Capitolo 6

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🥀Alison🥀
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Mi precipitai giù per le scale, e ringraziai la Dea di avere il gene, senza cadere al pianterreno.

Mi sono diretta alla sala da pranzo, ove è riunita l'intera famiglia di Daryl e Leah.
La sala da pranzo era piena di chiacchiere e del tintinnio delle posate sui piatti, ma non appena entrai, la stanza calò nel silenzio.
Tutti gli occhi erano puntati su di me, compresi quelli di Daryl, che aveva ancora un'espressione corrucciata e pensierosa.

Feci un sorriso tirato e mi sedetti al tavolo, prendendo il pane e il burro.
La tensione nell'aria era palpabile e potevo quasi sentire gli sguardi dell'intera famiglia Writingham osservarmi ogni mio movimento.

Sospirai e alzai lo sguardo, lanciando un'occhiata a tutti i presenti mentre addentavo la fetta di pane imburrata.

"Cosa c'è?" Domandai bofonchiando con il pane tra i denti.

La stanza rimase in silenzio per un momento prima che Daryl finalmente parlasse, con tono calmo ma fermo.
"Ali...c'è qualcosa di cui dobbiamo discutere", disse, fissandomi intensamente.

Chiusi brevemente gli occhi e sbuffai.
Lasciai mollamente il pezzo di pane morsicato sul mio piatto.
"Daryl, di nuovo? Già mi basta la predica dell'altro ieri." gemetti.

Daryl si sporse in avanti sulla sedia, appoggiando i palmi delle mani sul tavolo.
"So che ti ho già fatto la predica, ma questa è importante", disse con un tono che non lasciava spazio a discussioni.

Lo fissai con un sopracciglio alzato e lanciai un'occhiata agli altri membri della sua famiglia presenti.

Poi tornai da Daryl: "Di che tipo?" Domandai con curiosità.

Daryl prese un respiro profondo, tenendo gli occhi smeraldini fissi su di me.

"Dobbiamo discutere di quello che è successo l'altro giorno", disse con voce bassa e seria.

Aggrottai la fronte, confusa,
"DD...Ti ho già detto tutto. Non so perché ci ha protette." Brontolai.

Daryl si appoggiò allo schienale della sedia e si strofinò la fronte con la mano.
"So che non lo sai." Iniziò, con tono frustrato. "Ma dobbiamo capire perché l'ha fatto."

Lo guardai interrogativamente,
"E quindi? Cosa c'entro io? Mi manderai a cercarlo ora?" Dissi l'ultima parte con sarcasmo.

Daryl mi guardò con gli occhi socchiusi, lasciandomi un'occhiataccia.
"No, non ti manderò a cercarlo", disse con tono seccato.

Sorrisi, felice di sapere che non mi stava mandando a caccia di guai lui stesso.

"E allora cosa dovrei fare?" Domani, incrociando le braccia contro il mio petto.

Daryl sospirò profondamente, passandosi una mano tra i capelli,
"Voglio che tu tenga occhi e orecchie aperti. Dell'intruso o persona sospetta tu veda o senta, devi farmelo sapere immediatamente." Propose con tono calmo.

Mi morsi ripetutamente il labbro, "Perché io? Le tue sentinelle non sono sufficienti?"

Daryl alzò un sopracciglio, fissandomi,
"Le sentinelle sono abili e svolgono un buon lavoro, ma ho bisogno di tutto l'aiuto possibile", disse con un tono che non ammetteva discussioni.

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