Capitolo 8 Uno scatto di troppo!

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Mi appoggiai all'auto con tutta la tristezza contenibile in un essere umano,faceva davvero troppo freddo..ripresi il telefono stavo per scrivergli ero davvero delusa,ma poi vidi uscire un uomo dal locale,non pensai,ma ammirai.
Eccolo,proprio come l'ultima volta,fece una corsetta si avvicinó,troppo poco tempo per pensare,eee:

" giulia giusto? mi ha detto Ettore che si fida di te e che ci lascia aperto qui,fa freddino andiamo dentro."

Neanche ebbi il tempo di parlare.

Entrammo,mi tolsi la giacca,e mi rivolsi a lui con un sorrisone e un nodo alla gola che non sono mai stata ingrado di tenere,mentre ci incamminammo ai tavoli,dove preparati da lui c'erano due caldi caffe'.

"Mi sembra strano averti qui,Comunque sì, sono giulia..Tu non hai bisogno di presentazioni,
E non so che dire.'

Lui si mise a ridere e continuò

'Sono bello lo so ma mica fino a questo punto!"

Ci sedemmo,lui spezzava i discorsi miei troppo sofferenti e innamorati dei suoi occhi con battute e sorrisini accattivanti.
Eravamo seduti uno difronte all'altro lui aveva i gomiti sul tavolo e la testa tra le mani,ascoltava tutte le mie lusinghe e tutte le mie strane avventure,ad un certo punto gli dissi chiaro e tondo che lo amavo,e lui a occhi lucidi rispose

"Sai è bello sapere che non sei solo,anche quando lo sei.
Forse tu sei di più ma sapere che c'è gente che mi ama così mi scalda il cuore."

lui mi parlava mi faceva mille domande era come sentire tutte le sue canzoni scomposte formare un discorso,era colto,e quando accennava parole in romanaccio mi scioglevo.
Parlammo moltissimo,fino a notte fonda.
Seduti su quelle scomode sedie,a guardarci negl'occhi.
Si alzò di colpo, e disse :

"Andiamocene un po' sulla terrazza che ne pensi?"

Che mi importava potevamo andare anche per strada sul marciapiede,stavo con lui,del resto non mi importava.

Salimmo,che ad accoglierci sta volta c'erano dei divanetti congelati.
Ed eravamo decisamente più vicini.
Parlammo, parlammo e parlammo,eravamo diventati complici,sembrava come se fossimo cresciuti insieme,come se ci conoscessimo da una vita..Oltre ad avere pensieri molto simili e vicini tra loro,anche i nostri corpi si facevano sempre più vicini.

Da qualche ora non lo trattavo più come il cantautore di latina scalatore di claffiche lo trattavo da ragazzo ventottenne affascinante simpatico,e affascinante,E se non avete capito ribadisco affascinante.
Poi a un tratto:

"Dai facciamoci la foto!"

*ah si quella dannata foto,la volevo troppo.*

Mi prese di peso e mi appoggiò al suo petto,avvolse le sue braccia intorno a me, prese il suo telefono e scattò la foto,e poi un altra,poi mi chiuse gli occhi e ne fece un altra poi iniziò a farmi il solletico e mentre mi debellavo inerme ne fece un altra

"Daiii Tii smettilaaaaaaa"

e poi un altra,poi io mi girai eravamo faccia a faccia e lui continuava a scattare e io che scombussolata cercavo di fermarlo,poi posò il telefono mi bloccò le mani si sdraiò e mi tirò a lui,eravamo sdraiati uno sull'altro,appogiai la testa sui di lui e sentii che il dolore che avevo tanto accusato fino a quel momento,Tacque.
Mi accarezzava leggermente i capelli,ma io cercavo con lo sguardo i suoi occhi.
Allora mi girai, lui mi prese il viso e mi diede un bel bacio sulla guancia e aggiunse

"È arrivata l'ora di tornare a casa,Ci sentiamo per telefono..Grazie della bella serata era da un po' che non stavo bene.."

Ci alzammo e andammo giù..
Lui mi salutò con un caldo abbraccio che avrebbe fatto sciogliere il più freddo dei cuori.
Io ricambiai..
Salii in macchina feci un bel respiro e urlai,oh si ragazzi miei,urlai come non ci fosse un domani,strinsi il volante ingranai la prima e con il sorriso della felicità,perché é questo che si prova quando si incontra la persona più pura e limpida del pianeta,FELICITÀ.
Ero felice e piena di me.
L'avevo nascosta nelle sue canzoni,la mia felicita il mio cuore,erano in quelle canzoni.
E incontrandomi lui mi aveva ridato indietro tutto,Amavo quell'uomo,l'ho sempre fatto.

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