Chapter 2.

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11 Settembre.

Ecco arrivato il primo giorno di
scuola, dopo 3 lunghi mesi di vacanza.
La fase di preparazione fu stranamente breve. Mi misi dei semplici jeans neri e una maglietta grigia, dopodiché scesi per salutare e uscii velocemente. Il freddo autunnale stava già cominciando a sentirsi, il vento mi colpiva la faccia in continuazione.

Ero stanca e assolutamente non pronta ad affrontare un nuovo anno scolastico.

Volevo scappare.
Scappare via da tutto e da tutti. Fuggire per poi non tornare mai più. Volevo andare in un posto sconosciuto, dove nessuno avrebbe potuto trovarmi. Molte volte mi ritrovavo a pensare a questo. Scappare e far perdere ogni mia traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo mia, vivere davvero. Voglio fuggire per esplorare. Per sognare. Per scoprire. Qua mi sento come in una gabbia. Certe volte è come se non riuscissi a respirare. Loro non mi fanno respirare, e sono come se stessi per crollare.

Ma la musica c'è per questo. È la mia ancora di salvezza. Quella che mi salva dalle macerie che mi cadono addosso. Quella che mi salva da tutto. E soprattutto da tutti. Ero molto delusa riguardo alle persone. Non ero mai riuscita a trovare qualcuno che mi capisse o che almeno.. ci provasse.

Questi pensieri furono subito scacciati via quando vidi l'immensa scuola davanti a me, con i suoi vecchi mattoni. Mi fermai un secondo per osservare l'edificio nel quale sarei dovuta entrare per un altro anno. Era sempre la solita vecchia scuola.

"Ehi Lily!" Era Jennifer. Jen era la mia migliore amica. Nemmeno con lei mi confidai. Una volta ci provai, ma mi resi conto che a nessuno interessava realmente ciò che provavo.

Mi sentivo assolutamente incompresa, ma ormai avevo cominciato ad abituarmici. Mi tenevo sempre tutto dentro, però sapevo che un giorno sarei scoppiata e avrei dovuto raccontarlo a qualcuno, perché ora fa male. Fa male sapere che nessuno è lì a sostenerti. Nessuno è lì a consolarti. No, perché ognuno pensa ai fatti propri, e poi ci sono io che sono un completo disastro e non ci riesco. Io sono sempre pronta ad aiutare gli altri, ma che senso ha se a loro non frega niente di me? Mi sento come un oggetto e giuro che non c'è cosa peggiore di essere usati. Con Jennifer succedeva sempre così. Io la aiutavo sempre, però sembrava che a lei non importasse come stessi io e non le interessava sapere se avevo bisogno d'aiuto.

Nonostante ciò, la consideravo sempre mia amica, perché era l'unica con cui uscivo e l'unica che mi stava davvero simpatica, al di fuori dei suoi difetti.

Camminammo intorno al cortile della scuola, parlando di come avevamo passato le vacanze. Però, ad un tratto la campanella suonò, perciò entrammo in classe.

Era iniziato un nuovo anno infernale.

***
Eeehi! Questo è un capitolo di passaggio, ma ditemi comunque se vi piace :)
Bene, ci vediamo al prossimo.
xmirux

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