I fratelli Van Rosenborne dominano Elkhart Lake, una cittadina incastonata tra le sponde di un lago smeraldino.
Per gli abitanti, sono l'incarnazione del privilegio e della perfezione: giovani, brillanti, e apparentemente intoccabili.
Edgar, il mag...
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La foresta mi avvolge con le sue ombre vive e spaventose.
Ogni ramo che si spezza sotto i miei piedi sembra un tuono, un avviso della mia presenza che si diffonde come un grido di sfida.
Le lanterne che brillavano nella radura sono ormai un ricordo lontano, divorate dall'oscurità che mi circonda. Il cuore mi martella nel petto, un ritmo frenetico che si accorda con il mio respiro affannoso.
Tum. Tum. Tum. Tum.
So che mi stanno seguendo. Non posso vederli, ma sento il loro peso nell'aria, una presenza opprimente che mi fa rabbrividire.
Hugh e Harry non sono semplici inseguitori. Sono predatori. Ed è chiaro che questo gioco li diverta più di qualsiasi altra attività.
L'aria è pungente, odora di muschio e mi pizzica le narici, più mi inoltro in questo labirinto di alberi, rami e arbusti e più l'ossigeno inizia a mancarmi.
È buio pesto, maledizione! Sto correndo a perdifiato e alla cieca, perché io non conosco la foresta. Loro sì. E sono in vantaggio, come sempre.
Il mio respiro diventa più profondo a ogni passo, il cuore pulsa velocissimo, mi fermo un attimo, posando una mano sul petto. Questa esperienza che sto vivendo è più alienante di un'overdose, ma in questo caso sono cosciente e dovrò salvarmi da sola. Mi guardo intorno, avvertendo la loro presenza sempre più vicina, così decido di nascondermi.
Mi accovaccio dietro un tronco massiccio, cercando di controllare il respiro, le mie mani stringono il pugnale con forza, sembra pesare tra le mie dita, e non so se sarò in grado di usarlo, ma lo tengo stretto comunque.
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Provo a regolarizzare il mio respiro e riesco mio malgrado a confonderlo con il fruscio delle foglie mosse dal vento.
Brava, Mavis. Continua a respirare piano.
Un piccolo respiro. Un altro. Un altro ancora. Tanti piccoli respiri.
Il silenzio intorno a me è innaturale, è come se la foresta stessa stesse trattenendo il fiato, complice dei miei inseguitori.