13 - Una doccia fredda

3K 283 36
                                    

"Cosa volevi dirci, Strambo?" Iniziò a dire Jason non appena si sedette sulla sedia sgangherata.
Avevano da poco acceso il fuoco, che scoppiettava pigro dentro il camino, irradiando finalmente un po' di calore in quella fredda stanza.
"Christian" Sottolineò lui, fulminandolo con i suoi profondi occhi azzurri. C'era qualcosa di innaturale in quel colore, così chiaro e senza sfumature, come se fosse stato colorato con un pesante pastello.
"Ama dare i nomignoli alle persone, prima o poi si disintossicherà" Risposi cercando di alleggerire la tensione che si era creata.
Non avevo ancora capito del tutto le parole di Christian, ma avevo deciso di fidarmi del mio istinto naturale. Nonostante non potessi fidarmi ciecamente di lui, decisi di credere a quello che aveva detto, e cercare una qualche probabile spiegazione.
I demoni mi stavano cercando a causa di quello che ero capace di fare, il che mi rendeva strana e diversa da tutti gli altri cacciatori. Questo però non portava soluzioni, ma solo nuove domande a cui dovevo dare una risposta.
"Avete deciso di credermi?" Domandò Christian guardando i ragazzi. Non avevo idea del perché aveva voluto chiamare Jason e Mark per parlare così improvvisamente con loro, ma dubitavo che gli avrebbe detto le stesse cose che aveva detto a me, visto che mi aveva espressamente detto di non parlarne con loro.
Non sapevo se dovevo dare ascolto al suo consiglio, ma qualcosa dentro di me in quel momento mi disse di tacere. Non mi fidavo, non ero una ragazza che lo faceva. Tuttavia in quelle settimane avevo condiviso molto con Jason e Mark, avevamo cacciato insieme e mi avevano salvato la vita. Ero pronta a cacciare nuovamente con loro, a farmi coprire le spalle e ad aiutarli in caso di pericolo. Sapevo che anche quella poteva contare come fiducia, ed effettivamente sapevo di stare cambiando in loro presenza.
Non volevo ammetterlo, ma la colpa del mio cambiamento era dovuta anche a Jason.
Era la prima volta che stringevo un rapporto così difficile con qualcuno, e non sapevo ancora definire se fossimo amici o meno. Sapevo solamente che molto spesso il mio cuore prendeva la tangente, quando si trattava di lui. Mi piaceva rispondere alle sue frasi piccanti, come a lui piaceva farlo alle mie.
Mi piaceva averlo intorno, giocare e prenderlo in giro serenamente. Soprattutto mi piaceva come lui si prendeva cura di me, ogni volta che mi trovavo in difficoltà o che avevo bisogno di lui.
Una parte di me odiava quello che ero diventata, un ammasso di emozioni e sentimenti contraddittori.
"Che ci fossero dei demoni li per noi è fuori discussione" Iniziò a dire Mark interrompendo il flusso dei miei pensieri.
"Ma non ho capito il tuo ruolo in questa faccenda, Christian" Disse sottolineando il suo nome, quasi a voler chiedere il permesso di pronunciarlo.
"Non ho un ruolo. Io dovevo solo avvertirvi di quello che stava per succedere, mi hanno mandato per quello" Rispose Christian, completamente serio.
"Chi ti ha mandato?" Chiesi tutto ad un tratto concentrata su quell'uomo.
"Non è importante chi lo abbia fatto, tantomeno chi sia io. Sappiate solo che non sono una minaccia, almeno fino a quando deciderete di ascoltarmi" Proseguì Christian con uno sguardo di sfida verso Jason. Probabilmente anche lui aveva capito il suo carattere strafottente, e stava cercando di tenerlo a bada.
"Non provare a minacciarmi, pezzo di.." Fortunatamente Mark riuscì a fermarlo prima che potesse concludere la sua frase.
"Non vi sto minacciando, sto dicendo che per la vostra vita dovete darmi ascolto. Sono stato mandato da voi perché negli ultimi tempi l'inferno è diventato un posto particolarmente agitato" Iniziò a dire Christian lanciandomi un'occhiata, da cui capii che stava per raccontare finalmente tutto quello che sapeva, o almeno in parte.
"A quanto pare dai demoni superiori è arrivato l'ordine di trovare e catturare una cacciatrice, di ferirla se necessario ma non di ucciderla. Sapete che quando i demoni superiori ordinano una cosa, non esiste altro bersaglio per nessuno"
Anche all'inferno esisteva una gerarchia di potenza. Noi cacciatori lo imparavamo fin da piccoli, in una delle diverse lezioni su gli usi e costumi del mondo demoniaco. Un po' come lo studio della storia, solo che invece di pazzi dittatori eri costretto a studiare Lucifero ed i suoi emissari.
Allo strato più basso erano presenti i demoni che popolavano il mondo umano, anche all'inferno non erano visti di buon grado, perché passavano il loro tempo a divertirsi con gli 'inutili esseri umani'.
Leggermente sopra c'erano i demoni del fuoco, che quasi mai lasciavano gli inferi. Come dice il nome, la loro particolare abilità era quella di creare e manipolare il fuoco, non a caso infatti l'inferno era rappresentato nei dipinti come un enorme incendio violento.
Quasi in cima alla classifica, proprio sotto a Lucifero, erano posizionati i demoni superiori.
Seguivano gli ordini direttamente da lui, e ad ognuno di loro era associato un potentissimo esercito di guerra. Di certo l'inferno non poteva permettersi di essere impreparato.
"Perché Strawberry?" Domandò Jason continuando a guardare fisso Christian, seduto proprio davanti a lui.
"Questo non posso saperlo, non fa parte dei miei compiti scoprirlo. È ovvio che Strawberry sia una persona speciale, in qualche modo potrebbe significare un cambiamento radicale per questo mondo. Per adesso non importa il motivo, l'unica cosa che dobbiamo fare è proteggerla in qualsiasi modo, anche se questo significa incatenarla in una catapecchia putrescente." Concluse Christian incrociando le braccia.
"Sono ancora qui, avete presente?" Dissi irritata dai toni che aveva appena preso la conversazione. Non potevano di certo pensare di rinchiudermi in quel buco dimenticato da Dio, mentre il mondo andava sempre più a rotoli a causa delle creature infernali.
"Cambiamento per il mondo. Stai scherzando vero? Non si saranno mica bevuti il cervello quei demoni sottoterra, forse non vedere la luce del sole li ha debilitati" Sbuffai cercando un consenso negli sguardi di Jason e Mark, senza però trovarlo.
Vidi nella loro espressione qualcosa mista a dubbio e curiosità, come se veramente pensassero di avere di fronte un brutto fenomeno da baraccone.
"Ehi ragazzi, pronto? Sono io, quella pugnalata da un fottuto stregone. Cosa posso avere di tanto speciale?"
"Non possiamo saperlo Strawberry. Se davvero ti danno la caccia, dovremmo fare qualcosa" Rispose dubbioso Mark.
"Ed è proprio qui che entro in gioco io. Non potete muovervi senza che un branco di demoni vi aggredisca cercando di trascinarvi via per i capelli" Riprese a parlare Christian, avvalorato dalla frase di Mark.
"I miei poveri capelli" Dissi ironicamente scrollando la testa e alzando gli occhi al cielo. Sapevo che non era il momento di fare dell'ironia, ma la situazione mi stava sfuggendo di mano.
"Esiste un modo per nascondersi dalla ricerca dei demoni. È molto simile alla protezione imposta su questa casa, ma molto più antica e complicata da fare. Si tratta di un simbolo che, imposto sulla pelle, è in grado di nasconderti. Ovviamente non vale se ti scontri con uno di loro, ma non potranno darti la caccia e trovarti"
"Immagino che non sia una cosa piacevole" Dissi simulando una smorfia, cercando di interiorizzare la notizia.
Poteva essere una temporanea soluzione al problema, almeno fino a quando non avessi capito perché improvvisamente mi stavano dando tutti la caccia. Se ero veramente così speciale, perché non avevano provato a cercarmi quando ero piccola e indifesa? Per un periodo ero addirittura stata affidata ad un orfanotrofio, niente di meglio per dei demoni sanguinari.
A meno che...
"Quando hanno iniziato a darmi la caccia?" Chiesi improvvisamente interrompendo le voci sovrapposte di Jason e Mark, che si stavano ancora chiedendo se fosse il caso di farmi marchiare come un animale da macello.
"Non da molto.. Qualche settimana prima di natale" Sottolineò Christian, guardandomi profondamente. Probabilmente aveva capito il vero scopo della mia domanda, e la risposta ovviamente era positiva.
Avevano iniziato quando avevo guarito quella ragazza. Era stata la prima volta che mi ero sentita diversa, e anche l'ultima fino ad allora. Qualcosa era cambiato in me quel giorno, e non ero la sola ad essermene accorta.
"D'accordo, lo farò" Dissi improvvisamente alzandomi dal tavolo e facendo finta di stirarmi le braccia.
"Non può che essere una cosa positiva, per ora cerchiamo di limitare al minimo i danni. Una volta liberi da quei demoni, cercheremo di capire perché sono così interessati alla mia testa" Finii di dire guardandoli intensamente, uno ad uno.
"Va bene, ma lo faremo anche noi. Potrebbero comunque rintracciarci per arrivare a te" Disse Jason guardandomi con i suoi occhi penetranti.
Sapevo di poter contare su di lui, e quello era stato il suo modo per dimostrarmelo. Con quella semplice frase, mi aveva appena ricordato che non ero sola in quella folle situazione, e che lui ci sarebbe sempre stato per me. Improvvisamente mi sentii molto più sollevata, ed un lieve sorriso mi increspò le labbra.
"Perfetto, è deciso allora. Domani partirò alla ricerca dell'occorrente, voi non dovrete lasciare questo posto fino al mio ritorno" Concluse Christian alzandosi a sua volta.

La cacciatrice con le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora