13. Three years later.

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"Amore, sei pronta?" urla una voce molto comune dal piano di sotto, precisamente dal salotto. Mi dirigo con passo svelto verso lo specchio della mia camera, sorridendo al mio riflesso. I miei capelli scuri cadono lungo la schiena mentre porto una ciocca di essi dietro l'orecchio. Mi guardo intorno come a voler tenere fissa in mente l'immagine di quella stanza. Sono da poco qui, cinque mesi circa. Sono andata via dalla mia vecchia casa, ne avevo bisogno. Sono sola qui, o quasi. Summer ormai ha una sua vita, con Luke. Ci sentiamo ogni tanto. Mi manda sempre delle foto con il suo ragazzo, sono tanto carini insieme. Il suo sogno era quello di andare a vivere in America ed è riuscita a renderlo realtà. Sono così contenta per lei, merita tutto ciò che ha adesso. Io? Io sono semplicemente felice. Nella mia vita ci sono stati dei momenti in cui credevo di non farcela, di non avere nessuno al mio fianco. Mi sbagliavo. Ah quanto mi sbagliavo! Se non fosse stato per lui che mi ha fatto riaprire gli occhi, io non so cosa avessi fatto. Durante la sua assenza mi sono sentita persa, non amata. Quanto è stupido l'amore? Me lo chiedo sempre. L'amore è quando poniamo la felicità della persona da noi amata prima della nostra. È una cosa praticamente folle da fare, eppure se si è innamorati si è disposti a fare tutto. Tutto. Proprio così è successo con me e lui. Sì, Michael. Quando me lo sono ritrovato sotto casa quella sera, non sapevo cosa fare. In realtà lo sapevo ma non ne ero sicura. La prima cosa che mi è passata per la mente è stata di urlargli contro quanto mi avesse fatto soffrire e quanto mi avesse fatto sentire sola, per poi abbracciarlo e baciarlo per colmare il vuoto che mi aveva lasciato. Quel ragazzo è stato capace di rendermi matta, completamente. Una vita senza di lui non l'avrei saputa immaginare quindi, in quel momento, ho seguito il cuore. Se solo non lo avessi fatto, me ne sarei pentita per l'ennesima volta. Adesso è qui, con me. "Amore, sto scendendo."
Prendo la borsetta appoggiata sul letto, per poi uscire. Oggi andremo in un posto meraviglioso, proprio come me, ha detto. Ha aggiunto, poi, che ci sarà una sorpresa.

[...]

Sono distesa sulla sabbia a fissare il confine tra il mare e il cielo: è uno spettacolo inimmaginabile. Apro gli occhi all'orizzonte si vede solo il mare e una spiaggia di granelli di sabbia lunga chilometri. E' ormai sera: c'è una leggera brezza molto piacevole che ha un odore salmastro, perfetto per l'atmosfera del tramonto. I colori del mare sono tanti. Visto che non ho una macchina fotografica devo cercare di fotografare questa particolare immagine con la memoria. Mentre guardo il tramonto sento una voce: no, che stupida! E' l'infrangersi delle onde sugli scogli; però in un certo senso poteva sembrarlo. mi riconcentro sull'immagine e provo una sensazione diversa dalle altre: la gioia di essere in questo posto ma soprattutto la tristezza dei momenti passati su un'altra spiaggia.
Immersa nei miei pensieri mi giro di scatto verso la mia destra, notando una figura maschile di fianco a me. Michael si avvicina sempre di più a me, avvolgendo il suo braccio intorno alla mia vita. Le mie labbra si curvano in un sorriso sincero mentre appoggio il mio capo sul suo petto. "Michael." sussurro senza un valido motivo. Adoro dire il suo nome. Adoro lui. "Dimmi." dice lui, chinando leggermente il capo verso di me. "Ti amo." dico sorridendo. Sento che, all'udire di queste mie parole, si sia formato un meraviglioso sorriso sul suo viso. "Anch'io, lo sai." dice lui. Già, lo so. Rimaniamo per svariati minuti in silenzio, mentre osserviamo il movimento del mare. Ad un certo punto Michael si alza. Alzo il capo per guardarlo, osservandolo con uno sguardo confuso non sapendo cosa avesse intenzione di fare. Mi tende la mano verso di me aspettando che io la afferri. Ed infatti la afferro, alzandomi. "Aspettami qui." dice lui sorridendo, avvicinandosi per lasciarmi un bacio sulle labbra. Si allontana da me andando verso il punto in cui avevamo lasciato le nostre cose. Si avvicina poco dopo tenendo tra le mani una piccola scatolina di colore blu scuro. Lo guardo con sguardo ancora più confuso. Mi prende la mano sinistra mentre piano piano si inginocchia davanti a me. Lo guardo avendo una mezza idea di cosa stesse per accadere. Porto la mano destra sulla bocca mentre i miei occhi diventano lucidi. "Ne abbiamo passate tante, vero tesoro?" mi dice lui, ridacchiando leggermente. Annuisco sorridendo, trattenendo per poco le lacrime. "Però noi siamo ancora qui, più forti di prima." sorride guardandomi. "Voglio stare con te per sempre. La mia intera vita la dedico a te. Mi vuoi sposare?" dice mentre apre la piccola scatolina che ha tra le mani. Al suo interno c'è uno splendido anello che mette subito al mio dito. Scoppio in lacrime, felice della proposta. Erano anni che aspettavo di sentirmi dire quelle parole e finalmente il giorno è arrivato. "Sì amore. Voglio sposarti!" dico sorridendo tra le lacrime, gettandomi tra le sue braccia.

***Spazio Autrice***

Rieccomi con un nuovo aggiornamento! :D
Sono davvero felice di continuare questa storia, con voi. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Grazie per tutto il sostegno che mi date.
Scusate se ho commesso degli errori, non ho riletto il capitolo.
Grazie di tutto!
Alla prossima.♡

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 10, 2016 ⏰

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I miss who you were||Michael Clifford (Stupid Love's sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora