Ethan, un nome poco comune nella città di Milano, poco comune anche a Roma probabilmente, ma anche nel resto d'Italia non credete? Ma non è certo il nome a fare la persona. Ethan era sempre stato un ragazzo diverso dagli altri, non aveva mai giocato a calcio, non aveva mai fatto un disegno a sua madre da piccolo, la sua prima parola non fu 'mamma', come molti altri bambini, ma fu 'nonno'.
Fu nonno per il semplice fatto che non ebbe una famiglia normale formata da un padre e una madre. Quando sua madre scoprì di aspettarlo, a 16 anni, si rese conto che la sua vita da adolescente sarebbe terminata lì, quindi, non potendo abortire per via della religione decise di portare a termine la gravidanza e di darlo in adozione. Quando i suoi genitori vennero a conoscenza di questo, non si infuriarono come lei avrebbe pensato, anzi, decisero di adottarlo, come se fosse il loro secondo figlio che tanto avevano cercato. I nove mesi passarno in fretta senza complicazioni. Maria, la madre di Ethan finì il liceo con il massimo dei voti, ottenne una borsa di studio e la utilizzò per andare a studiare all'estero, non tornò più.
Quindi Ethan fece i suoi primi passi, disse la sua prima parola, si sbucciò per la prima volta le ginocchia, imparò ad andare in bicicletta, a leggere e a scrivere con i suoi nonni.
Ethan iniziò le elementari che già sapeva parlare quasi perfettamente l'italiano e l'inglese, dato che sua nonna era originaria dell'Inghilterra. Era un bambino di 5 anni e mezzo sveglio, molto sveglio. Appena compì i 7 anni iniziò a praticare nuoto ed entrò nella squadra agonistica appena ne fece 13. Ci restò due anni, finché gli allenamenti non diventarono troppo pesanti e decise di mollare, preferì lo studio per potersi permettere un domani una vita dignitosa. La sua vita era perfetta. Finché non conobbe in prima superiore, un gruppo di 'amici' che gli sconvolsero la vita. Iniziò a saltare lezioni su lezioni, a non tornare a casa, entrò nel tunnel della droga, ma non si perse. Verso febbraio del primo anno scolastico dell'istituto tecnico informatico, si rese conto di quel che stava facendo, aveva una scarsa media del 6, un probabile 7 in condotta ma soprattutto, stava facendo del male a sè stesso e alla sua famiglia.
18 febbraio, il giorno della svolta. Abbandonò la sua compagnia, ricambiò la sua vita come fece 5 mesi prima e fu proprio in quel periodo che conobbe Josie.
Ethan era più grande di lei di un anno. Josie frequentava la terza media, nella stessa scuola dove l'aveva frequentata Ethan, eppure non si erano mai notati prima di allora.
Si incontrarono per caso, per strada, e bastò uno sguardo a farli ritornare più volte in quel punto del marciapiede nella speranza di rincontrarsi, anche se ciò non accadde.
Ethan non tornò mai del tutto la persona che era prima, del resto era cresciuto, aveva cambiato modo di pensare, di vedere le cose.
È come quando esageri con l'alcool: il giorno seguente sei 'vittima' dei postumi, stessa cosa per Ethan, aveva passato mesi della sua vita a compiere azioni 'sbagliate' e ora ne stava ancora pagando le conseguenze. Di fumare non aveva mai smesso, non gli era nemmeno passato per l'anticamera del cervello di smettere di fare qualcosa che gli piaceva, che lo rilassava e gli apriva la mente.
Ethan era sempre stato una persona estremamente pacifica, ma allo stesso tempo vendicativa, era una di quelle persone complesse, intriganti e interessanti.
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JOSIE.
RomanceJosie è una ragazza come molte altre, frequenta un istituto professionale in centro a Milano, ha un suo gruppo di amiche, tutto cambia quando conosce Ethan, che le farà capire chi realmente può essere e chi vuol essere.