Capitolo 7

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Sono sbalordita e contentissima per la mia riuscita. Il mio primo incantesimo è andato alla perfezione, speriamo che anche con le altre materie vada bene ,penso tra me e me accennando un lieve sorriso.
Ritorniamo nella nostra classe e nessuno fiata, tutti sono in silenzio, si riesce addirittura a percepire il respiro di Dylia, che mi osserva ancora con gli occhi grandi quanto un gufo .
Arrivo in classe e mi siedo di nuovo al mio posto. Il professore prende la sua cartellina ed esce fuori continuando a guardarmi, come tutti d'altronde. Ci sono alunni che mi guardano con facce meravigliate mentre altri con sguardi carichi di invidia e rabbia. Non è di certo una bella sensazione quella che provo in questo momento, essere osservata da tutti mi fa sentire come un'animale nel circo, così mi nascondo il viso tra le mani cercando di sfuggire a quegli sguardi quasi discriminatori.
-Avevi già provato?- sento dire da Dylia che non smette di puntarmi come se fossi chissà cosa.
- Fatto cosa?- chiedo io cercando di capire cosa volesse insinuare. Fino a ieri non sapevo neanche di essere una maga che sa fare incantesimi come nelle favole e lei mi chiede anche se avevo già provato? Diamo i numeri.
-Sai perfettamente cosa. Sapevi qualche trucco?-
-No. Questa è stata la prima volta che ho usato la magia, in tutta la mia vita ho vissuto come un'essere umano normale. Sarà stata la fortuna del principiante- continuo io facendo sorridere Dylia
-Sei davvero una bomba- dice facendomi ridere insieme a lei.
-Non abbiamo neanche cominciato e già sei bravissima- continua facendomi sentire brava, ma senza esagerare troppo, non so se sono davvero portata nelle pozioni.
Sento come una fitta alla testa che mi fa portare le mani alle tempie, il dolore è forte e mi fa chiudere gli occhi. Per fortuna dura poco e quando alzo le palpebre, la mia vista è sfocata, riesco solo ad intravedere una macchia nera dietro il muro dell'aula. Chiudo nuovamente gli occhi per non vedere quella strana figura e li strofino più forte che posso, ma adesso non c'è più.
Non ne posso più, tra incubi e mal di testa diventerò pazza. Dylia non sembra essersi accorta di nulla, questo è a mio vantaggio. Faccio finta di niente, sarà solo lo stress per tutto questo cambiamento.
Fa il suo ingresso una giovane professoressa dalla pelle scura con un vestito con richiami floreali, lungo fin sotto al ginocchio. Si siede comodamente sulla sedia della cattedra e con un gesto verso il pavimento, crea della terra, formando in seguito un nome.
È davvero sorprendente vedere con quanta facilità si può creare della terra dal nulla.
I miei compagni di classe sono rimasti sbalorditi quanto me, che ho subito sgranato gli occhi.
Il nome apparso è Dorian, pian pian però si smaterializza non lasciando nessuno traccia.
-Buongiorno, ma che bei ragazzi che siete. Io sono Dorian, le vostre aure sono davvero bellissime- dice guardandoci uno per uno con un sorriso da ebete. Aure? Speriamo non sia pazza.
-So che non vi piacciono i compiti, e vi dico in anticipo che non ve ne assegno il primo giorno come altri-continua facendo sorridere l'intera classe.
Spero con tutta me stessa che rimarrà brava come oggi.

Dopo aver passato due ore a parlare di tutta la nostra vita con la professoressa Dorian, è giunto il momento di cambiare, a malincuore visto che mi piaceva la sua compagnia.

Ho dovuto inventare che la mia famiglia mi ha mandata qui con tutte le buone intenzioni di questo mondo, non potevo certo dire che sono stata mandata a forza dal mio maggiordomo in una scuola scoprendo di essere una dominatrice e che soprattutto esiste un mondo diverso dal nostro da un giorno all'altro. No, certo che no.
A questo proposito chiederò spiegazioni a Nicky, voglio sapere perché non era a corrente di nulla, perché mi hanno fatto credere che fosse morto e sopratutto sapere cos'ha fatto fino ad oggi.

È ora di smaterializzazione. Il professor Kordwen non si è nemmeno presentato alla classe, forse perché tutti lo conoscono per via del suo sguardo, affilato come una lama.
Sedutosi alla cattedra, non degna nessuno di uno sguardo, rimane concentrato sulla cartina geografica appesa alla porta.
-Cosa mi sapete dire della regione dell'acqua?-chiede improvvisamente continuando a tenere lo sguardo fisso sulla cartina. Non è una qualsiasi mappa, è diversa. Rappresenta molti regni.
-Allora?- continua il professore con aria serena girandosi e guardando finalmente la classe.
-Beh...- dice Amanda, una ragazza castana, alquanto bassina, che all'apparenza sembra una di quelle secchione so tutto io. -Il regno dell'acqua è popolato dai Waterly, che hanno il potere ,appunto, dell'acqua. La loro fonte di potere è la pietra lunare che oramai è scomparsa da anni, come tutte le pietre d'altronde, ma al suo posto c'è la regina Eva che...-
-Ok basta così- la interrompe il professore in malo modo con aria scocciata. -Chi vorebbe vedere come un oggetto si possa materializzare laggiù?-
Tutti annuiscono a quelle parole.

Kordwen si alza improvvisamente facendo cadere la sedia a terra e spingendo la cattedra in legno in avanti.
Tutti rimaniamo impietriti e spaventati da questo suo gesto improvviso. Non è normale, penso tra me e me.
Avanza verso di noi guardandoci uno per uno, è davvero inquietante.
-Tu! Alzati e vieni qui!- dice puntandomi con un dito mentre urla come un pazzo appena uscito dal manicomio.
Non mi muovo, i miei muscoli sono tesi e il mio respiro si fa pesante mentre il battito cardiaco accelera.
-Allora?!- continua guardandomi in malo modo. -Ho sentito che sei brava negli incantesimi, che sei riuscita addirittura come il Maestro. Hai per caso barato piccola streghetta?!- termina lasciandomi a bocca aperta.
Ma come si permette??
Sono letteralmente infuriata.
-No professore. Non ho barato. Come avrei potuto farlo?!- rispondo a tono.
-Bene, come pensavo.- afferma con aria soddisfatta tornando a sedersi.
Strano come tipo, prima urla e poi sorride. Il bipolarismo fa male, penso guardandolo in malo modo.

La campanella suona e Kordwen rimane seduto dietro la cattedra fissandoci. Nessuno ha il coraggio di dire una parola, né di muovere un muscolo.

Il professore si alza e con lui tutti i miei compagni di classe. Io e Dylia ci guardiamo sorprese e confuse per i modi di fare del professore così usciamo cercando di evitare il suo sguardo.
-Sophia, rimani qui per favore... devo parlarti.- sento dire ad un certo punto. La voce è del professore, si sente la freddezza di quelle parole che penetrano l'anima come mille lame affilate.

Mi giro controvoglia e mi avvicino alla cattedra. Sono abbastanza tesa, forse vuole farmi una ramanzina per come gli ho risposto prima.
Però se l'è cercata.

Ad un passo dalla cattedra il professore porta lo sguardo su di me.

-Ditemi...-
-Sai dirmi cos'è questo?- dice mostrandomi un disegno su di un foglio bianco.

È una stella con sei punte con all'interno dei simboli. Ogni punta ha un elemento; luna, sole, acqua, fuoco, aria e terra. Al centro vi è un rombo, che credo rappresenti una scintilla, ovvero la magia.
Nel complesso è davvero molto bello.
-Mi dispiace ma non so proprio cosa sia..- affermo io in tutta sincerità.
-È il simbolo dell'equilibrio, lo Svynetr, ogni successore del Maestro sa cos'è, secondo me potrebbe affascinarti molto. So che la tua non è stata una bella infanzia, e se te lo stai chiedendo, beh si, ho parlato con la preside e so tutto di te.- dice il professore giocherellando con una matita, spostandola da un lato all'altro.
-Va bene...grazie per il consiglio allora, posso andare ora?- dico io cercando di andare da mio fratello il più in fretta possibile.
-Certo, e mi raccomando, attenzione alle persone di cui ti fidi di più a questo mondo.- dopo quelle parole esco dall'aula in cerca di mio fratello Nicky, stranita per la conversazione avuta con il professore Kordwen.

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