Capitolo ottavo - La speranza è l'ultima a morire.

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Harry si lasciò sfuggire qualche lacrima nel vederlo così, ma erano soprattutto lacrime di gioia. Sapeva che il ragazzo fra le sue braccia era confuso ed emotivamente instabile, ma lui in qualche modo era felice di poterlo abbracciare.
Era felice di sentirsi così vicino a lui.
Continuò a confortarlo lasciandogli qualche altro bacio sulla tempia.

"Come ti senti?" glielo disse sussurrando, una volta che si fu calmato.

"Confuso e spaventato"

Louis alzò lo sguardo rivolgendosi agli occhi verdi del riccio e per la prima volta si trovò a pensare quanto fossero belli, incantatori.
Scacciò quel pensiero e tornò ad appoggiare il suo viso sul suo petto.

"Tu per tutto questo tempo mi hai confuso e spaventato. Ora però vedo una luce alla fine del tunnel"

Si accorse della voce di Harry solo perché sentiva il suo torace vibrare; il tono era veramente lieve. Inoltre riusciva a percepire i battiti accelerati del suo cuore e un sorriso spuntò sulle sue labbra.

"Certo una luce, una speranza.."

Louis lo disse ridendo e alzò la testa per guardare il ragazzo sopra di lui: si appoggiò al tronco dell'albero e poi continuò:

"Davvero ancora ti è rimasta la speranza?"

Harry cominciò a pensare che forse si era aperto troppo, che forse avrebbe dovuto andarci più piano, ma ormai erano arrivati fino a quel punto: Louis infondo aveva ragione:  gli era davvero rimasta la speranza? Credeva che con due lacrime e qualche sfogo sarebbe cambiato? Di certo non avrebbe provato così per magia dei sentimenti per lui, ma credeva fermamente che in qualche modo sarebbe stato possibile.
Con il cuore in gola gli rispose :

"Come si dice, la speranza è l'ultima a morire, quindi non ti sorprendere se parole del genere escono dalla mia bocca"

Cercò in tutti i modi di sorridere , fallendo miseramente.

"Non puoi pretendere che io mi innamori di te senza neanche darmi il tempo di riscoprirti"

Louis, invece, continuò a sfoggiare il suo sorriso dolce e ora la sua mano era tornata ad accarezzare la guancia di Harry. Queste parole fecero crescere in lui l'eccitazione: aveva una possibilità, si sentiva finalmente felice.
Allungò le braccia dinnanzi a sé e abbracciò Louis; lo strinse forte, forse anche troppo, ma non gli importava.

"Grazie"

Sussurrò, quando una lacrima di gioia gli rigò la guancia.

"Ehi piano!"

Louis rise e cercò di ammorbidire quella stretta allargando le braccia del riccio e poi lo circondò con le sue, rimanendo  in quella posizione per qualche minuto.
Quando Harry si allontanò, continuando a sorridere come un ebete, aggiustò con una mano il suo cappello, che si era spostato per la foga con cui era andato addosso all'amico, poi il suo sguardo andò a finire sulle sottili labbra di Louis e tornò ad avvicinarsi.
Louis fece lo stesso, non aveva più nulla da perdere ormai, e quando le loro labbra si incontrarono un'altra volta quel giorno, un'ondata di calore percorse il suo corpo.
Harry non poteva credere a quello che stava succedendo, la sua felicità si tradusse nei suoi movimenti: portò le mani una dietro il suo collo e l'altra dietro la sua schiena per distruggere la distanza che c'era fra loro.
Il baciò diventò più umido, il fiato spezzato.
Ogni tanto doveva fermare quell'atto d'amore per riprendere fiato, ma la lontananza fra le loro labbra non faceva che costringerlo nuovamente a farle toccare ancora.
Louis portò le sue mani ai bottoni della giacca di Harry e cominciò a sbottonarli uno a uno, poi infilò le braccia all'interno di essa e lo attirò a sé più di quanto già non lo avesse fatto, strattonandolo per il maglione che indossava.
Un pensiero gli sfiorò la mente e lo costrinse a bloccarsi.

Mean 》Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora