I became your flower. | Larry Stylinson

Parte sesta.

Quando Harry riprese i sensi, di Liam non c'era traccia, si guardò intorno perlustrando la casa vuota e confuso cercò di ricordare come fosse arrivato lì. Percepiva un gran mal di testa mentre si metteva a sedere sul divano con una coperta a coprirgli il corpo.
I suoi occhi si spostarono di fronte a sé dove notò Louis che dormiva sul divano di fronte al suo; sembrava agitato, il volto contorto in una smorfia come se stesse sognando qualcosa. Il minore restò a osservarlo per qualche istante, lottando con la tentazione di svegliarlo per assicurarsi che stesse bene.
Louis iniziò ad agitarsi sempre di più e il suo respiro diventò rapido ed irregolare, il riccio lo guardò per qualche secondo incerto su cosa fare, poi decise di avvicinarsi.
Si abbassò alla sua altezza e con delicatezza posò una mano sulla spalla dell'altro per scuoterlo.
Il mezzo lupo dovette sentirlo perché si svegliò di colpo, ancora intrappolato nel suo incubo, e lo afferrò bruscamente per il collo stringendo forte la presa.
Harry sorpreso dalla forza improvvisa di Louis riuscì solo a gracchiare spaventato, "Louis..Louis, sono io!" stringendo le dita sui suoi polsi.

Il maggiore si bloccò, lo sguardo confuso mentre lentamente allentava la presa. Per un istante i suoi occhi persi ritrovarono la consapevolezza e ben presto riconobbe i ricci e gli occhi spalancati di Harry. Inorridito, ritrasse subito la mano, come se si fosse appena reso conto di quello che stava facendo.

Si lasciò cadere all'indietro sul divano, respirando a fatica e si portò le mani alla testa, affondando il viso tra le dita.
"Mi dispiace..." sussurrò con voce provata, ovattata dalle sue dita.

Il silenzio nella stanza divenne quasi assordante, Harry rimase immobile cercando di calmare il cuore che gli martellava nel petto. Osservò il viso del maggiore studiandolo in modo frenetico prima di prendere parola, tossendo leggermente.

"È tutto okay." bisbigliò tirandosi su, ci pensò qualche secondo prima di sedersi accanto a lui.

"No, per niente. Ti ho quasi strangolato." sospirò Louis strofinandosi una mano sul viso, si passò una mano tra i capelli arruffati e Harry dovette spostare lo sguardo per evitare di arrossire per la vista del maggiore assonnato, che trovò quasi tenera.

Louis sembrò ricordarsi in quel momento del malore che aveva colpito Harry quel pomeriggio e spostò lo sguardo su di lui.
"Come ti senti?"

Il minore si strinse nelle spalle abbassando lo sguardo, un po' sorpreso dall'improvviso cambio di argomento.
"Sto meglio," rispose Harry, cercando di apparire convincente. "Non so bene cosa mi sia successo."

Louis però non sembrava del tutto rassicurato. Le sue sopracciglia si aggrottarono leggermente, e Harry poteva quasi vedere la sua mente al lavoro che cercava di capire se ci fosse qualcosa che lui non stesse dicendo.

"Sei svenuto," asserì Louis, la sua voce appena un sussurro. "Per quanto sia abituato a vederti svenire dal nulla, non è normale, Harry. Non dovrei abituarmi ad una cosa del genere e neanche tu."

Il minore arrossì torturandosi le mani in grembo, mortificato.
"Mi dispiace. Mi rendo conto di causare parecchi problemi."

"Non l'ho mai detto." disse subito Louis per evitare che la mente di Harry elaborasse strane idee, colpevolizzandosi.

Continuò a fissarlo con un'intensità che Harry trovava quasi disarmante. Il suo sguardo era carico di qualcosa di indefinibile, una preoccupazione che sembrava andare ben oltre il semplice dovere. Harry si morse il labbro, arrossendo ancora di più e rimase in silenzio non sapendo bene come rispondere.

Poi la mente nuovamente tornò a Liam, a quel pomeriggio e ai loro allenamenti interrotti dal malore di Harry.

"Pensavo che a tutte le streghe succeddesse."