Capitolo quinto - Distanza e avvicinamento.

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Harry si sorprese nel vedere la mano di Louis ancora sul suo petto, non si aspettava che ci sarebbe potuto essere anche solo un piccolo contatto fra di loro.
La guardò per un secondo, contemplando quelle piccole dita che accarezzavano il suo grande sterno, prima di metterci sopra la sua e stringergliela.
Alzò lo sguardo per incontrare quel mare che si ritrovava Louis al posto degli occhi e sorrise.

"Tu non puoi immaginare quanto io possa tenere ad un cambiamento, neanche un po', e non mi aspetto certamente che tu mi capisca. Tanto ormai non ho nulla da perdere con te, male che vada continuerai a disprezzarmi come prima"

Di sicuro è meglio dell'ignorarmi totalmente.

"Io ci tengo così tanto perché.."

Esitò per un istante, distogliendo lo sguardo da Louis e deglutendo rumorosamente.

Perché provo qualcosa per te da troppo tempo.

"..perché nonostante tutto mi manca il mio migliore amico ed è questo il motivo per cui ci tengo ad aggiustare le cose fra noi. Mi basterebbe solo tornare al rapporto che avevamo prima e poterci divertire di nuovo insieme."

Ma forse neanche questo mi basta più...

"Vorrei che smettessi di disprezzarmi. Quello che è passato è passato".

Harry non riusciva a parlare, non riusciva a rivelargli i suoi sentimenti.
Era come bloccato, ma non capiva da cosa.
Strizzò leggermente gli occhi e concluse quel discorso.

"Non pretendo che tu mi capisca"

Louis si lasciò scappare un gridolino di rabbia.
Tolse la mano dal petto del ragazzo e se la passo freneticamente tra i capelli, scompigliandoli visibilmente.

"Smettila di dire che non ti capirei. Ti capisco benissimo"

Era sul punto di crollare, se lo sentiva.
Non aveva mai pianto in vita sua, nemmeno quel maledetto giorno del suo compleanno. Aveva solo conservato rabbia e rancore nei confronti del riccio.
Ma in quel momento sentiva che le lacrime stavano per uscire e per nessuna ragione doveva cedere.
Quella nuvola rossa che offuscava i suoi pensieri continuava a svanire e i piccoli mattoncini del muro che si era creato attorno cominciavano a crollare.
Harry aveva toccato un tasto dolente: la loro amicizia.
Non avrebbe mai ammesso che gli era terribilmente mancato in quel periodo.
Lo guardò, con gli occhi lucidi, e con la voce piena di disperazione gli chiese:

"Perché hai deciso di farmi crollare?"

La sua voce si spezzò alla fine della frase.
Chiuse gli occhi nella speranza di non piangere e per qualche istante ci riuscì, ma se Harry avesse ancora una volta tentato di attaccare il suo muro, era certo che gli sarebbe crollato tutto addosso.
Riaprì gli occhi e vide la mano del ragazzo che si stava avvicinando al suo viso: gli riordinò i capelli appena scompigliati e poi la riabbassò portandola al suo posto.
Harry gli rivolse un sorriso quasi imbarazzato.

"Louis io non posso sapere se mi puoi capire o meno considerando il fatto che mi insulti e urli come un pazzo. Quindi per favore, dimmi cos'è che capisci benissimo?"

Lo disse lentamente, legando per la centesima volta in poco tempo i suoi occhi a quelli dell'altro; poi si ricordò di quell'ultima frase.

Perché hai deciso di farmi crollare?

Harry non aveva ben compreso quella frase; davvero Louis stava cedendo?
Cominciò a credere che la sua tattica stava avendo effetto.
Doveva solo spingere su quel cassetto remoto della sua mente per far riaffiorare tutti i ricordi riguardanti la loro amicizia e a quel punto ce lo avrebbe avuto in pugno.

Mean 》Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora