JasCinque anni. Cinque anni sono passati dall'ultima volta che l'avevo visto, eppure è cambiato così tanto. La mascella più dura, gli occhi più cupi, segnati dall'ombra di qualcosa che non riesco a decifrare. Indossa una divisa da bidello, ma sembra ancora in guerra con tutto e tutti. I suoi occhi si sollevano, incontrando i miei e il silenzio è l'unica cosa tra di noi. Per un istante, il mondo si ferma. <<Oh scusami...Jasmine>> dice con voce roca e graffiata dai ricordi. Sento il mio cuore riprendere a battere, troppo veloce, troppo forte. <<Che ci fai qui?>> sussurro mentre abbasso lo sguardo, osservando il pavimento lucido sotto di noi.
<<Sto solo cercando di ricominciare.>> Ricominciare. Come si fa a ricominciare quando il passato è ancora così vivo? Quando il dolore non si è mai davvero placato? <<Non pensavo che ti avrei più rivisto>> affermo con la voce tremante. <<Non pensavo di rivederti nemmeno io>> ammette, senza emozioni.
<<Ma eccomi qui. Non c'è molto altro da dire.>> Sento qualcosa spezzarsi dentro di me. Lui è tornato. Eppure sembra così distante, così diverso da quello che ricordavo. <<Cinque anni>> mormoro. <<E tutto quello che hai da dire è 'eccomi qui'?>> <<E cosa dovrei dire? Che mi dispiace? Non cambierebbe niente, Jasmine.>> dice con fare strafottente. Le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo. Mi tremano le mani. Come fa a rivolgersi con me in questo modo mi domando. <<L'ho fatto per te>> risponde teso, noncurante del suo orgoglio. Queste parole mi lasciano senza fiato. Non riesco a respirare. Non voglio pensarci. Non voglio ricordare. La campanella suona, il suono che sembra un urlo in questo silenzio opprimente. Mi volto, pronta a fuggire, pronta a lasciarlo lì, ma la sua presa sul mio braccio me lo impedisce.
<<Tu hai distrutto tutto>> dico, cercando di mantenere la voce ferma. <<Hai distrutto la mia vita e quella dei miei fratelli.>> Nicholas non risponde, la sua mascella è serrata, ma nei suoi occhi vedo qualcosa di feroce. Un dolore che non riesce a nascondere. La calma apparente che aveva mostrato all'inizio inizia a sgretolarsi. Stringe le mani a pungo lungo i fianchi, e quando inizia a parlare la sua voce è carica di una rabbia trattenuta da troppo tempo. <<Ah, certo>> sibila <<perché tu pensi che sia stato facile per me, vero? Cinque anni. Cinque dannati anni, Jasmine, in una cella, con il solo ricordo di quello che ho fatto per tenerti al sicuro>>. Ecco, questa è stata l'unica risposta che ho sempre temuto di ricevere, ma eccomi qui a sentirmi in colpa per essere stata la causa della morte di mio padre. Buffo vero? << Nicholas, io non...>> <<Tu cosa?>> mi interrompe, facendo un passo avanti per mostrarmi meglio i suoi occhi ora accesi di una furia dolorosa.
<<Tu non volevi? Tu non mi avevi supplicato di fermarlo?>>
<<Io non ti ho mai chiesto di ucciderlo.>> affermo abbassando lo sguardo. L'eco di questa frase cade pesantemente tra di noi, come una pietra in un pozzo senza fondo. <<Non potevo stare a guardare! Tu non sai tutto quello che è successo da quando me ne sono andato, pensi sia andato in vacanza?>> grida Nicholas. La sua voce è spezzata dall'emozione. <<Dovevo fare qualcosa! Ti aveva distrutta, Jasmine! E tu stavi zitta, lasciavi che continuasse, come se fosse normale.>> Scuoto la testa, e le lacrime iniziano a scivolare silenziose sulle mie guance.
<<Avevo paura... era mio padre.> Nel frattempo Nicholas ride amaramente, un suono che non contenente gioia, ma solo dolore.
<<Già, tuo padre. E io sono stato quello che ha pagato il prezzo, vero? Ho perso tutto per proteggerti. La mia vita, la mia libertà, e adesso tu stai qui a dirmi che non avrei dovuto farlo?>> Finalmente alzo lo sguardo su di lui con gli occhi gonfi cercando si ripulire le lacrime con le dita. <<Non ti ho mai chiesto di perdere tutto per me. Non volevo che finisse così.>> <<Finisse come? Preferivi continuare a subire in silenzio? Vivere ogni giorno con la paura?>> dice mentre fa un altro passo avanti, in modo da essere così vicino da poter sentire il calore della sua rabbia.
<<Non volevo perderti... ma ti ho perso lo stesso.>> dico. Lui non merita più il mio amore, così come io non merito questo trattamento. Inizio a sperare che tutto questo sia solo un sogno. Voglio solo scappare da qui. Le mie parole spezzano l'aria, e per un attimo il volto di Nicholas si ammorbidisce. La rabbia lasciò spazio a qualcosa di più profondo, una ferita che non si era mai chiusa. Si volta di scatto, passandosi una mano tra i capelli, cercando di ritrovare il controllo.
<<Pensavo che saresti stata felice di vedermi>> disse infine. <<Pensavo che avresti capito.>> Decido di fare un passo avanti, esitante, come se temessi di spezzare questo momento.
<<Per favore ora lasciami tornare in classe.>> Voltandosi lentamente verso di me, intravedo nei suoi occhi quella rabbia che sembrava ormai essere sparita. <<Vaffaculo.>> Il silenzio torna, pesante, carico di tutto ciò che vorremmo dire. Infine, Nicholas si allontana.
<<Non preoccuparti. Non voglio restare nel tuo mondo. Non sono più la persona che conoscevi.>> E con queste parole si volta, allontanandosi lungo il corridoio, lasciandomi sola con i fantasmi del passato.
