ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 𝟏𝟏 - ᴀꜰꜰʀᴏɴᴛᴀʀᴇ ʟᴀ ᴠᴇʀɪᴛà

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𝐓𝐡𝐞 𝐓-𝐊𝐢𝐥𝐥𝐞𝐫
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Il soggiorno della casa sul lago era avvolto in un silenzio opprimente. L'aria, fredda e pesante, sembrava comprimere i petti dei ragazzi seduti intorno a Jungkook, che giaceva immobile sul divano. Taehyung lo aveva adagiato lì con delicatezza dopo che era svenuto, cercando di tenerlo comodo, ma l'ansia che si leggeva nei suoi occhi tradiva il suo reale stato d'animo. 

Nessuno sapeva cosa fare. L'unico suono nella stanza era il lento ticchettio dell'orologio appeso alla parete e il fruscio del vento che entrava dalla finestra rotta, come un presagio funesto.

Hoseok, seduto con la schiena dritta e le mani strette tra le ginocchia, non riuscì a resistere oltre. Il silenzio era troppo. "dobbiamo portarlo in ospedale." Disse improvvisamente, e la sua voce tremava, tradendo l'agitazione che cercava di tenere sotto controllo.

Jin, appoggiato contro la cornice della porta, con le braccia incrociate e il volto stanco, scosse la testa. "non serve. Si sveglierà presto." Rispose con un tono secco, quasi irritato, come se tutto quello che stava accadendo fosse una seccatura inutile.

Taehyung sollevò lo sguardo da Jungkook e lo fissò, con un'espressione di profonda delusione e rabbia. "non posso credere che continuiate a trattarlo così. È svenuto, e voi continuate a pensare che tutto questo sia uno scherzo." La sua voce era carica di emozione, e la tensione tra i ragazzi si faceva palpabile.

Jin alzò un sopracciglio, guardandolo con freddezza. "non stiamo trattando nessuno male, Taehyung. È lui che si diverte a fare scherzi, e poi quando non regge più il gioco, sviene. Forse è stanco di portare avanti questa farsa." Disse, tamburellando nervosamente le dita sulla cornice del tavolo accanto a lui.

Taehyung lo fissò con disgusto, ma prima che potesse rispondere, Jimin, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, seduto su una sedia nell'angolo della stanza, alzò lo sguardo. C'era una nuova consapevolezza nei suoi occhi, un terrore sommesso che si stava facendo strada tra i suoi pensieri. Le sue mani tremavano leggermente mentre le appoggiava sul bordo della sedia.

"non è Jungkook che mi fissa durante la notte."

Tutti si voltarono verso di lui, colti di sorpresa. Il viso di Jin si contorse in una smorfia di confusione. "di cosa stai parlando?" Chiese, con il tono di voce sempre più irritato.

Jimin sembrava perso nei suoi pensieri, come se stesse ancora cercando di mettere insieme i pezzi di un puzzle spaventoso. "l'ho visto di nuovo." Mormorò, la sua voce si incrinava mentre parlava.

Hoseok lo fissò con gli occhi spalancati, il cuore che gli batteva forte nel petto. "chi?! Cosa?!" Chiese, già temendo la risposta.

Jimin deglutì, lanciando uno sguardo nervoso a Jungkook svenuto sul divano. "quando Jungkook è svenuto ... accanto a me c'era il ... il fantasma. Era lì, e mi guardava come se fossi io il colpevole ... poi è scomparso, e subito dopo la finestra è esplosa."

Un silenzio carico di tensione cadde sulla stanza. Tutti rimasero immobili, con i volti pallidi e le bocche leggermente aperte per lo shock. Le parole di Jimin aleggiavano nell'aria come una condanna silenziosa, un terrore che nessuno di loro voleva affrontare.

