III ~L'ultimo giorno delle medie

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Lo spettacolo fu un successo, tutto andò come programmato senza inconvenienti. Il teatro era pieno e la gente pur di assistere stette in piedi o seduta sui gradini degli spalti.

Il giorno dopo, arrivò quindi l'ultimo giorno di scuola ( e di medie) e ultimo giorno in quella classe con quei compagni.

Decidemmo di organizzare una piccola festicciola in classe. Ognuno portò qualcosa da mangiare o da bere. Io preparai il mio tiramisù, una delle poche cose di cui posso vantarmi poiché ritengo che fatto da me sia il migliore. Tutti i miei compagni mi fecero i complimenti, forse i primi che ricevetti nel corso di quei tre anni passati insieme. La maggior parte di loro erano bravi solo a criticare, quindi ricevere da loro dei complimenti, sinceri, mi rese felice.

Suonò l'ultima campanella e uscimmo tutti da scuola e come da tradizione iniziò la guerra di uova, acqua e farina. Io però fui uno dei pochi muniti di ''munizioni'', infatti sapendo che la preside avrebbe controllato negli zaini, diedi la farina e le uova a Delia, una delle bidelle. Ella, soprannominata mammut, era odiata da tutti, gridava in continuazione e non permetteva nessun passo falso. L'unico momento di pace era quando aveva i suoi attacchi di fame: si sedeva in bidelleria e si divorava i suoi paninazzi. A me il trattamento era più leggero, infatti mi trattava meglio per il semplice motivo che conosceva mia madre.

Dopo la battaglia eravamo a dir poco sporchi e per pulirci andammo tutti al mare. La nostra classe non era per niente unita infatti si erano formati diversi gruppetti, spesso in conflitto tra loro. Fummo quindi divisi anche al mare: c'era il gruppo dei secchioni sulla spiaggia libera; accanto, sempre sulla libera c'erano coloro che la società chiama ''sfigati''; il gruppo delle ''fighe'' e dei '' bad boy'' in una spiaggia privata e infine Io, Andrea e Gianmarco, i miei due ex migliori amici.

Ho precisato con ''ex'' perché ora non ci consideriamo manco più. Andrea, nato esattamente cinque mesi dopo di me, fu il mio migliore amico sin dall' asilo, per poi fare insieme anche le elementari e appunto le medie. Non ho mai festeggiato un compleanno nel quale lui non fosse presente e la cosa era reciproca. Ci dividemmo principalmente perché scegliemmo due indirizzi di scuola diversi: io il linguistico mentre lui lo scientifico. La divisione non fu molto sofferta, infatti entrambi non vedevamo l'ora di dividerci e prendere ognuno la propria strada. L'ultimo periodo si era fatto sempre più insostenibile: litigavamo in continuo e spesso finivamo alle mani. Gianmarco, invece, lo conobbi in prima media perciò non eravamo legati come lo potevamo essere io e Andrea. Erano molto differenti, Andrea il classico nerd che preferiva starsene in casa al posto di uscire mentre Gian era più nella vita reale ma la cosa che li accomunava era il fatto che entrambi siano inaffidabili e rintronati. Motivi per cui io non abbia mai esposto il mio dubbio sessuale con loro.

Alla spiaggia mi vidi una ventina di minuti con Sara, era in costume il quale risaltava ancor più i suoi peli sotto le ascelle.

Quel pomeriggio finì in fretta e gli esami si fecero sempre più vicini.

La sera organizzammo la pizzata di fine anno scolastico. La situazione diventò imbarazzante, mi sembrò di essere in una scuola dell'infanzia. I miei compagni passarono la serata a tirarsi la pizza come dei bambini, quanto mi vergognai per loro. Finita la cena ci facemmo qualche foto e poi tutti a casa, tranne me.

Vicino alla pizzeria infatti c'era la discoteca in cui si fece lo student party di fine anno. Io volevo andarci e chiesi a tutti i miei compagni di accompagnarmici ma nessuno poteva. Vidi all'ultimo dei miei amici, di un'altra sezione , in coda per entrare e dopo una telefonata a mia madre, in cui la convinsi a darmi il permesso, mi misi ad aspettare con loro. La discoteca aprì verso le ventitre e l'ingresso costò venti euro. Fu la mia prima volta in un locale notturno, mi sentii talmente a disagio che non ballai per tutta la serata. Nonostante le persone ubriache, drink lanciati in aria che colpendoti ti bagnavano, il posto mi piacque molto. Mia madre arrivò a prendermi non molto tardi, verso l'una, quando la gente stava ancora entrando. Arrivai a casa e dopo una doccia veloce mi misi a dormire. Ero stravolto, mi addormentai con facilità.

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