3.

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"Eh scusami per l'altra sera," dice Lorenzo, la sua voce più morbida questa volta. Si avvicina un po', mentre Matteo e Giulia sono fuori a fumare, dando un po' di spazio per un confronto privato.

"Mhmh," rispondo, senza neanche alzare gli occhi da quello che sto facendo, cercando di sembrare indifferente. Ma dentro di me, c'è un nodo che non riesco a sciogliere.

"Lo sai che ero ubriaco," dice, come se quella fosse una scusa sufficiente.

"Si, va bene, ok," rispondo con un tono freddo, cercando di non farmi coinvolgere emotivamente, mentre giro leggermente la testa per evitare il suo sguardo.

"Dai," insiste, alzando le spalle e avvicinandosi un po' di più. "Guarda che io ci tengo a te."

"Mah," dico, senza più convinzione, come se quelle parole non avessero più alcun peso per me. Le ho già sentite troppe volte, e stavolta non mi bastano. Mi giro verso di lui, ma il mio viso è privo di espressione, troppo stanca per giocare a fare finta.

Il suo sguardo si fa più intenso, ma io non posso fare a meno di sentire quel distacco che ormai è tra di noi. Non basta più.

"Luna dai, mi spiace," dice Lorenzo, avvicinandosi di più sul divano del salotto, il tono della sua voce è più calmo, ma ancora non riesco a non sentire quel velo di frustrazione dentro di me.

"Che vuoi?" rispondo, cercando di tenere una facciata indifferente.

"Chiederti scusa," dice, cercando di sembrare sincero, ma qualcosa mi dice che c'è ancora una parte di lui che non ha davvero capito cosa è successo.

"Va bene," rispondo secca, senza voglia di approfondire, ma allo stesso tempo riconoscendo che un minimo di chiusura ci sarebbe stata comunque.

Lui sospira e aggiunge: "Oh dai, se ti ci senti con lui e sei contenta va bene. Mi dà fastidio che ci hai scopato, ma se stai bene... io sono felice per te." Si fa più sincero, ma il suo atteggiamento non cambia, è quasi come se cercasse una sorta di approvazione da parte mia.

"Ma che hai fumato, dai?" rispondo con un sorriso forzato, ma il mio cuore è tutt'altro che tranquillo.

Lui mi guarda e si avvicina un po', come se cercasse di mostrarmi un'altra faccia di sé. "Sono serio, dai," insiste. Ma non riesco a credere completamente nelle sue parole.

"Va bene, grazie," dico, sentendo la conversazione come un peso che non voglio portarmi dietro.

Poi, con una sorta di sguardo più vulnerabile, aggiunge: "Mi manchi un po'."

Lo guardo negli occhi per un attimo, poi ribatto con freddezza: "No, io non ti manco. Ti manca il contatto fisico." La verità mi scivola via come un veleno, e anche se lui non lo ammette, lo so. È quello che cerca da me, ma io non sono più disposta a offrirglielo.

"No, a me manca svegliarmi e vederti lì con me," dice Lorenzo, la sua voce più morbida ora, ma ancora c'è qualcosa che non riesce a capire.

"Non apprezzavi mai me lì con te," rispondo, sentendo una punta di amarezza nella mia voce. Lui non mi ha mai veramente visto per quello che sono, solo per quello che gli serviva in quel momento.

Lorenzo sospira, come se finalmente stesse cercando di spiegarsi. "Senti, tu vuoi semplicemente troppo da me. Io voglio qualcosa, ma non so come spiegartelo. Stare del tempo insieme, ma non troppo," dice, sbuffando, come se stesse cercando di giustificare la sua indecisione.

"E io, cosa voglio davvero?" mi chiedo tra me e me, ma non voglio farmi troppe domande.

"Sei indeciso, io voglio qualcosa di serio con qualcuno che mi ami e non mi faccia sentire in difetto se voglio un bacio in più," dico con determinazione, guardandolo negli occhi. C'è una frustrazione che non riesco più a nascondere.

"Quando l'ho fatto?" chiede, ma la sua voce non ha la stessa convinzione di prima.

"Sempre," rispondo, sentendo un nodo allo stomaco mentre ricordo quei momenti. "Ai magazzini volevo darti un bacio dopo la serata e non mi hai cagata di striscio," aggiungo, mettendo in evidenza una delle tante occasioni in cui mi sono sentita trascurata, messa da parte.

Lorenzo rimane in silenzio per un momento, probabilmente sorpreso da quanto ho detto, ma non mi aspetto che capisca subito.

"Scusami, non me ne sono accorto," dice Lorenzo, ma il suo tono non sembra abbastanza sincero da farmi cambiare idea.

"Già vabbè," rispondo, incrociando le braccia e guardandolo con un misto di delusione e rabbia. Non so più quante volte gli ho dato il beneficio del dubbio, ma questa volta non posso ignorare quello che ho sentito e vissuto. Ogni volta che si scusa, sembra che non cambi nulla.

Lui fa una smorfia, forse rendendosi conto che le parole non bastano a sistemare le cose tra di noi. Ma ormai è troppo tardi, almeno per quanto mi riguarda.

Insieme Da Una Vita-PAPA VDove le storie prendono vita. Scoprilo ora