Hoseok si alzò in piedi di scatto, con il volto sbiancato. "aspettatte un attimo." Disse, quasi ridendo istericamente. "mi state dicendo che siamo in una maledetta casa infestata dai fantasmi, dove le finestre si rompono da sole, un fantasma fissa Jimin di continuo durante la notte, e per di più c'è una vecchia pazza che suppone che Jungkook non dovrebbe neanche essere vivo?! Ma che razza di vacanza è questa?!"

La sua voce tremava di paura, e nessuno osava contraddirlo. Tutti condividevano quella stessa sensazione di crescente orrore. La vacanza che avevano immaginato come un'occasione di relax e divertimento si stava trasformando in un incubo da cui sembrava impossibile scappare.

Yoongi, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si alzò dalla sedia e mise una mano sulla spalla di Hoseok. "calmati, Hobi. Non possiamo andare fuori di testa adesso. Dobbiamo restare lucidi."

Namjoon annuì, con il viso serio e concentrato. "se quello che Jimin ha visto è vero." Iniziò a dire lentamente. "allora significa che quello che vede non è Jungkook. È ... un fantasma vermente."

Jin scosse la testa, scuotendo le mani come per liberarsi da quei pensieri inquietanti. "ragazzi, vi prego. I fantasmi non esistono. È solo un caso di isteria. Siamo tutti stressati, e ci stiamo suggestionando a vicenda." Poi puntò lo sguardo su Jimin, con il tono più duro. "e poi, perché un fantasma dovrebbe avere l'aspetto di Jungkook? Non ha alcun senso!"

Jimin sbuffò, stanco di essere messo in discussione, ma il suo sguardo rimase fisso sul pavimento, incapace di affrontare direttamente gli altri. Sentiva che stava impazzendo. Che tutto quello che stava accadendo fosse una qualche proiezione della sua mente confusa.

Hoseok si passò una mano tra i capelli, nervoso. "ragazzi, ve lo chiedo per l'ultima volta : ce ne vogliamo andare da questa casa degli orrori si o no?!"

Jimin stava per rispondere, cercando di dare voce al vortice di emozioni che gli affollavano la mente, ma improvvisamente si bloccò, con il viso impallidito di colpo. Gli occhi si spalancarono, e il respiro gli si fermò in gola.

Proprio davanti a lui, a pochi passi di distanza, c'era di nuovo lui. Il fantasma di Jungkook. Stava in piedi, immobile, accanto alla porta che dava verso una parte della casa che i membri non avevano ancora esplorato.

Le gambe di Jimin si irrigidirono, come se fossero incatenate al pavimento. Il fantasma non parlava, ma i suoi occhi lo trapassavano, carichi di una colpa che sembrava puntare direttamente su di lui. Poi, lentamente, il fantasma alzò una mano tremante e indicò la porta accanto a lui.

"la cantina." Sussurrò il fantasma con una voce bassa, quasi un eco lontano, ma abbastanza forte da farsi sentire da Jimin.

Jimin rimase paralizzato, incapace di staccare lo sguardo da quella figura spettrale che sembrava più reale di ogni altra cosa nella stanza. Il cuore gli batteva a mille, e le mani gli tremavano.

Gli altri notarono subito il suo cambiamento. "Jimin?" Chiese Taehyung con voce preoccupata, vedendo l'espressione terrorizzata dell'amico. "cosa c'è?"

Jimin non riusciva a rispondere. Il fantasma era lì, eppure nessun altro sembrava notarlo. Sentiva le voci degli altri distanti, come se fossero in un'altra dimensione.

La figura rimase immobile ancora per qualche secondo, con gli occhi pieni di una silenziosa accusa, e poi svanì, lasciando dietro di sé solo un'ombra inquietante e un silenzio carico di orrore.

Jimin deglutì a fatica. Non c'era più dubbio : doveva 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐭à di quella casa ... e della cantina.

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🅣🅞 🅑🅔 🅒🅞🅝🅣🅘🅝🅤🅔🅓...✍️

𝐓𝐡𝐞 𝐓-𝐊𝐢𝐥𝐥𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora