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La situazione è assurda, e non riesco nemmeno a capire come io ci sia finita: parlare con il mio ex, di Elia, chiusa nel bagno di un ristorante. Non dovrebbe essere così, ma eccoci qua. Lorenzo mi fissa con quello sguardo che conosco fin troppo bene, braccia incrociate e l'aria di chi si sente nel giusto.

"Io te l'avevo detto," ripete, come se servisse a qualcosa.

"Grazie, Lorenzo. Davvero, utilissimo," rispondo con sarcasmo.

"Ti avevo detto che era un coglione," insiste lui, la voce piena di quella provocazione tipica sua, mentre si appoggia al muro.

"Come se tu fossi meglio," ribatto, incrociando le braccia a mia volta. Non gliela lascio vinta così facilmente.

Lui sospira, per un istante sembra quasi voler essere serio. "I primi tempi, io non ti ho mai obbligata a niente," dice, con una calma che non mi convince. "Lui lo ha fatto."

Rimango un attimo senza parole, non perché non sappia cosa dire, ma perché non mi aspettavo questa frecciata. Lui sta chiaramente provando a minare quello che c'è con Elia. Forse sta godendo un po', ma il modo in cui lo dice sembra davvero diverso. Forse si sta preoccupando, o forse è solo una maschera. Con Lorenzo, non si sa mai.

"Non so cosa dirti," dico, cercando di mantenere il tono neutro, anche se dentro mi sento piena di contraddizioni.

"Niente, non devi dirmi niente. Io sarò anche un pezzo di merda, ma lui non è certo meglio," ribatte Lorenzo, la voce un misto di amarezza e sfida.

Sospiro. È sempre così: quando parla, sa come smuovermi, ma non sempre in senso positivo.

"Senti, puoi anche tornare di là. Non serve che stai qua, poi mi fanno mille domande," dico, cercando di cambiare discorso mentre mi piego leggermente davanti allo specchio per aggiustarmi il rossetto. Lo sento, il suo sguardo fisso su di me. Quel tipo di sguardo che non lascia dubbi sulle sue intenzioni, soprattutto considerando la posizione in cui sono.

"Che domande dovrebbero fare?" domanda con un tono che sembra sfidarmi a rispondere.

"Indovina," ribatto senza nemmeno guardarlo, sapendo bene che sta già pensando al peggio.

"Vabbè dai, vado," dice Lorenzo con un tono che non riesco a decifrare, a metà tra la rassegnazione e un filo di provocazione.

"Vai," gli rispondo secca, senza nemmeno guardarlo.

"Si, ok, ma puoi spostarti? O devo passarti dietro?" ribatte con quel tono mezzo ironico che usa sempre per provocarmi.

Sospiro, esasperata. L'idea di sentire il contatto casuale della sua cintura o di qualcosa d'altro non mi fa impazzire. Decido di farmi da parte, anche se di malavoglia.

Lui passa lentamente accanto a me, lasciandomi una scia del suo profumo misto al fumo che si porta dietro, ed esce dal bagno senza dire altro.

Quando la porta si richiude, mi lascio andare con un sospiro più lungo. Mi siedo sul coperchio del water chiuso, prendendo il telefono dalla borsa. Forse è meglio distrarmi, non pensare a tutto questo caos. Ma mentre accendo lo schermo, sento ancora addosso il peso di quella breve conversazione, e di tutto quello che Lorenzo si porta dietro, ogni volta.

Insieme Da Una Vita-PAPA VDove le storie prendono vita. Scoprilo ora