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"Non volevo nemmeno rimaner qua," dico mentre prendo un boccone della carbonara, sentendo che la sua cucina riesce sempre a farmi sentire un po' più a casa, nonostante tutto. Il suono delle posate sul piatto e il calore della pasta sembrano contrastare con la tensione che c'è tra di noi, ma è tutto molto familiare.

"Ci sei rimasta, ti mancava la mia carbonara," dice lui, lanciandomi uno sguardo che tradisce una punta di orgoglio.

"Era buona ogni tanto," rispondo, cercando di non sembrare troppo coinvolta. Ma, sì, un po' mi mancava. Un po' troppo.

"After scopata, lo era di brutto," aggiunge, e io non posso fare a meno di girare gli occhi, un po' irritata, ma anche divertita dalla sua mancanza di filtri. Non mi sorprende più, ma mi dà sempre quella sensazione strana di fastidio mescolato a qualcosa di più complesso.

"Potevi decisamente mandarla via meglio," dico, facendo un cenno alla ragazza di prima, quella che ha cacciato in modo così brutale. "C'era un modo più elegante, no?"

"Non me ne poteva fregare un cazzo, Luna," dice lui, con un tono che suona quasi come una risposta inevitabile.

"Mhmh," rispondo, non convinta.

"Mh, cosa?" mi chiede, non riuscendo a capire davvero cosa mi stia passando per la testa.

"Con me non hai mai fatto così," dico, guardandolo negli occhi, cercando di far capire il punto. Nonostante tutto, non mi ha mai trattata come quella ragazza, mai in quel modo tanto diretto e senza scrupoli. C'era una sorta di... delicatezza, quando eravamo insieme.

"Perché mi piacevi," dice lui, con una sincerità che a volte mi sorprende. E non posso fare a meno di chiedermi se quelle parole siano solo un riflesso del passato o se stia davvero cercando di spiegarsi.

"Capito," rispondo, mantenendo il tono freddo. Ma, dentro, c'è una parte di me che si scioglie, che ha bisogno di crederci.

"Cioè, ti amavo, non lo so," dice, mentre si morde il labbro come per cercare le parole giuste. So che sta cercando di comunicare qualcosa di importante, ma non riesce mai a trovare la formula giusta.

"Quello che è," rispondo, non volendo più insistere. Non so più se sia una questione di orgoglio o di necessità. Voglio solo sembrare distante, ma dentro di me c'è ancora quella vecchia speranza che lui, in qualche modo, possa davvero capire.

"Lo sai che non so esprimermi," dice, con un sorriso un po' triste, che però riesce a toccarmi più di quanto mi aspettassi.

"Si, lo so," rispondo, questa volta con una gentilezza che non mi appartiene facilmente. Ma in questo momento, forse, è tutto quello che posso dargli.

Insieme Da Una Vita-PAPA VDove le storie prendono vita. Scoprilo ora