9. Dolcetto o scherzetto?

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(Canzone consigliata: All I Want - Oscen).

Iris.

Erano passati alcuni giorni da quella sera all'Heart, da quando ero convinta di aver visto quel ragazzo dall'altra parte della strada. L'inquietudine si era annidata dentro ai miei muscoli, per poi cedere il posto alla curiosità.

Chi era?

Quella era la domanda che tutte le mattine mi faceva alzare dal letto e la stessa che mi induceva a fissare il vuoto mentre mi gustavo il mio Matcha Latte.

Come proprio in quel momento, nemmeno i raggi del sole che filtravano dalle finestre riuscivano a svegliarmi del tutto da quello stato che somigliava tantissimo a un loop infinito. Perfino la mia bevanda preferita non riusciva a donarmi quel piccolo piacere che amavo avvertire sulla mia lingua e nel mio stomaco.

L'unica cosa che fu in grado di destarmi da quel torpore fu la vibrazione del mio cellulare. Pensavo fosse Kyle, visto che in quei giorni non c'era stato nemmeno un momento in cui non ci fossimo scambiati dei messaggi.

Anche se parlavamo di cose futili, era piacevole avvertire quella piccola scintilla di eccitazione tutte le mattine in cui mi mandava il suo buongiorno.

Ma quando presi il mio cellulare tra le mani, mi accorsi che non si trattava di Kyle.

Era una notifica di Instagram, Mason aveva appena pubblicato una foto.

Avevo perfino dimenticato di aver tenuto le notifiche attive relative alle sue pubblicazioni sui social.

Senza pensare a quanto potessi essere masochista, aprii quella foto.

Il Matcha Latte che avevo nello stomaco si rivoltò quando il suo viso incontrò i miei occhi. Solitamente, le sue foto potevano essere riassunte in locali, viso rivolto verso il basso dove aveva la sua console, le cuffie sempre intorno al suo collo.

Quella foto era uguale alle altre, ma in un certo senso diversa.

Guardava direttamente la fotocamera in un modo così intenso che sembrava mi stesse guardando, i suoi occhi eterocromi erano illuminati da un fascio di luce del locale. Aveva un leggero sorriso dipinto sulle sue labbra carnose, sembrava quasi un ghigno.

Il suo piercing sulla narice brillava come un diamante e i suoi capelli corvini erano disordinati. Le sue cuffie erano sempre al solito posto, intorno al suo collo, ma non riuscivano a nascondere i suoi tatuaggi. Le luci del locale dove era stata scattata quella foto rendevano il tutto ancora più intenso e oscuro.

Presi un respiro profondo mentre leggevo la didascalia, anche se non era nulla di nuovo o strano. Ringraziava il suo staff e tutti i clienti della discoteca per la serata fantastica e piena di divertimento che avevano passato insieme.

Dal luogo citato notai si trovasse ancora a Singapore e non sapevo nemmeno perché quella notizia mi avesse donato il fiore incolore della delusione nel mio cuore.

Avrei dovuto iniziare a camminare per la mia strada. Ecco spiegato il motivo per cui disattivai le notifiche relative alle sue attività sui social.

Dio, mi sentivo così patetica per aver anche solo pensato che inserendo quell'impostazione sarei riuscita a sentirlo più vicino. A sentirmi meno sola.

Quando invece ad ogni sua foto pubblicata il vuoto dentro al mio petto diventava sempre più profondo, pezzo dopo pezzo. Da quando era partito ero entrata così radicalmente in un circolo vizioso autodistruttivo, che quando non mi facevo del male pensando a lui, mi sentivo strana e fuori posto.

Come se dovessi soffrire per la sua partenza tutti i minuti di ogni fottuta giornata.

Ma non era giusto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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