Scaricato il legno, Pencroff si dette subito da fare per rendere abitabile la grotta scelta come abitazione, ostruendo le aperture con sabbia, pietre, rami intrecciati saldamente e terra bagnata per evitare il passaggio dei venti. Venne lasciata una sola via libera, una specie di condotto, per il fumo. Nell'interno, la grotta era suddivisa in tre o quattro camere, se si potevano definire in tal modo certe tane delle quali una fiera si sarebbe disdegnosamente accontentata. Ma ci si stava al riparo, ci si poteva stare in piedi, almeno nella più grande, che era al centro della grotta. Il suolo era coperto da una sabbia finissima.Insomma, in attesa di meglio, ci si poteva arrangiare abbastanza bene.
Pencroff e Harbert lavoravano di buzzo buono, e parlavano.
- Non credi, Pencroff, che i nostri compagni avranno trovato una casa migliore di questa nostra?
- Può darsi; ma, nel dubbio, non astenerti dal lavoro. Meglio due corde sull'arco che nemmeno una corda.
- Pur che riportino l'ingegnere Smith, e non avremo più nulla da chiedere al Cielo.
- Sì... Che uomo, l'ingegnere! Non se ne trovava un altro...
- Trovava?!... Ma allora tu disperi di rivederlo?
- Dio me ne guardi.
Intanto, il lavoro era finito, e Pencroff se ne dichiarò soddisfattissimo.
- Ecco - disse. - Ora i nostri compagni possono tornare;troveranno un rifugio sufficiente.
Restava da costruire il focolare e preparare la cena. Una cosa semplice e facile, in fondo. In fondo a una specie di corridoio scavato fra le rocce, nella grotta, sotto l'apertura che era stata lasciata apposta per l'uscita del fumo, furono collocate delle grosse pietre rotonde e piatte. C'era anche questo di buono:quel calore che non se ne sarebbe uscito insieme col fumo dall'apertura, sarebbe bastato ad assicurare alla «casa» una temperatura conveniente. In una delle «camere» venne ammassata la provvista di legna, e poi il marinaio dispose sulle pietre del focolare improvvisato dei grossi ceppi mescolati a legna minuta. Fu a questo punto che Harbert gli domandò se avesse degli zolfanelli.
- Perbacco - gli rispose Pencroff. - E aggiungo, per fortuna;perché senza zolfanelli o senza esca, saremmo in un brutto impiccio.
- Non potremmo fare del fuoco come i selvaggi, strofinando energicamente due pezzi di legno uno contro l'altro? - Provaci,provaci, figliolo, e vedremo se ce la fai prima a ottenere il fuoco o a romperti le braccia.
- Eppure, è un metodo assai in uso nelle isole del Pacifico.
- Non dico di no; ma bisogna concludere che quei selvaggi sanno come si fa, oppure usano del legno particolare, perché io l'ho provato cento volte, e non ci sono mai riuscito. No;preferisco gli zolfanelli. Dove sono, a proposito?
Pencroff cercò la scatola per tutte le tasche della giacca e dei pantaloni, ma, con sua grande sorpresa, non la trovava.
- Ecco una cosa maledettamente seccante - brontolò. - La scatola deve essermi caduta dalla tasca, e non me ne sono accorto. Tu, Harbert, non hai uno zolfanello o qualche cosa da accendere?
- No, Pencroff!
Il marinaio uscì dalla grotta grattandosi la testa energicamente e, con Harbert, si dette a cercare ansiosamente nei dintorni,sulla sabbia, se per caso si trovasse la sua scatola preziosa. Era una scatola di rame, e difficilmente avrebbe potuto sfuggire ai loro occhi.
- Sei sicuro, Pencroff, di non aver buttato fuori dalla navicella anche quella scatola?
- Oh, me ne sono guardato bene. Soltanto, capirai, con tutti quegli scossoni che abbiamo subito, è facile che un oggetto così piccolo si sia smarrito. Anche la mia pipa, vedi, è sparita.Maledizione! Dove può mai essersi cacciata quella diabolica scatola?
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L'isola Misteriosa - Jules Verne.
AdventureDurante l'assedio di Richmond nel 1865 nella guerra di secessione americana cinque prigionieri ; Cyrus Smith, Gideon Spilett, Nabucodonosor, Bonadventure Pencroff e Herbert Brown, decidono di fuggire dalla città in una maniera piuttosto inusuale, ru...