Era un bel pomeriggio, il sole splendeva alto illuminando quella giornata fredda, era sola, nessuno la cercava, nessuno a cui poteva essere utile.
Non avendo nulla da fare si affacciò alla finestra per guardare i bambini che giocavano a pallone nel cortile, ma non ebbe nemmeno il tempo di vedere un goal che si immerse subito nei suoi pensieri.
Iniziò a pensare alla sua infanzia, ne vorrebbe aver avuta una normale, felice, ma purtroppo non era cosi.
Alzò lo sguardo per non far scendere le lacrime ma la prima vinse su di lei, poi la seconda, cosi come la terza e successivamente la quarta, capendo di non poter più smettere di piangere abbassò lo sguardo e le lacrime iniziarono a scendere più velocemente, fino a scoppiare in un pianto violento.
I suoi bellissimi occhi grandi che nessuno aveva mai guardato bene erano di tanti colori messi insieme, il verde, grigio, nocciola, l'azzurro, il giallo, erano occhi impossibili ma veri.
Con le lacrime che le imperlavano il viso si buttò per terra, mise la schiena al muro, avvicinò le gambe al petto e ci appoggiò la testa, continuava a piangere, chiuse gli occhi per pochi secondi, poi alzò la testa.
I suoi genitori avevano appena riiniziato a litigare, per l'ennesima volta si misero ad urlare.
La ragazza si alzò, aprì l'armadio e prese un paio di magliette e le mise in un angolo sul letto e chiuse la porta della camera buttò accanto alle magliette i vestiti ammucchiati sulla sedia della scrivania, sotto c'era uno zaino, prese la cartella che era sopra la scrivania e tirò fuori l'astuccio- dentro non c'erano matite o penne, solo taglierini, temperini, lamette....- lo mise nello zaino e aggiunse anche le magliette insieme alle cuffiette, prese il telefono e lo mise in tasca.
Andò in camera dei suoi genitori (troppo impegnati per farci caso) prese il telefono del padre e gli tolse la cover, levò il bigliettino e aprì la cassaforte usando il codice scritto sul pezzo di carta, si prese la metà dei soldi che c'erano, potevano bastarle, chiuse la cassaforte,li mise nello zainetto e si infilò le scarpe e la felpa, nello zaino infilò anche la sua trousse e lo chiuse; aprì la porta della stanza e uscì con indifferenza, sapeva che non l'avrebbero sentita ma decise di dirlo ugualmente:"io esco" disse sotto le urla delle liti dei genitori, e uscì di casa.
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UN URAGANO DI PENSIERI
RastgeleQuesta storia parla di una ragazza, di una me diversa.