Capitolo 6

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"Niente di niente" ripeté Darius per la tredicesima volta, irritato dalla domanda.

"Io non ci credo. Come è possibile che non trapeli nulla dal nord?" insistette Kaelen, mentre con poca attenzione buttava qualche vestito nella sacca da viaggio.

Darius gli lanciò uno sguardo carico d'impazienza, i suoi occhi azzurri fulminanti. "La smetti di chiedermelo?"

Non si lasciò impressionare. "Hai lasciato dei ciuffi qua e là" lo prese in giro, avvicinandosi per osservare a sua volta il proprio riflesso nello specchio. Ormai si era rassegnato al fatto che il suo amico non avesse trovato alcuna informazione, ma lo divertiva troppo vederlo irritarsi per la sua mancanza di risultati.

Darius, intento a rasarsi i capelli corti come piacevano a lui, sbuffò. Dopo l'accademia militare, la prima cosa che Kaelen aveva fatto era stata lasciare crescere i suoi ricci capelli neri, mentre l'amico aveva mantenuto il taglio da cadetto, sostenendo che lo faceva sembrare più autoritario.

Come se un colosso di due metri avesse bisogno di una testa rasata per sembrare più intimidatorio.

Nonostante Kaelen fosse alto un metro e novanta, accanto a Darius scompariva. Il suo amico era una montagna in tutto e per tutto: con i muscoli imponenti e il fisico massiccio, sembrava incarnare la forza stessa. Per quanto Kaelen fosse in perfetta forma e non mancasse certo di vigore, il suo corpo più snello e tonico lo faceva sembrare un ragazzino al confronto.

Però era più veloce, si ripeteva sempre. Forse per non piangere.

Entro due ore sarebbero partiti per la famosa tregua. Sarebbe stato più emozionato se non l'avessero depredato di tutti i suoi diritti e non l'avessero obbligato a fare da accompagnatore per Lady Emberlyn.

Che poi, cosa andasse a fare Lady Emberlyn alla tregua proprio non se lo spiegava, ma suo padre era molto influente nella terra di Drakonia e forniva armi all'esercito del re, quindi ogni sua richiesta veniva accettata a prescindere dall'assurdità di essa stessa.

Darius avrebbe fatto parte della scorta di Ignis e per questo motivo non era neanche preoccupato per la sicurezza di sua sorella.

Gli rodeva, sì, ma almeno poteva stare tranquillo.

"Il tuo culetto regale sa dove si terrà l'incontro?" domandò Darius, che aveva finito di sistemarsi i capelli ed era passato a pulire le sue armi.

"No, del gruppo solo mia sorella e la guida sanno dove siamo diretti. Noi altri miserabili lo scopriremo quando ci fermeremo e ci chiederanno di montare le tende" sospirò, chiudendo la borsa riempita di ogni sorta di vestito per qualsiasi tipo di clima.

Il fatto di non sapere di preciso quando e dove si sarebbe firmato il patto rendeva l'atto di fare le valigie abbastanza difficile. Avrebbero camminato per ore, giorni? Si trovò a sperare che il viaggio durasse un mese.

"A proposito, mia sorella ha chiesto di te qualche giorno fa" ammiccò, guardando Darius di sottecchi.

"Hmm" biascicò l'amico, senza smettere di prestare la totale concentrazione sull'affilare la lama di una delle due spade che portava sempre di traverso sulla schiena.

"Beh, in realtà ha chiesto della mia fidanzatina.."

"Kaelen" lo avvertì "ho intenzione di testare la lama su di te".

Sapeva che aveva un debole per sua sorella da tutta la vita. Era convinto che anche lei inizialmente lo ricambiasse, ma la differenza sociale e, forse, la paura di mettersi in gioco avevano fatto in modo che l'amico non esprimesse mai i suoi veri sentimenti, ed Ignis era andata avanti. Beh, era andata avanti e si era creata un harem di donne bellissime con cui condivideva tutto. Abbastanza disarmante, per qualsiasi corteggiatore.

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