Erano già passati dodici giorni da quando avevo dovuto prendere quella decisione.
Non mi pentivo della scelta che avevo fatto, ero pronta ad accettarne tutte le conseguenze.
Mi alzai dal letto cigolante che mi aveva riservato quella camera d'albergo, e mi diressi verso la cucina cercando un bicchiere d'acqua che alleviasse la mia gola arsa. Il silenzio di quel posto era confortevole, non molti clienti avevano affittato una stanza proprio in quel periodo, forse a causa della pericolosa vicinanza delle feste natalizie.
Come ogni altro anno, il natale era alle porte e tutti si preparavano a trascorrere quei pieni e felici giorni in famiglia. Fin da piccola, non ero stata abituata a festeggiare quel tipo di ricorrenza, per questo non provavo la gioia e l'eccitazione che molto spesso accompagnava quei giorni di festa. Per me era come passare un giorno come un altro, senza regali o cenoni infiniti.
Spostai lentamente le tende della finestra che dava sul corridoio, cercando di vedere qualcosa al di là dei vetri appannati. Era mattina presto e essere praticamente l'unica creatura vivente in quel posto mi rendeva più accorta del solito.
Sospirai, cercando di trovare qualcosa che potesse distrarmi da quella solita routine. Erano diversi giorni ormai che non riuscivo a trovare anche un semplice caso.
Solitamente i cacciatori prendono le loro informazioni dai giornali locali o da pagine online, cercando un qualche fenomeno inspiegabile che sarebbe potuto essere legato a forze soprannaturali.
Nonostante cercassi ogni giorno qualche nuova notizia, niente accennava a qualcosa di anormale. Fatto abbastanza inspiegabile, visto che tutti quegli esseri in circolazione nel nostro mondo amavano divertirsi in maniera spietata. Quella calma piatta che stava accompagnando le mie giornate, sembrava non finire mai e ormai le ore erano scandite da attività del tutto normali. La cosa ovviamente non mi dispiaceva poi molto, ma non potevo permettermi di abituarmi ad una vita tranquilla, perché se lo avessi fatto l'avrei cercata sempre più spesso ignorando tutti i miei veri doveri.
Improvvisamente dopo un forte rumore che fece tremare tutte le pareti, la porta della stanza si spalancò, portando all'interno una ventata di aria gelida.
"Mi si stanno congelando le chiappe" Borbottò Jason entrando carico di alcune buste dall'aria pesante.
"Non eri tu quello abituato a stare senza mutande?" Scherzai di rimando aiutandolo a posare le varie cose sul bancone della cucina.
"Cos'è che avete comprato illegalmente questa volta?" Dissi sbirciando con curiosità. Altre armi, ovviamente. Diversi coltelli da caccia spuntavano dai loro foderi, una pistola calibro 22, una calibro 50 e un fucile calibro 12. Per non parlare dei diversi proiettili adatti a quelle armi, alcuni con il cuore d'argento ottimi per i lupi mannari, altri rivestiti di ferro per scacciare momentaneamente i fantasmi.
"Non avremo bisogno di rifornimento per un bel po'." Aggiunse Mark entrando anche lui con diverse buste e chiudendo la porta dietro di se.
"Notizie di qualche attività sospetta?" Domandai stringendomi addosso la coperta e guardando i ragazzi riporre le armi nell'immancabile sacca da viaggio, ormai rigonfia fino all'orlo.
"Stavo proprio per cercare sul giornale, l'ho preso qui davanti prima di entrare" Rispose Mark sedendosi e sparendo dietro pagine e pagine di carta.
"Nessuna notizia sul grande fratello portatile. Qualche classico suicidio dovuto alla crisi economica e un litigio familiare finito a coltellate. Niente di niente, il vuoto, il nulla" Mi rispose Jason avvicinandosi a me mentre si sfregava le mani energicamente.
"Già, lo avevo intuito dopo il primo niente" Dissi guardandolo divertita. Nella monotonia di quella situazione, non mancava mai il momento adatto per prenderci in giro e insultarci a vicenda. Inizialmente lo avevamo fatto con rabbia, almeno per quanto mi riguardava, ma adesso era diventata una specie di simpatico modo di scherzare.
Lo stesso valeva per il mio rapporto con Mark, così calmo e pacifico. Non mancava mai di scrutarmi con quei suoi occhi, come se volesse capire tutto di me. Nonostante fossero passate poche settimane dal nostro incontro, riuscivamo ancora a trovarci bene nella nostra complicata convivenza.
"Chi sa quando nevicherà per la prima volta quest'anno.." Proseguì Jason guardando malinconicamente fuori dalla finestra.
"Ti piace la neve?" Chiesi sinceramente interessata, seguendo sovrappensiero il suo sguardo.
"A chi non piace la neve. Sciare, buttarsi a terra per fare un semplice angelo, la lotta con le palle di neve.."
"Non vedo dove sia il bello di tutto questo. Il risultato sarà sicuramente solo un forte raffreddore" Dissi cinicamente dandogli le spalle. Non mi ero mai potuta permettere il lusso di divertirmi nel corso della mia vita, non sapevo nemmeno cosa significasse veramente la parola divertimento. Al contrario di Jason odiavo la neve, i movimenti rallentati dal pantano, i vestiti zuppi d'acqua che ti impedivano di concentrarti sul tuo avversario... Insomma, non ci trovavo assolutamente niente di così fantastico.
"Niente nemmeno oggi." Disse interrompendo i nostri pensieri Mark, posando sul tavolo il giornale e guardandoci con occhi stanchi.
"Cosa sta succedendo? Fino a pochi giorni fa avevamo morti sospette ogni ora, e adesso nulla?" Risposi alle sue parole quasi gridando, nervosa e irritata per la situazione.
"La cosa non torna nemmeno a me, ma non è una brutta notizia. Vuol dire che non c'è niente da combattere e la situazione è tranquilla." Disse Mark sempre mantenendo la calma, avvicinandosi a me con passo sicuro.
"O può voler dire che sta per succedere qualcosa di molto brutto.. Un po' come la calma prima della tempesta" Non riuscivo a capacitarmi di restare con le mani in mano per così tanto tempo. Quanto era passato dall'ultimo incarico? Quattro, cinque giorni?
"Per ora non pensiamoci troppo, tra poco più di un paio di giorni sarà la vigilia di natale, superiamo le feste e poi rimettiamoci a lavoro" Concluse Mark stringendomi con la mano la spalla, in un caldo gesto rassicurante.
Annuii, nonostante non fossi del tutto d'accordo con le sue parole. Mi buttai nuovamente sul letto, cercando di non pensare ai brividi che mi attraversavano il corpo. Dannato quel terribile albergo con i riscaldamenti fuori uso.
"Rispondi a quel cazzo di telefono o te lo ritroverai in un posto dove non batte mai il sole" Sentii improvvisamente urlare da Jason, evidentemente rivolto a Mark. Mi alzai sbuffando e raggiungendolo a grandi falcate e sedendomi davanti a lui.
"Non dirmi che ti intendi di astronomia.. Sei una perenne scoperta." Gli dissi iniziando a mangiucchiare un pezzo di pane.
"Non sai di quante cose mi intendo, ragazzina. Se vuoi posso farti una dimostrazione pratica" Rispose ammiccando nella mia direzione.
"Nei tuoi sogni" Gli risposi simulando una faccia schifata, sputacchiando sul tavolo qualche briciola.
"Molto fine e graziosa" Disse ridendo sonoramente Jason, mentre prendeva anche lui un pezzo di pane e lo divorava voracemente.
"Signori e signore, abbiamo un nuovo caso" Disse spuntando Mark dal bagno, evidentemente appena uscito dalla doccia. Portava un asciugamano legato in vita, il petto scoperto e bagnato lasciava intravedere benissimo i suoi perfetti pettorali, mentre piccole goccioline d'acqua gli ricadevano sulle spalle dai capelli bagnati.
Distolsi lo sguardo, focalizzando un po' troppa attenzione sulla crosta di pane davanti a me e inducendo Jason a scoppiare nuovamente a ridere.
"Dicci bel ragazzone, cosa hai trovato?" Rispose Jason enfatizzando sulle prime parole.
"Andremo a passare il natale dalla mia famiglia adottiva, a circa cinque ore di viaggio da qui." Concluse Mark sospirando esasperato.
"Come? Perché?" Chiesi di scatto alzando la testa e tornando a concentrarmi sul suo volto. Solo sul suo volto.
"Ci hanno invitati per natale, ed è impossibile dire di no quando ci si mettono, mi dispiace." Anche se cercava di apparire scocciato, si vedeva che in realtà moriva dalla voglia di rivederli. I suoi occhi erano allegri e vivaci, e non riusciva nemmeno a nascondere il suo sorriso.
"Quando parlavi di un nuovo caso, non pensavo potesse essere qualcosa di tanto difficile" Disse di rimando Jason avviandosi a prendere il posto di Mark all'interno del bagno.
"Scherzi? Stiamo parlando di una famiglia riunita per natale, cosa potrà mai esserci di così difficile" Domandai cercando di capire qualcosa di quella assurda conversazione.
"Tu non hai mai visto i suoi fratelli" Mi rispose Jason chiudendosi la porta dietro le spalle.
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La cacciatrice con le ali
ParanormalE' un mondo pericoloso quello in cui vive Strawberry, 19 anni. Forze oscure e maligne provenienti dall'inferno si nascondono e vivono tra gli uomini, e solo poche persone sono a conoscenza di questa crudele realtà. Sono cacciatori, ed utilizzano tut...