2. Are them bad memories?

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Entro nella sua camera per darle la grande notizia.
-Sum, dove sei?-dico non vedendola.
-Sono qui!- dice lei seduta sul letto che si trova alle mie spalle, tiene in mano il computer. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei.
-Allora, quale sarebbe questa notiziona?-dice lei guardandomi, -Non dirmi che riguarda anche Emily..- continua.
-Beh, si. Mi ha informata che dobbiamo incontrare una band Australiana- sorrido.
-Australiana?-dice lei sgranando gli occhi e la bocca. Si alza di scatto ed io cerco di recuperare il computer che a momenti sarebbe caduto. Inizia a saltare si qua e di là nella stanza. Non riesce proprio a contenersi. Ridacchio vedendo la scena.
-Hai finito?- dico ancora ridendo.
-Si, per adesso.- si siede sul letto, -quando partiamo?- mi domanda.
-Non lo so! Chiamo Emily per sapere- prendo il cellulare.
[...]
-Dai, muoviti a fare quella valigia! Ti ricordo che dobbiamo partire domani, Azzurra!- mi dice lei, con tono da rimprovero. A volte Sum sembra tanto mia madre. Non che tra le due lei sia la più 'responsabile', anche perché io penso di esserlo, solo che mi mette fretta ed è la stessa cosa che fa mia madre. Mi ricorda le cose più volte al giorno, credendo che io mi dimentichi. Questa cosa dopo un pò dà fastidio.
-Sum lo so, la farò dopo- dico guardandola. Lei sbuffa.
[...]
Sono le sei del mattino e la sveglia già suona. Apro gli occhi di colpo ricordandomi di non poter fare ritardo e quindi non poter stare altro tempo nel mio letto. Mi alzo e vedo che Sum è ancora a letto.
-Dai Sum, svegliati!-dico.
Non ricevendo alcuna risposta da parte sua mi avvicino al suo letto e le tolgo le coperte. Lei si gira dall'altro lato. Cosa? Ma non era lei quella che ieri mi diceva mille raccomandazioni per non fare tardi? Un tuono interrompe il silenzio. Ah, bene. Ci mancava solo che iniziasse a piovere. Inizio leggermente ad arrabbiarmi a causa del comportamento di Sum. Cavolo, è il mio lavoro. Una delle occasioni che capiterà raramente nella vita e adesso arriva lei con la sua pigrizia.
-Sum, svegliati!-urlo. Sbuffa e si alza.
-Che cosa hai da urlare?-dice lei, 'infastidita'.
-Sum, ti ricordo che dobbiamo partire stamattina e a causa tua faremo ritardo-dico arrabbiata. Senza nemmeno ascoltare a sua risposta mi dirigo in bagno e faccio una doccia veloce. In meno di venti minuti sono davanti all'armadio a prendere i vestiti. Mi vesto e scendo in salotto a prendere le valigie.
-Sum, sei pronta?-domando.
-Si, aspetta un momento- risponde dalla sua camera. Sbuffo e aspetto. Passano dieci minuti e lei ancora deve scendere. Salgo di corsa nella sua camera e vedi che solamente ora è pronta per andare. Sembra che lo faccia apposta a mettermi i bastoni tra le ruote. Senza alimentare nessun'altra lite, scendiamo e prendiamo entrambe le valigie.
-Sum, l'ombrello-dico prendendo il mio.
-Ah, giusto!-dice lei distrattamente, prende il suo.
Usciamo ed iniziamo a correre senza sosta verso l'aereoporto. Dico io, proprio oggi doveva piovere? Mentre corro rischio di cadere addosso ad una ragazza di passaggio, mi scuso e proseguo. Sum, invece, mentre cammina sotto la pioggia pensa a rispondere ai messaggi sul cellulare. Io con lei non ci vado in Australia se continua di questo passo.
-Sum, ti muovi o rimani qui?-urlo leggermente.
-Adesso vengo, ma stai calma-dice lei.
Raggiungiamo l'aereoporto e in meno di quindici minuti siamo in aereo. Vedo Emily in lontananza e le vado vicino. La saluto e ci sediamo vicine iniziando a parlare di quello che faremo una volta lì. Sum si siede dietro di noi. La sento sbuffare ogni tanto. Mi giro e la guardo.
-Sum, qualcosa non va?-
-No, niente!-dice lei. Siamo sicuri che lei è la vera Sum? Annuisco anche se non del tutto convinta.
[...]
Arrivati a destinazione ci avvicianiamo verso una ragazza, più o meno della nostra età. Presumo sia una guida per raggiungere la nostra destinazione.
Camminiamo ma vedo che Sum è leggermente più lontana di noi.
-Sum, cerca di stare al nostro stesso passo!- dico. Annuisce e si avvicina a me. Emily inizia a parlare con la ragazza che ci fa da guida e quindi approfitto per parlare con Sum.
-Mi dici che ti prende? Stamattina volevi fare ritardo, in aereo ti sei comportata in maniera poco educata..-le dico.
-Il mio problema è Emily- dice lei.
-Emily? Sei seria? Ascolta, solo perché è una mia collega di lavoro non è detto che non le posso parlare oppure stare vicino. Se tu sei gelosa, è un problema tuo. Non capisci che non c'è motivo per esserlo, anche perché non ti sostituirei per nessuna al mondo!-le dico.
-Davvero?-mi domanda quasi incredula delle mie parole.
-Si!-le rispondo. Mi sorride e mi abbraccia. Era questa la causa del suo comportamento? Dà una parte è una cosa dolce, mentre dall'altra è stupida perché io non sostituirei mai le persone che mi vogliono bene.
Raggiungiamo un piccolo edificio e entriamo in una piccola stanza. Entriamo e il mio sguardo rimane fisso su una persona mentre in quel momento l'unica cosa che posso pensare sono i ricordi passati.

***Spazio Autrice***

Salveeee! :D
Scusate l'attesa, ma eccovi il secondo capitolo del sequel. Spero vi piaccia!
Beh, questa volta, stranamente, non ho quasi niente da dire. Ovviamente vi ringrazio, come sempre d'altronde lol. :')
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Scusate per eventuali errori.
Alla prossimaaaa! :3

I miss who you were||Michael Clifford (Stupid Love's sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora