Capitolo decimo - Bravery.

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Non si riesce a lasciare un'amicizia alle spalle così, come se niente fosse.
Harry e Louis erano stati migliori amici per anni e quel brutto imprevisto aveva segnato entrambi.
Quel giorno Louis aveva deciso di fare una sorpresa a Luke e festeggiare il suo ventiduesimo compleanno loro due da soli; così comprò una piccola torta al cioccolato e andò a casa sua.
Aveva una copia delle chiavi, così entrò senza problemi nell'appartamento: avanzò silenziosamente fino alla camera da letto e spalancò la porta.

Le mani cominciarono a tremare e persero aderenza con la scatola che teneva fra di esse, questa cadde a terra con un tonfo secco.

"Che cazzo sta succedendo Luke?"

Il ragazzo dai capelli scuri era curvo sopra un altro e, sentendosi chiamare, si alzò di scatto, andando verso la rigida figura ferma in piedi sulla porta.
Louis si allontanò istintivamente appena quello allungò le mani verso di lui.
Iniziò a scusarsi per quello che aveva appena visto, che era stato tutto un terribile errore, che non significava nulla per lui, ma Louis non aveva ascoltato una sola parola.
Continuava a indietreggiare e scuotere la testa: l'immagine di Luke che baciava un altro ragazzo tornava a fare capolino continuamente tra i suoi pensieri.

"Davvero? Pensi di potertela cavare così? Da quanto tempo è che va avanti questa relazione, eh?"

Lo spinse via facendolo urtare contro un mobile lì accanto e si avvicinò al letto.

"Voglio vedere chi è lo stronzo!"

Arrivato al bordo, vide due braccia grandi e muscolose che nascondevano un viso coperto di ricci.

Non può essere...

Fece correre lo sguardo lungo il braccio sinistro, completamente tatuato, e riconobbe i disegni di un veliero, una rosa e un'ancora. Il suo cuore prese a battere più forte e più velocemente, ora Luke era l'ultimo dei suoi problemi.

È solo una coincidenza.

Gli prese le braccia e le spostò da davanti il suo viso: un paio di occhi verdi lo scrutavano terrificati e delle labbra carnose e rosee erano piegate verso il basso.
Louis rimase scioccato.
Spalancò la bocca e si allontanò di un passo, portandosi le mani al petto. Inarcò le sopracciglia, lasciando trasparire la disperazione e la tristezza che si celavano nei suoi occhi.

"Harry.."

La voce era spezzata e quasi un sospiro impercettibile. Era bloccato e non riusciva a smettere di fissarlo.
Il riccio si stava alzando e si stava muovendo verso di lui.

"Ti prego Lou, posso spiegart.."

Non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che lo spinse via: non aveva alcuna voglia di ascoltare le sue misere scuse e voleva solo andarsene da lì.

"NO! No. Me ne vado; non voglio più vedervi a nessuno dei due".

Corse verso la porta, lasciandoseli alle spalle. La sbattè con violenza e iniziò a scendere velocemente le scale.
Una volta fuori dal palazzo, si accasciò a terra prendendosi la testa fra le mani.
Era senza parole.
In parte si aspettava che Luke fosse poco fedele, d'altra parte aveva questa fama in città, ma non si sarebbero aspettato di vedere il suo migliore amico a letto con lui, era un qualcosa di inconcepibile.
Tentò di ristabilire l'ordine alla confusione che aveva in testa, non riusciva a ragionare, aveva solo quegli occhi verdi stampati nella mente che bloccavano ogni tentativo di riassestamento morale.
Non riusciva a decifrare il suo stesso umore: tristezza e rabbia erano ormai diventate una cosa sola egli impedivano di mettere bene a fuoco l'intera situazione.
Ma se le emozioni che provava erano andate tutte a unirsi, mescolarsi e a confondersi, lo stesso non si poteva dire della sua mente. Era divisa in due parti ben distinte: una che era riuscita a metabolizzare il fatto che Louis aveva perso il suo migliore amico e il suo ragazzo, mentre l'altra che non aveva ancora ben realizzato l'accaduto e continuava a ripetersi di essersi sognato ogni cosa.
La seconda era la parte che prevaleva rispetto all'altra e lo spingeva. Tornare indietro per vedere se tutta quella scena l'avesse realmente vissuta, ma poi, quando era sul punto di aprire la porta, tornava a farsi sentire la consapevolezza di essere stato tradito.
Entrambi erano riusciti a ferirlo, a sgretolare il suo cuore in tanti piccoli pezzettini, ma lui non riusciva a rendersene conto del tutto.
Era rimasto immobile a fissare il vuoto, con le mani fra i capelli, senza versare una sola lacrima.

Mean 》Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora