Capitolo 4

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Nel cuore delle terre infuocate del sud si ergeva l'imponente Castello del Tramonto, un monumento alla grandezza e allo splendore dei suoi sovrani.

Dalle mura color ambra, che sembravano bruciare sotto il sole cocente, fino alle torri ornate di guglie dorate, il castello era un capolavoro di opulenza e stravaganza. Ogni mattone sembrava pulsare di vita propria, riflettendo i caldi raggi del sole e tingendo l'aria di sfumature rosse, arancioni e dorate.

All'interno, l'eccesso e la ricchezza dominavano ogni angolo. I lunghi corridoi erano rivestiti di mosaici scintillanti, che raccontavano storie di antiche battaglie e dinastie leggendarie, mentre il pavimento di marmo caldo al tocco era decorato con intricate venature dorate. Gli enormi archi, scolpiti a mano e rivestiti di oro massiccio, conducevano a sale maestose dove i tendaggi rosso scarlatto ondeggiavano pigramente nell'aria, donando un calore invitante e opprimente allo stesso tempo.

Ogni stanza era un'esplosione di colori caldi e intensi: oro, rosso, arancione e bronzo si mescolavano, creando un'atmosfera di fuoco e passione. I lampadari in vetro color rubino riflettevano una luce soffusa, mentre i sontuosi mobili intagliati erano ricoperti di velluti ardenti. Fontane di acqua cristallina zampillavano nei cortili interni, tentando di spezzare il caldo asfissiante, ma servivano solo a intensificare l'atmosfera esotica e incandescente.

Tuttavia, dietro la sua bellezza straordinaria, Castello del Tramonto rimaneva una fortezza indomabile, progettata per resistere a qualsiasi assalto. Le sue mura impenetrabili erano state forgiate con pietre temprate dal calore del deserto, e le sale da guerra nascondevano antichi arsenali pronti a riversare fiumi di fuoco sui nemici.

In questo castello, il lusso più sfrenato e il calore ardente si fondevano in un luogo che incarnava la potenza e il fascino brutale del sud, dove la fiamma non si spegneva mai.

Ogni volta che Kaelen faceva ritorno dal fronte, il lusso opprimente della sua dimora lo nauseava. Passare da un campo di battaglia, dove il cibo era un bene raro, a un palazzo in cui le damigelle si lanciavano il cibo tentando di prenderlo con la bocca per noia, lo lasciava profondamente disorientato.

Un tempo, prima di diventare comandante, prima di vivere in prima persona la miseria e la sofferenza dei soldati semplici, la vita al castello del Tramonto gli sembrava perfetta.

Ricchezza senza limiti, stravaganza sfrenata, e cortigiane pronte a gettarsi ai suoi piedi come api attratte dal nettare. Il piacere era onnipresente, travolgente, e il sesso abbondava senza sforzo.

Ma ora, quelle stesse mura dorate gli trasmettevano unicamente disagio. Il solo pensiero che suo padre gli ordinasse di tornare a quella routine di eccessi, tra alcol, droghe e pensieri offuscati, lo riempiva di disgusto. Non apparteneva più a quel mondo, e ogni fibra del suo corpo lo sapeva.

Kaelen si diresse a passo spedito nell'ala del castello di proprietà di sua sorella. Da quando era tornato, non era ancora riuscito a vedere la futura regina di Drakonia, e sapeva che se non si fosse presentato a breve avrebbe gettato nel fiume di lava tutte le sue cose personali.

Raggiunse la porta delle sue stanze e le spalancò con forza, senza badare a tante cerimonie.

La stanza della futura regina delle terre del sud era un trionfo di lusso e calore, una fusione perfetta tra eleganza e potere. I raggi dorati del sole, che filtravano dalle finestre a ogiva, tingevano le pareti di sfumature dorate e rosse, esaltando i toni caldi della stanza. I muri erano decorati con arazzi sontuosi, raffiguranti antiche battaglie e leggende del regno, intrecciati con fili di rame e oro, che scintillavano come fiamme vive.

Al centro della stanza, su un piedistallo di marmo color ambra, troneggiava un letto imponente, coperto da drappi di velluto cremisi e seta dorata. Le lenzuola erano soffici come nuvole, ma il baldacchino riccamente intagliato, che, con motivi di draghi e fiamme, ricordava a chiunque entrasse che qui non si trovava solo una principessa, ma un guerriero. Cuscini ricamati con dettagli in oro e bronzo erano sparsi con disinvoltura, conferendo alla stanza una sensazione di ricchezza senza eccesso.

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