Capitolo 14

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I cavalli procedevano in fila lungo i sentieri, il suono delle zampe che affondavano nella terra umida rompeva il silenzio mentre l'odore di muschio e resina riempiva l'aria.

Il paesaggio divenne più aperto e collinare, finché non si intravide in lontananza il luccichio della costa: una linea d'argento ai margini dell'orizzonte. Il mare, vasto e profondo, si stendeva davanti a loro come una promessa.

Giunse il momento di lasciare la terraferma. Le onde, scure e agitate, si infrangevano contro la riva mentre il gruppo si preparava a imbarcarsi. Kaelen osservò le navi attraccate: robuste, con le vele spiegate e pronte a catturare il vento.

La traversata fu un tormento. Il mare non diede tregua e l'acqua sferzava il ponte come se ogni onda volesse sfidarli. Si ritrovò più volte a chiedersi se il mare non volesse forse punirli per qualche torto dei loro predecessori.

Le ore scorrevano lente tra il rollio delle onde, il salmastro che bruciava le narici e il monotono, costante lamento del legno sotto i piedi.

Dopo due giorni la costa apparve come un miraggio: scogliere irte di granito, spiagge spazzate dal vento e una linea di foreste verde scuro che si estendeva fino ai monti. Scesero a riva appena le navi ebbero gettato l'ancora e ripresero la corsa verso la meta finale.

"Poche ore e siamo arrivati" annunciò la guida.

Kaelen tirò un sospiro di sollievo. Non ci sperava nemmeno più!

La valle scelta per l'incontro era una distesa spoglia e brulla, un angolo desolato del mondo dove perfino il sole sembrava esitante a posarsi. Circondata da una corona di montagne, la terra appariva indurita dal freddo e spaccata da fenditure: cicatrici di battaglie passate o forse di secoli di inesorabile solitudine.

Erano stati allestiti due accampamenti, uno per la fazione di Drakonia e uno per quella di Frosthelm.

L'accampamento di Drakonia, a est, era composto da tende nere e rosse, ognuna marcata con l'effigie del drago le cui fauci sembravano allargarsi minacciose nella direzione opposta. Torce infisse nel terreno annerito proiettavano lunghe ombre che danzavano al vento.

A ovest, l'accampamento di Frosthelm era l'opposto, con tende di un tessuto chiaro ornate da pennacchi di stoffa grigia e blu. Le loro insegne raffiguravano un lupo artico dallo sguardo implacabile, mentre fiaccole magiche brillavano di una luce bluastra evocando l'immagine di un branco che vegliava il territorio.

Al centro della valle, su un piedistallo naturale di roccia, sorgeva la struttura dove si sarebbe tenuta la firma della tregua: un antico padiglione circolare costruito in pietra grigia corrosa dal tempo e dai venti. Il tetto, sorretto da colonne scolpite, mostrava motivi di draghi e lupi in lotta e l'intero edificio sembrava provenire da un'epoca precedente al conflitto stesso, quasi come fosse stato testimone delle origini dell'ostilità tra le due terre.

Attorno a quel punto neutrale si ergevano gli accampamenti, distinti e inaccessibili l'uno all'altro. Entrambi i re avevano concesso che un'antica magia delimitasse i due territori, erigendo barriere invisibili e invalicabili che separavano i due schieramenti.

"Seguitemi con attenzione" disse la guida, rompendo il silenzio. "Procederemo in fila indiana lungo un percorso preciso. Le barriere magiche sono potenti e nessuno può avvicinarsi senza permesso all'altro lato".

Mentre si avvicinavano al proprio accampamento, Kaelen si accorse che le barriere magiche non erano solo uno scudo fisico ma distorcevano la vista, rendendo impossibile alle due fazioni di scrutarsi. Non si sarebbero incontrati con uno sguardo né studiati prima del faccia a faccia.

Pensò che fosse un male: tutto ciò non faceva altro che aumentare la distanza tra i due popoli lanciando un messaggio di separazione, proprio alla vigilia di un trattato di pace. Non era affatto l'atmosfera che avrebbe voluto per un incontro tanto delicato.

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