3 - Il salvataggio

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Legata e senza possibilità di fuga, Melinda urlava mentre cercava inutilmente di liberarsi dal peso delle catene che la tenevano incollata al suolo. Le sue grida si univano alla mia voce disperata e ai miei insulti rivolti ai tre vampiri che si stavano velocemente avvicinando verso la loro preda, pronti a consumare il loro frugale pasto. Sapevo che sarebbe stato impossibile per me aiutarla ma non potevo ancora arrendermi. La mia mente si rifiutava di accettare di essere impotente, soprattutto a causa di quello che ero.

Fin da piccola, avevo sempre saputo che il mio compito sarebbe stato quello di lottare contro le forze del male. Non avevo mai conosciuto i miei veri genitori, morti poco dopo avermi dato alla luce, ma ero stata allevata severamente da un altro cacciatore che mi aveva fatto subito vedere la vera faccia del mondo in cui vivevo. Tutti i bambini a sei anni di solito piangevano perché avevano paura del buio, mentre io a quell'età venivo rinchiusa di notte in una piccola stanza poco illuminata, dopo aver passato una giornata ad esercitarmi a colpire con la pistola bersagli in movimento. A quattordici invece, non mi potei permettere il lusso di un primo amore ma dovetti imparare come decapitare e uccidere recidendo i diversi muscoli presenti nel corpo umano. Ora, a diciannove anni compiuti, ero da sola a combattere quelle creature senza poter vivere una vita come quella degli altri.
Odiavo la mia vita, odiavo quello che mi stavo perdendo e desideravo ardentemente essere una persona normale. Solo una piccola speranza mi permetteva di andare avanti, la consapevolezza di poter fare del bene alle altre persone ed usare le mie abilità per salvare delle vite.

Proprio per questo non potevo accettare che un'innocente fosse uccisa da quegli esseri proprio davanti ai miei occhi. Era il mio compito salvarla ed era l'unico motivo per il quale quella sera avevo deciso di intraprendere la mia caccia.
Vidi come a rallentatore la scena che si stava svolgendo davanti a me. Lentamente i tre vampiri si erano chinati sul suo corpo indifeso, gli occhi neri riflettevano la loro voglia di sangue che tra pochi attimi sarebbe stata momentaneamente saziata. Quasi contemporaneamente tre paia di canini spuntarono sulle loro labbra e subito dopo si conficcarono nella tenera carne di Melinda, che emise un ultimo lungo urlo straziante.
Passarono pochi secondi, scanditi dal suono delle bocche fameliche che risucchiavano via la vita dal corpo di quella ragazza. Improvvisamente altri rumori si unirono a quella terribile melodia. Rumori di passi affrettati provenienti da non molto lontano, dietro a quel cancello che una volta aveva rappresentato l'unica via di salvezza. Poteva significare l'arrivo di un'altra minaccia, di un altro essere oscuro e malvagio, ma la cosa non suscitò il mio interesse. Riuscivo solo a pensare a quegli occhi spenti che mi guardavano da lontano, come a implorare silenziosamente un aiuto che purtroppo non ero stata in grado di darle.

Diversi colpi di pistola che fecero tremare le pareti intorno a me riscossero improvvisamente i miei pensieri, e tornai a focalizzarmi sulla realtà.
Due giovani ragazzi erano emersi da quell'apertura nella roccia, entrambi impugnavano nella mano destra una pistola, che puntava in direzione dei vampiri presenti nella stanza. Erano entrambi molto alti ma anche da quella distanza potei notare la loro diversità, come se fossero la personificazione del giorno e della notte. Uno di loro aveva lunghi capelli neri ad incorniciargli il volto, una muscolatura ben definita che era messa in risalto dalla stretta maglietta nera che indossava. Ma non fu quello a colpirmi veramente. Ciò che più lo contraddistingueva era il comportamento fiero, quasi sprezzante con cui era entrato in quella stanza. Un accenno di sorriso spuntava tra le sue labbra, come se non fosse alla presenza di spietati predatori pronti ad ucciderlo. L'altro ragazzo si trovava poco più in là, sul suo viso non compariva nessuna traccia di divertimento, ma solo di una feroce rabbia che in quel momento rispecchiava anche parte della mia. Corti capelli chiari si univano ad un accenno di barba che spuntava sul suo viso, dai lineamenti delicati e gentili. Non era di certo il tipo di ragazzo che ti saresti aspettata di vedere con una pistola carica in mano e diverse armi allacciate alla cintura.
"Non siamo arrivati troppo tardi per la festa, vero?" Disse il ragazzo dai capelli scuri, avvicinandosi con il suo compagno al centro della stanza. Nel frattempo, con la coda dell'occhio, notai che i tre vampiri avevano smesso di avventarsi sul corpo ormai privo di vita di Melinda e si erano alzati guardando i nuovi arrivati con un misto di risentimento ed eccitazione.
"Altro cibo." Rispose sommessamente Tom guardando i due ragazzi con circospezione, quasi come a valutare se i due potessero avere un buon sapore.
Seguirono altri spari e velocemente i vampiri si gettarono con foga sopra i due giovani. Entrambi diedero vita ad un feroce combattimento e nonostante la loro visibile capacità, non riuscirono ad avere immediatamente la meglio, forse a causa dell'inferiorità numerica.

La cacciatrice con le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora