Avevo dodici lunghissime ore per calmare i miei turbolenti pensieri. Il tempo che avremmo dovuto impiegare per raggiungere il luogo delle morti misteriose, di cui non eravamo riusciti a trovare altre informazioni.
Seduta sul sedile posteriore guardavo il panorama scorrere dietro al finestrino della macchina. Diversi paesaggi si erano susseguiti veloci, gli edifici imponenti delle città industriali avevano lasciato il posto ad ampie colline verdeggianti ricolme di alberi e di animali.
Avevo scoperto con piacere che la cittadina che stavamo per raggiungere non era una grande metropoli, ma raggiungeva a stento tremila abitanti, risultando pacifica e armoniosa.
Ritornai a concentrarmi sui miei pensieri, cercando di mettere ordine in quel caos che mi abitava la mente.
Non ero riuscita a capire il comportamento di Jason, che subito dopo quella sera aveva ricominciato a parlarmi come prima, con il suo tono ironico e canzonatorio. Ma non era quello che al momento mi disturbava, pensavo invece che fosse un'ottima cosa il ritorno alla normalità.
Quello che veramente mi stava facendo impazzire, erano i miei sentimenti. Ogni volta che ripensavo ai suoi gesti e alle sue parole, il mio cuore iniziava a battere così forte che avevo paura potesse uscirmi dal petto.
Lo avevo visto succedere ad un uomo una volta, per questo ero abbastanza spaventata dall'evenienza.
Non avevo mai provato quel tipo di sensazione prima di allora, forse perché non ero mai stata in contatto con qualcuno per più di una settimana. Escludendo Thomas, il cacciatore che mi aveva cresciuta, ma il mio rapporto con lui non poteva contare in quel momento.
Mancava ormai poco all'arrivo, quando finalmente decisi di fare quello che avevo sempre fatto, ovvero fregarmene degli altri e proseguire per la mia strada.
Era stata solo una semplice chiacchierata, io e Jason eravamo cacciatori e il nostro compito non poteva essere trascurato da stupidi sentimentalismi. Sarei riuscita a portare il mio cuore alla situazione di partenza, anche se questo avrebbe significato incatenarlo all'interno del mio corpo.
"Prendiamo una stanza nell'albergo locale, e poi decidiamo come muoverci" Disse improvvisamente Mark, parlando per la prima volta dopo parecchie ore di viaggio.
Nessuno di noi aveva avuto abbastanza energia da intrattenere una vera e lunga chiacchierata, e nel corso della giornata ci eravamo confrontati solo poche volte, rimanendo immersi nei nostri pensieri mentre ci alternavamo alla guida.
La patente era una delle poche cose che mi ero potuta permettere di prendere. Era strettamente collegata all'esigenza essenziale per un cacciatore di spostarsi continuamente, così Thomas mi aveva iscritto non appena compiuti diciotto anni. Peccato che fu l'unico contatto con l'esterno che avevo avuto dopo diversi e interminabili anni di reclusione.
Quando finalmente ci fermammo e entrammo nella camera appena affittata, erano quasi le dieci di sera e dovevamo ancora mangiare. L'appartamento che avevamo trovato era piccolo ma molto accogliente. Il salone era composto solo da un tavolo da pranzo e un piccolo divano che poteva contenere massimo due persone. I tre letti ad una piazza erano talmente morbidi da poterci sprofondare dentro, cosa che notai con sorpresa nell'esatto momento in cui mi gettai sopra il primo di essi.
Un forte tuono mi fece sobbalzare, annunciando l'arrivo di un pericoloso temporale.
Mi piaceva la pioggia, sentire il rumore che provocava quando si scontrava con l'asfalto delle strade, ma soprattutto amavo l'odore, che permeava l'aria perfino dopo l'arrivo dell'ultima goccia d'acqua.
"Mangiamo e andiamo a dormire, domani mattina andremo in città molto presto" Disse Jason buttandosi sulla sedia del salone, mentre Mark entrava in cucina e metteva a riscaldare la cena pronta che aveva appena comprato nel negozio sottostante.
"Cosa facciamo domani?" Chiesi mettendomi seduta a gambe incrociate sul letto, guardando Mark trafficare con i fornelli.
"Io e Mark andremo sul luogo dell'incidente cercando di capire la dinamica, e con quale creatura abbiamo a che fare" Iniziò a dire Jason pensieroso.
In uno dei pochi discorsi affrontati avevamo ipotizzato un possibile colpevole. Avevamo escluso i vampiri, perché dalle notizie sul giornale avevamo capito che le due vittime non erano state prosciugate, anzi il sangue sparso a terra aveva creato una scena davvero raccapricciante.
Alla fine avevamo deciso di optare per la teoria sul licantropo. Erano soliti mangiare gli organi interni delle loro vittime, inoltre avevamo scoperto che la sera dell'attacco era presente in cielo una grande e luminosa luna piena. Tuttavia non potevamo esserne del tutto certi, dovevamo verificare le ferite sul corpo di quella povera coppia di sposi, per individuare segni di morsi o di artigli.
"D'accordo. Allora io troverò un bar nelle vicinanze che offra il servizio Wi-Fi e cercherò delle notizie sulle vittime. Vita, lavoro, amici. Magari avevano da poco litigato con qualcuno" Dissi alzandomi e sedendomi a tavola, pronta ad iniziare la cena.
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La cacciatrice con le ali
ParanormalE' un mondo pericoloso quello in cui vive Strawberry, 19 anni. Forze oscure e maligne provenienti dall'inferno si nascondono e vivono tra gli uomini, e solo poche persone sono a conoscenza di questa crudele realtà. Sono cacciatori, ed utilizzano tut...