10 - Tre sacrifici

2.7K 304 16
                                    

Generati dal sangue di un demone entrato in contatto con il loro, erano esseri umani che dopo la trasformazione erano diventati totalmente schiavi del loro padrone, ovvero del demone che li aveva dati alla luce.
Il loro aspetto non si modificava durante la transizione, ma ciò che cambiava era la loro anima. Distrutta e disintegrata dal male che avevano accolto dentro di loro, essi diventavano più spietati del più potente demone dell'inferno.
Questi erano gli stregoni.
Era possibile ucciderli con qualsiasi tecnica adatta all'uccisione di un umano. Potrebbe sembrare facile, ma uccidere un vampiro era mille volte meglio.
Erano dotati di enormi poteri, che gli consentivano facilmente di sopraffare il proprio avversario. Più lo stregone era stato creato da un demone potente, più i suoi poteri sarebbero aumentati.
Durante tutta la mia vita, avevo avuto la fortuna di battermi con uno di loro solo una volta. Mi ero ridotta quasi in fin di vita, cercando di ucciderlo nella peggiore battaglia che avessi mai affrontato.
In quel momento, cercando di rimanere lucida, le uniche cose a cui riuscivo a pensare era avvertire i miei compagni e andarmene immediatamente. Potevamo tornare in seguito, dopo aver escogitato un piano che non avrebbe previsto la nostra morte.
Iniziai a camminare con circospezione, muovendomi lasciando la stanza dietro di me. Prima di proseguire fuori dalla camera, mi bloccai percependo qualcosa di strano. Una chiara luce proveniva da sotto la porta, probabilmente quella del soggiorno era appena stata accesa. Dubitavo che Jason e Mark avessero deciso improvvisamente di farsi scoprire dalla polizia, quindi immaginavo di non essere più sola in quella casa.
Se i proprietari erano rientrati, allora potevamo dire addio alle nostre vite.
Respirai facendo il minimo rumore possibile, cercando di capire cosa avrei dovuto fare.
Per un breve istante passò nella mia mente l'istinto di autoconservazione, che in quel momento mi stava urlando di uscire dalla finestra della camera e correre a perdifiato.
Ma la mia indole ebbe la meglio. Non potevo andarmene e lasciare da soli gli altri in quella terribile situazione. Mi maledissi per aver stretto dei legami così forti, che mi stavano mettendo a repentaglio la vita, e lentamente aprii la porta per immergermi nel soggiorno illuminato.
Spianai la pistola carica, pronta a colpire qualsiasi bersaglio in movimento. Proseguii lentamente, cercando di sentire qualsiasi rumore che potesse annunciare la presenza di qualcuno.
"Io abbasserei la pistola se fossi in te" Sentii improvvisamente dire da una voce femminile, proveniente dalla mia sinistra. Senza ascoltare il suo consiglio, mi girai velocemente in direzione di quel rumore, e vidi spuntare da dietro il muro divisorio della cucina il signore e la signora Darren.
"Mary giusto?" Iniziai a parlare cercando di prendere tempo.
"E tu invece sei Ray. Spero voi vi ricordiate di me, o potrei addirittura sentirmi offesa"
La risata glaciale di Mary arrivò fino alle mie orecchie, e il suo sguardo pieno d'odio mi trapassò come un pugnale affilato.
"Per favore cara, non essere maleducata" Mi disse Ray guardando la mia pistola puntata su di lui. Fece un rapido gesto quasi controvoglia, e sentii improvvisamente la pistola lasciare le mie mani per cadere molto più lontano con un tonfo sordo.
Merda, usavano la telecinesi. Non appena la mia mente formulò quel pensiero, con un altro rapido gesto venni scagliata con violenza contro il muro dietro di me. Imprecai, sentendo un lancinante dolore alla schiena e chiusi gli occhi cercando di riprendere fiato.
"Farai la stessa fine dei tuoi cari amici. Siete arrivati proprio in tempo per la cerimonia ufficiale" Detto questo Mary si allontanò per dirigersi verso la camera da letto, seguita subito da suo marito.
In quel momento notai Jason e Mark seduti sulle sedie della cucina in una strana posa scomposta. Probabilmente erano stati messi fuori gioco prima che potessero accorgersi di trovarsi in compagnia di quei terribili mostri.
Cercai di rimettermi in piedi, per avvicinarmi a loro e provare in qualche modo a svegliarli, ma qualcosa me lo impedii. Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo, probabilmente il potere telecinetico stava ancora agendo sul mio corpo.
"Jason! Mark!" Iniziai a chiamare cercando di non alzare troppo il rumore della voce. Non volevo farmi sentire dai due stregoni che in quel momento stavano sicuramente architettando qualcosa per noi.
"Se non vi svegliate adesso vi prendo a calci in culo" Urlai sommessamente. Finalmente vidi Mark riprendere lentamente conoscenza, con una smorfia di dolore sul volto puntò i suoi occhi sui miei e lessi la sua domanda prima che potesse pronunciarla.
"Siete riusciti a farvele dare da Miss e Mister gentilezza" Dissi ironica.
"Cazzo. Dove sono?" Mi rispose Mark cercando di muoversi, ma notai che anche lui come me era impossibilitato a farlo anche senza essere legato o ammanettato alla sedia.
"Stanno scavando la nostra fossa" Continuai cercando inutilmente di spronare il mio corpo a seguire i miei ordini.
"Sono.. Stregoni" Disse Mark iniziando poi a chiamare Jason cercando di farlo riprendere.
"Furbo come una volpe. Hai idee per uscire da questa situazione?" Gli chiesi sperando ardentemente che ne avesse una.
"Assolutamente no".

Dopo pochi minuti i due stregoni fecero ritorno nel salone, portando con loro un'antica ciotola molto simile a quella che avevo visto prima sul loro altare bianco.
"Scommetto che quell'affare non promette niente di buono" Disse Jason svegliandosi in quel momento e cercando di tirarsi su.
"Non avete idea del favore che ci avete fatto" Iniziò a dirci Mary fermandosi in mezzo a noi.
"Avremmo dovuto cercare un'altra vittima sacrificale da fare fuori, ma in questo modo ne abbiamo ben tre" Proseguì.
Accadeva spesso che gli stregoni stringessero degli strani patti con i loro creatori. In cambio di libertà e potere, essi promettevano di uccidere per loro delle persone innocenti e attraverso uno strano rituale, riuscivano a far fluire l'energia vitale degli uomini in quella del demone.
Sapere che noi saremmo stati i prossimi ad essere sacrificati non era proprio confortevole, ma tutto ciò aveva un lato positivo.
Di solito i poteri degli stregoni si andavano ad indebolire, impegnati ad utilizzare le loro capacità in quell'oscuro procedimento. Quello sarebbe stato il momento più propizio per liberarci dalla telecinesi ed ucciderli, contando però che dovevamo farlo senza armi a nostra disposizione.
Guardai i ragazzi intrappolati davanti a me, cercando di fargli capire che potevamo avere una possibilità e in quel caso avremmo dovuto sfruttarla.
Vidi Jason guardare nella mia direzione e annuire impercettibilmente, come a risposta dei miei pensieri. Ottimo, ora dovevamo solo aspettare. Sapevo che questo probabilmente avrebbe voluto dire che qualcuno di noi sarebbe stato ferito, ma gli altri avrebbero potuto bloccare lo stregone prima che la ferita diventasse mortale.
"Vediamo... da chi iniziamo" Iniziò a dire con tono canzonatorio Mary, mentre passava il suo sguardo su di noi. Risposi cercando di guardarla altrettanto male, e sortii l'effetto sperato.
"Prime le signore." Disse avvicinandosi a me e chinandosi fino a guardarmi esattamente negli occhi.
Sarebbe stato meglio che Jason e Mark avessero avuto il campo libero per combattere, visto che ferendo me, entrambi erano liberi di attaccare simultaneamente.
Un perfido ghigno si fece strada sul volto della strega, mentre già assaporava il momento della mia morte.
Con la coda dell'occhio vidi Ray dare le spalle a Jason e Mark, concentrato totalmente sulle mosse della moglie. Bene, gli altri avrebbero potuto facilmente usare l'effetto sorpresa.
Vidi la mano di Mary alzarsi verso il mio collo, impugnando saldamente un pugnale da cerimonia.
Premette la lama sulla mia pelle, e una fitta di dolore mi avvertii che una ferita si stava aprendo sotto di essa.
"Dominus meus, accipe munusculum." Iniziò a cantilenare non appena la prima goccia del mio sangue toccò il recipiente che teneva con la mano.
"Vires dare sanguinem suum, acciperent eam vivere..." Capii che la lingua che stava usando era il latino, la lingua originaria che parlavano tutte le creature infernali.
L'avevo studiata con Thomas diversi anni fa, ma non ero mai riuscita a padroneggiare bene la lingua. Riuscii a capire qualche parola frammentata, come 'Mio signore' o 'Sacrificio' e già queste due parole non potevano portare nulla di buono.
Finalmente vidi Jason e Mark alzarsi con fatica dalla sedia, e prepararsi ad attaccare Ray che ancora non si era accorto di essere in pericolo.
Sentendo i legami della telecinesi allentarsi anche nel mio corpo, decisi di provare a fermare Mary prima che il suo taglio mi ferisse troppo a fondo.
Velocemente allontanai la sua mano dalla mia gola, e mettendoci tutta la forza che ero in grado di dare, gli assestai un violento colpo con la testa.
"Piccola.." Esclamò la donna cadendo all'indietro e tenendosi il naso con le mani.
Nonostante il dolore che anche io avevo appena provato per la botta, unito al taglio che stava ancora sanguinando copiosamente sotto al collo e la schiena dolorante, mi alzai subito in piedi e mi avventai contro Mary prima che potesse riprendersi.
Riuscii a dargli una sequenza di colpi sul viso, prima che riacquistasse le forze e con un gesto della mano mi facesse volare di nuovo dall'altra parte della stanza. Per fortuna l'atterraggio fu attutito dal corpo di Jason, contro cui mi ero scontrata durante la caduta.
Sentii le sue braccia stringersi dietro di me, come a volermi delicatamente proteggere. Quando atterrammo sul pavimento, sentii un penetrante dolore alla tempia sinistra, per via dell'impatto con le fredde mattonelle della cucina.
Restai per terra dando le spalle a Jason, che ancora continuava a stringermi da dietro la schiena.
"Stai bene?" Chiesi sciogliendo l'abbraccio e sedendomi, portando una mano sulla testa, e cercando in qualche modo di mettere a fuoco i contorni della stanza.
"Dovresti metterti a dieta, sei più pesante di quanto non mi aspettassi" Mi rispose Jason accucciandosi vicino a me, e guardando la scena davanti ai suoi occhi.
Mi accorsi solo in quel momento che mentre io ero stata presa nello scontro con Mary, Jason e Mark erano riusciti a colpire con un coltello Ray, il cui corpo giaceva ora scomposto in mezzo alla stanza.
In quel momento Mark stava combattendo da solo contro Mary, che accecata dall'ira si avventava sul cacciatore cercando di colpirlo con il pugnale con cui prima mi aveva ferito.
Cercai di alzarmi, pronta a correre in aiuto di Mark, ma venni bloccata dal braccio di Jason che mi fece risedere a terra.
"Berry..." Iniziò a dire dolcemente toccandomi il viso con le sue mani. Non riuscii a fare a meno di pensare che nonostante le battaglie e le ferite che si era sicuramente procurato, le sue mani erano ancora morbide e delicate mentre mi scorrevano sul volto. Le dita seguivano delicatamente i contorni dei miei lineamenti, come scoprendoli per la prima volta, e in quel breve momento non riuscii a pensare a nient'altro che a lui e alle sensazioni che mi stava provocando, nemmeno lo scontro che a pochi metri di distanza da me si stava svolgendo riuscii a distrarmi.
"Sei ferita e stai sanguinando. Resta qui, ci penso io" Disse Jason smettendo improvvisamente di accarezzarmi, e facendomi un sorriso dolce ma allo stesso tempo rassicurante.
Non riuscii a rispondere, ma solo guardandomi negli occhi capì che non mi sarei mossa da quel punto, così si alzò per raggiungere il cugino.
Per alcuni secondi guardai passivamente la scena svolgersi davanti ai miei occhi, Jason e Mark si avventavano a turno contro la strega cercando di sopraffarla.
Improvvisamente con un urlo disumano Mary inchiodò Jason al pavimento con i suoi poteri, impedendogli un qualsiasi tipo di movimento.
"Tu non intrometterti ragazzo, prima voglio uccidere chi mi ha portato via mio marito" Disse Mary concentrandosi su Mark, senza però bloccarlo con la telecinesi.
A quanto pareva era rimasta davvero ferita per la dipartita del suo amato, e voleva attaccare Mark cercando di ucciderlo in un feroce combattimento.
Non sapevo come aiutarlo, anche se fossi riuscita ad avvicinarmi, probabilmente la strega avrebbe bloccato anche me come Jason. Mark non se la stava cavando molto bene, nonostante riuscisse a schivare i colpi, non era in grado di metterli a segno.
Mi guardai intorno, alla disperata ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi. Improvvisamente vidi sul bancone della cucina due coltelli da tavola. Di certo non sarebbero serviti per ucciderla, ma potevano fargli abbastanza male da consentire a Mark di dargli un colpo mortale. Lentamente mi alzai e mi avvicinai al bancone, facendo attenzione a non farmi vedere mentre prendevo quei due coltelli.
Non avrei potuto avvicinarmi, per non essere bloccata, ma fortunatamente avevo un'ottima mira.
Aspettai il momento giusto, certa di non ferire per errore Mark, e poi con forza lanciai i coltelli verso la strega.
Ero quasi sicura di essere riuscita nel mio intento, quando Mary si girò verso di me fermando i due coltelli a mezz'aria, proprio davanti ai suoi occhi.
"Pensi di potermi fregare ragazzina?" Disse arrabbiata guardandomi con disprezzo.
Poi tutto avvenne troppo velocemente.
Mark recuperò da terra la pistola che prima Ray mi aveva fatto volare dalla mano, e riuscì a scaricare l'intero caricatore sul corpo di quella donna.
Ma non prima che con un rapido gesto della mano Mary decidesse di rispedire i coltelli dritti nella mia direzione.
A causa dello stordimento provocato dalle ferite, persi secondi preziosi prima di riuscire a gettarmi a terra.
Riuscii ad evitare per un pelo uno dei due coltelli, che si andò a inserire facendo un profondo buco nel muro.
L'altro, per mia sfortuna, si piantò precisamente all'interno della mia spalla sinistra.
Non riuscii a trattenere un urlo di dolore mentre mi contorcevo a terra cercando di riprendere fiato.
Lottai cercando di non perdere i sensi, e con una mano tremante impugnai il manico del coltello che sporgeva dalla mia pelle.
Feci un lungo respiro e chiusi gli occhi, poi di colpo tirai via la lama dalla mia spalla, gettandola a terra e trattenendo a stento un altro urlo.
"Va tutto bene Berry. Berry ascoltami ti prego" Sentii dire da una voce agitata e impaurita proveniente da sopra di me.
Ormai riuscivo a vedere solo i contorni sfocati di ciò che mi circondava, e non potevo nemmeno identificare chi mi stesse parlando in quel momento, nonostante il modo in cui il mio nome era stato pronunciato mi faceva avere una chiara idea della fonte di quella voce.
"Porca troia, fa male" Sputai tra i denti, cercando di recuperare le forze.
"Lo so, va tutto bene. È finita, ti porto fuori da qui" Detto questo, la fonte di quella suadente voce mi prese tra le sue braccia, e mi ritrovai d'un tratto schiacciata contro il suo petto.
"Berry.. Berry" Sentii sussurrare più volte il nome, ma ormai non riuscivo più a concentrarmi sulla realtà.
Chiusi gli occhi, stanca e dolorante, per lasciarmi trascinare in quella profonda oscurità.

La cacciatrice con le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora