XII

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L'indomani, 18 febbraio, venne esplorata tutta la parte boscosa che formava il litorale del promontorio del Rettile alla fine della Cascata. Si trattava di una foresta larga da tre a quattro miglia, che venne frugata a fondo, fra una costa e l'altra della penisola. Gli alberi erano altissimi e stupendi, così da ricordare le foreste vergini d'Africa e d'America. Ma lo scopo dei coloni non era quello di ammirare e studiare le bellezze vegetali della zona. Essi sapevano che la loro bella isola, degna di poter figurare accanto alle Canarie, il cui primo nome era stato quello di isole Fortunate, non apparteneva più soltanto a loro,ma che altri ne avevano preso possesso, un gruppo di scellerati che bisognava distruggere senza pietà.

Lungo tutta la costa occidentale, non vennero trovate tracce di sorta.

- Non mi stupisce - osservò Cyrus. - I banditi sono scesi sull'isola nei dintorni della Punta del Rottame, e di là si sono subito cacciati nelle foreste del Far West, dopo aver traversato gli stagni dell'Anitra. Devono aver seguito press'a poco la strada che abbiamo fatto noi lasciando il Palazzo di Granito. E difatti vi abbiamo trovato numerose tracce del loro passaggio. Ma, giunti sulla costa, devono avere capito che non ci sarebbe stata più per loro una via di ritirata opportuna, e allora sono risaliti verso settentrione, scoprendo così il nostro recinto.

- Dove, forse, a quest'ora, sono ritornati... - osservò il marinaio.

- Non lo credo - fece l'ingegnere. - Devono ben immaginare che le nostre ricerche ci porteranno là. Il recinto non dev'essere per loro che un luogo dove rifornirsi, non un accampamento definitivo.

- Anch'io sono del vostro avviso, Cyrus - disse il giornalista. Secondo me, è tra i contrafforti del monte Franklin che avranno cercato e trovato un rifugio.

- E allora, signor Cyrus, andiamo al recinto - fece Pencroff. Bisogna finirla e fin qui abbiamo perduto il nostro tempo.

- No, amico mio. Voi dimenticate che noi desideravamo sapere anche se le foreste del Far West celavano qualche abitazione. Non dimentichiamoci mai che la nostra esplorazione ha un duplice scopo.

Se, da una parte, noi dobbiamo punire un delitto, dall'altro abbiamo un dovere di riconoscenza da assolvere.- Giusto, signor Cyrus - consentì il marinaio. - Aggiungerò, da parte mia, che noi non troveremo quel fior di gentiluomo se non quando e dove lui vorrà.

Era infatti probabile che il rifugio del loro protettore fosse altrettanto misterioso del suo abitatore.

Quella sera, il carro si fermò alla foce del fiume della Cascata. Si pose l'accampamento e si organizzò il servizio di guardia come le altre notti. Harbert, tornato il giovanotto gagliardo di prima, rifioriva sotto quelle foreste, all'aria salubre del mare,sotto i caldi raggi del sole. Oramai, non viaggiava più sul carro, ma camminava in testa alla colonna.

L'indomani, 19 febbraio, i coloni risalirono il corso della Cascata sulla sua riva sinistra. Erano a circa sei miglia dal monte Franklin.

Cyrus progettava di scandagliare attentamente la valle e arrivare cautamente al recinto; se l'avessero trovato occupato,avrebbero dato senz'altro l'assalto ai banditi; se non lo era, i coloni ne avrebbero fatto il centro delle loro operazioni e delle loro ricognizioni lungo i contrafforti della montagna.

Ci si incamminò lungo la stretta valle fra i due più potenti contrafforti del monte Franklin. Era un terreno montuoso,accidentato, propizio alle imboscate, e lungo il quale si avventurarono prendendo tutte le misure di precauzione possibili: Top e Jup facevano da esploratori, rivaleggiando in agilità e intelligenza. Niente però indicava che quella valletta fosse già stata percorsa e verso le cinque di sera il carro si fermava a circa seicento metri dalla palizzata del recinto.

L'isola Misteriosa - Jules Verne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora