Una confessione inaspettata

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Aspettai il mio amico per uscire dalla stanza, nel mentre evitavo gli occhi di Irene Adler. Quando Holmes fu uscito da sotto il letto con molta naturalezza, cercammo di uscire, ma la mano di Irene prese il polso di Holmes, e quella del detective prese il mio. La Donna chiuse la porta e scoppiò in lacrime gettandosi tra le braccia di Holmes che si irrigidì: non era abituato al contatto fisico e non gli piaceva affatto. Vedendo che la Donna continuava a piangere gli dava dei piccoli colpetti sulla spalla mentre mi lanciava sguardi scocciati. Quando Irene Adler si fu calmata si rivolse al detective "oh Sherlock, ti prego non immischiarti. Amo veramente quest uomo, non è una truffa o qualche altra diavoleria. Te lo giuro, puoi fidarti di me." Disse lei in tono di supplica, Holmes assunse un'espressione convinta e non riuscii a capacitarmi del fatto che il famoso genio credesse a quelle parole. La Donna era soddisfatta ed io esterrefatto. Uscimmo dalla stanza e Holmes si scusò per aver dubitato della sincerità della signora "scusami Irene, pensavo diversamente. Non credevo fossi cambiata.." Il detective si inchinò e raggiungemmo i nostri clienti che ci aspettavano in corridoio con facce perplesse e capii che avevano ascoltato la maggior parte del discorso, ma non fecero domande.
"Signorini, vorrei potessimo discutere per un momento nello studio di vostro padre, al riparo da possibili ascoltatori" raggiungemmo appunto lo studio e Holmes riprese a parlare "dunque, bisogna agire. Ah qui mi sembra perfetto"disse avvicinandosi ad una pesante tenda verde che aveva da un lato la cassaforte e dall'altro la finestra "io ed il dottor Watson ci nasconderemo qui in modo da poter vedere la cassaforte , dove immagino vostro padre tenga il denaro e gli assegni, e anche la finestra da cui è entrato molte volte, ed entrerà questa sera, il presunto fratello della signora Sabrina. Domande?" Io guardai Holmes con espressione sconcertata e il detective scoppiò in una grossa risata, non rideva molto spesso ma quando rideva era davvero contagioso. "Caro Watson, non ho creduto ad una sola parola che è uscita di bocca alla nostra signora Sabrina. Adesso, signorini Clark, sarei grato se la vostra domestica potesse prepararci una piccola cenetta, ci aspetta una lunga nottata Watson" disse Holmes battendomi una mano sulla spalla e ammiccando: i suoi occhi brillavano come quando si preparava all'azione.

L'avventura del banchiere innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora