I fratelli Van Rosenborne dominano Elkhart Lake, una cittadina incastonata tra le sponde di un lago smeraldino.
Per gli abitanti, sono l'incarnazione del privilegio e della perfezione: giovani, brillanti, e apparentemente intoccabili.
Edgar, il mag...
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L'aria nella cappella si svuota, densa di un silenzio inquietante, quasi doloroso, quando Mavis scompare oltre la porta. Rimango immobile, il corpo rigido come una statua, mentre la mia mente si aggrappa all'immagine di lei.
ll mio sguardo rimane incollato al punto dove le sue labbra hanno tremato, dove il suo corpo si è sciolto al mio tocco, dove i suoi occhi hanno brillato di rabbia, paura e smania. Ah, Mavis. Una creatura così fragile, eppure così feroce. È un peccato che non lo comprenda ancora: la sua resistenza non è altro che un preludio alla resa.
E quando accadrà – perché accadrà – non ci sarà modo di tornare indietro. Io sarò in lei, in ogni goccia del suo sangue, nel ritmo del suo respiro. Mi insinuerò nei suoi pensieri, fino a impossessarmi della sua anima come una legione di demoni. Non ci saranno riti oscuri, né miracoli in grado di estirparmi. Vivrò in eterno dentro di lei.
Rimango fermo per un momento, il profumo fruttato e selvatico della sua pelle aleggia ancora nell'aria, un ricordo che si mescola all'odore acre di polvere e peccato antico.
Non posso lasciarla andare così facilmente. No, non ancora.
Mi muovo, i miei passi leggeri come il respiro della notte. La porta della cappella si richiude dietro di me con un cigolio sommesso, e la foresta mi accoglie con il suo abbraccio oscuro. Le fronde alte filtrano la luce lunare, creando ombre che danzano come spettri, e io mi muovo tra di esse, una presenza tra le presenze.
La seguo a distanza, il mio respiro che si armonizza con i sussurri della foresta. Mavis cammina come se stesse fuggendo dai suoi stessi pensieri, i suoi passi rapidi e incerti. I suoi capelli, quel colore vibrante che taglia il buio come una lama, sono l'unica chiazza di vita in questo mondo morto.
Li odio.
Quel colore lampeggia nei miei ricordi, un pugno nel buio, un grido di dolore, una ferita mai chiusa e ancora sanguinante. Mi fa male, eppure non posso fare a meno di fissarli. Più fa male, più non riesco a distogliere lo sguardo.
Mavis rallenta, i suoi passi che si fanno esitanti. Sa che sono qui. Non mi vede, ma mi avverte, perché io sono già dentro di lei.
La sua determinazione è tangibile, quasi elettrica, e tuttavia c'è anche il suo terrore, nascosto appena sotto la superficie. Non sono sicuro di quale dei due trovo più affascinante, più eccitante. Forse entrambi.
Quando ho pianificato questa caccia con Vincent, l'idea era semplice: distruggerla. Ridurla a uno spettro, annullarla come essere umano. Ma Mavis... non è ciò che immaginavo. La sua forza d'animo è una spada che fende il mio stesso piano, la sua sfida una scintilla che infiamma qualcosa di più oscuro in me.
Perché lei non ha paura di morire. Probabilmente, ha già incontrato la morte, le ha sussurrato all'orecchio. E ora non può farle più timore.