Draco rimase sveglio per molto tempo domenica mattina. Tutto era tranquillo. In quel momento non c'era alcun segno che il sonnolento Potter Cottage fosse l'epicentro della ribellione della nazione contro Lord Voldemort. Il quartier generale era avvolto nel profondo silenzio dell'alba che stava per arrivare, l'unico suono era il respiro profondo di Hermione.
Draco la guardò corrucciarsi nel sonno, come se anche in quel momento stesse risolvendo un enigma. Si era reso conto negli ultimi giorni di quanto gli piacesse guardare Hermione, a riposo o in movimento, mentre dirigeva gli altri o masticava una penna d'oca nei suoi pensieri. Ancora di più, assaporava i momenti in cui sembrava ricordarsi di lui dal nulla, fermandosi a metà passo e scrutando la stanza finché i suoi occhi non incontravano i suoi.Draco aveva osservato Hermione Granger correre per i corridoi di Hogwarts per sei anni, eppure in qualche modo—per tutto quel tempo—non era riuscito a vederla affatto. Ora non voleva battere ciglio, per paura di perdersi un secondo.
Tuttavia, fuori stava sorgendo l'alba ed era quasi ora per lui di recarsi a Halfhold Hill.
Nel trambusto dei preparativi per l'incontro, Draco era riuscito a reprimere il suo terrore negli ultimi giorni, ma ora, guardando il viso addormentato di Hermione, una nuova paura lo colpì. E se la presenza dei suoi genitori al quartier generale avesse cambiato i suoi sentimenti nei suoi confronti? Di sicuro, con sua madre e suo padre che vivevano accanto a Hagrid, Hermione avrebbe pensato sempre di più al terzo anno.
Draco si ricordò di sé stesso quell'anno in infermeria, mentre si stringeva il braccio perfettamente guarito, e chiamava a casa per dire che quella ferita avrebbe dovuto essere un motivo valido per licenziare quel goffo idiota che era stato il responsabile
Si alzò in piedi e cominciò a vestirsi, sentendo improvvisamente il bisogno di mettere distanza tra loro. Un'ondata di frustrazione lo stava travolgendo. I suoi genitori erano stati severi quando volevano. Avrebbero potuto mandare a Draco un gufo di ritorno dicendogli di guarire in fretta e di tornare presto ai suoi compiti scolastici... ma no. Avevano visto un'opportunità per purificare Hogwarts da Hagrid.
Quante volte suo padre aveva definito il guardacaccia una vergogna per la scuola, un selvaggio, il barbaro preferito di Silente?
Quante volte Draco aveva fatto lo stesso?
Mentre Draco si allacciava il mantello invernale, cercò di schiarirsi le idee, ma dal Maniero, i pensieri erano diventati inevitabili. Aveva persino iniziato a sognare cose che aveva detto e fatto prima di quest'anno, che si ripetevano più e più volte nel suo subconscio in modo così vivido che si svegliò sentendosi irrequieto. Ogni singola azione portava con sé correnti sotterranee di disagio. Quando si spazzolò i denti, ricordò i denti anteriori di Hermione che crescevano dolorosamente lunghi, gli occhi di lei che si riempivano di lacrime mentre lui, Tiger e Goyle erano sconvolti da parossismi di risate. Quando mangiava, pensava alle sue parole furiose nella Stanza delle Cose Nascoste quando gli aveva chiesto di rispondere per Dobby, picchiato quasi ogni giorno mentre gli cucinava i pasti e gli lavava i vestiti.
Draco si disse che quella riflessione senza fine era idiota, che era funzionalmente inutile, che — nel caso di Dobby, almeno — era troppo piccolo per capire davvero... ma continuava e continuava. Gli faceva venir voglia di respingere Hermione, per impedirle di essere contaminata. Gli faceva venir voglia di aggrapparsi a lei, terrorizzato che tornasse in sé e se ne andasse.
Gli occhi di Draco scivolarono sull'orologio sul muro. Era ora.
Si lasciò guardare Hermione per un ultimo momento. Ora si stava agitando, nel suo pigiama di cotone.
Si smaterializzò.
Halfhold Hill era gelida e spazzata dal vento, il cielo di un viola torturato. Draco si guardò intorno e per un solo momento pensò di essere solo, che questa fosse un'altra falsa pista.
Poi due figure uscirono da dietro l'unico albero massiccio le cui radici erano affondate profondamente nella collina. Suo padre, alto e ancora troppo magro per Azkaban, capelli biondi sul lato argentato. Sua madre, con le guance screpolate e rosse dal vento.
I Malfoy non erano una famiglia espressiva. Ma in quel momento, i genitori di Draco lo stavano guardando come se avessero visto un'apparizione, i loro volti tradivano amore, dolore e sollievo. In quell'istante, le paure di Draco furono sopraffatte da un altro sentimento che gli sbocciò nel petto. Ricordò il sentimento di orgoglio che aveva provato per tutta la vita: l'orgoglio di essere un Malfoy.
Sebbene fosse cambiato, era ancora un Malfoy. Lo sarebbe sempre stato. I Malfoy erano sottili e sicuri, resilienti e pieni di risorse. I Malfoy scivolavano oltre ogni ostacolo l'uno verso l'altro.
"Madre" salutò Draco con una voce sottile e un po' tremante. "Padre".
Senza parole, si fecero avanti e lo abbracciarono.
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The Disappearances of Draco Malfoy by Speechwriter (TRADUZIONE) [IN REVISIONE]
FanficLa notte in cui Harry e Silente tornano dalla caverna, i Mangiamorte tardano ancora un minuto a raggiungere la cima della Torre di Astronomia e Draco Malfoy abbassa la bacchetta, accettando l'aiuto di Silente. È una riscrittura dei Doni della Morte...