Making out

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Dodicesimo prompt:
Making out/pomiciare



"Dio, che caldo." sbuffò John sdraiato sul letto, la pancia all'aria, le mani e le braccia aperte nel tentativo di prendere aria. Perchè il condizionatore si era rotto a metà luglio? Perchè?

38 gradi.

Non aiutava di certo il fatto che Sherlock gli volesse stare appiccicato, nello stesso letto, a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro.

Toccarsi faceva troppo caldo.

"Se sudiamo ancora di più ci sentiremo meglio." sussurrò Sherlock nella camera in penombra, le tapparelle abbassate fino a far entrare solo uno spiraglio della luce del sole estivo.

"Stai zitto." ribattè John, muovendo il braccio per arrivare ai capelli, imperlati, no, bagnati, di sudore.

"Hai voglia di...?"

"Oh, no. Sherlock, non ricominciare, fa troppo caldo, ci disidrateremmo nel tentativo."

"Ma mi annoio!" protestò.

"Esci!"

Sherlock si mise seduto su un lato, completamente nudo, "John, se varcassi quella soglia potrei non fare mai più ritorno. Morirei. Fa troppo caldo per uscire, per vestirsi, per..."

"Appunto, non ricaveresti niente dallo..."

"Avere un'esperienza sessuale con te?" suggerì il detective innocentemente.

"Lo avrei detto in altri termini."

"Sei troppo volgare.", commentò Sherlock, passandosi un fazzoletto sotto il collo.

"Mi annoio anche io, se ti può interessare." aggiunse John, prendendo un altro generoso sorso d'acqua dalla bottiglia sul pavimento.

Sherlock si sedette, chinandosi su John e dandogli un bacio sulla guancia, vicino alla bocca. Gli passò la mano sul petto liscio fino a raggiungergli la spalla, "Ti fa male?", chiese dolcemente, tracciando i contorni della cicatrice a stella.

"Il caldo non fa altro che peggiorarla."

Sherlock lo baciò di nuovo, questa volta in modo più insistente, toccandogli le labbra, mentre le braccia circondavano il corpo accaldato di John e scorrevano fino alla schiena per stringerla ancora più forte, mentre la scia di baci scendeva lentamente verso il basso, fino al petto, poi fino allo stomaco, fino a fermarsi dove gli occhi del detective incontrarono la stoffa dei pantaloncini estivi del coinquilino.

"Sherlock, togliti di li."

Il detective alzò lo sguardo sorpreso, "Cos'ho fatto di male?"

"Niente, è solo... togliti." ripetè, mentre cercava di scrollarsi di dosso il ragazzo. "Fa troppo caldo.", spiegò, dopo che Sherlock si fu rimesso nella sua posizione, prono, molto... nudo.

Almeno John aveva avuto la decenza di indossare dei boxer.

"Mi stava venendo bene?"

"Sei perfetto." assicurò il medico, lo sguardo fisso verso il soffitto – Ma hai i capelli grondanti solo stando fermo, chissà cosa succederebbe se ti mettessi a..."

"Si squaglierebbero probabilmente."

John annuì leggermente, prendendo un libro da sotto il comodino, "Ti va se leggo qualcosa?"

Sherlock sbuffò, "Noia è e noia rimane, John. E ti prego, non provare a leggermi Aghata Cristie, il suo modo di scrivere è così scontato che anche..."

"È una delle migliori scrittici mai esistite." protestò.

"Come vuoi tu – concesse Sherlock sistemandosi sul materasso – ora vuoi iniziare a leggere?"

John sospirò, aprendo alla prima pagina, ""In un buco nel terreno viveva uno Hobbit. Non era una cavità brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido..."

"Un horror mi sembra eccessivo."

"Sherlock, è un fantasy."

Lui scrollò le spalle, "Mi annoio. È tutto noioso. L'acqua sta diventando noiosa. Voglio qualcos'altro."

John sospirò, "Fatti del tea?"

"Caldo, John? Sei masochista, per caso?"

"C'è del succo di mela in frigo se vuoi."

Sherlock annuì, "Perfetto."

John si girò su un fianco, iniziando a far scorrere le dita, sulla schiena di Sherlock, "Vai a prenderlo?"

Sherlock si voltò di scatto, fissando gli occhi grigi di John, "Vacci tu."

"Lo sguardo da cucciolo non funziona su un me accaldato Sherlock."

Lui sospirò, "Voglio l'inverno, John. Voglio un caso che non siano persone morte per colpi di caldo e voglio che faccia freddo. Voglio tornare al mio cappotto, alla sciarpa blu che mi hai regalato e a quello che accadeva sotto il piumone a notte fonda. Questo – dichiarò, guardando la stanza – sta diventando insostenibile."

John annuì tranquillamente, "D'accordo."

"Voglio quel succo, John."

Il medico sorrise, facendo risalire le dita verso il viso del detective, sforandogli gli zigomi appuntiti, "Vattelo a prendere, Sherlock."


Sherlock: Every fairy taleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora