per gli oggetti di poco valore, conteneva il suo obiettivo: l'Anello del Passo Rapido. A un sguardo veloce, il gioiello appariva incastonato in uno strato di cristallo talmente spesso da sembrare impossibile da superare. Eppure, conosceva quel sistema nei minimi dettagli, e sapeva dove agire per far cedere la protezione senza allarmi.

Per un attimo, mentre si muoveva con attenzione, sentì il gelo pungente della sala attraversarle la pelle, come se il palazzo stesso percepisse il suo intento.

Aria si avvicinò all'anello con la cautela di un predatore che non intende allertare la preda. Intorno a lei, ammassati lungo le pareti della sala, c'erano oggetti molto più preziosi e potenti, artefatti dal valore inestimabile che superavano di gran lunga quel piccolo gioiello. Di fronte alla corona di ghiaccio del primo sovrano di Frosthelm o allo scettro di Vordek, l'Anello del Passo Rapido sembrava quasi insignificante, uno scarto trascurato in mezzo a reliquie leggendarie. Era quello il motivo per cui non era protetto da incantesimi impenetrabili o da sentinelle arcane: un pezzo considerato senza valore dal re e dai suoi maghi.

La tensione le scorreva nelle vene. Sapeva che bastava un passo falso, un movimento fuori posto, per attirare l'attenzione di una delle guardie. In quel mattino ancora giovane, ogni suono sembrava amplificato: il lieve scricchiolio delle sue suole contro il pavimento gelido, il fruscio della sua veste quando si chinava. La paura di essere scoperta era costante, quasi insopportabile, ma non poteva lasciare che la guidasse.

A pochi passi dalla teca, allungò la mano con delicatezza e sfiorò il cristallo che conteneva l'anello. Cercò il punto preciso su cui doveva agire, l'angolo debole in cui si trovava una minuscola, impercettibile crepa. Estrasse uno strumento sottile, una lama affilata come il filo di un rasoio, e la infilò con attenzione nella fessura. Con un leggero scatto, la barriera si divise e si aprì quel tanto che bastava per far passare una mano.

Le sue dita afferrarono l'anello. Quando lo toccò sentì una vibrazione debole, quasi impercettibile, come se in quel gioiello ci fosse una magia antica che aspettava soltanto di essere risvegliata. Si infilò l'anello nel mantello, cercando di rallentare il respiro e soffocare l'ansia che le serrava la gola. Non le restava che uscire, e quella era sempre la parte più pericolosa.

Indietreggiò mantenendo lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso, come se il Palazzo stesso potesse accorgersi del suo furto.

Si bloccò di colpo quando sentì dei passi. Il suono lontano, quasi un sussurro all'inizio, si fece sempre più nitido, fino a diventare inconfondibile. Il suo respiro si fermò, il cuore le batté tanto forte che temette di tradirla. Non era il passo cadenzato delle guardie di ronda: era pesante, misurato. L'avrebbe riconosciuto ovunque.

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