Erano le dieci di mattina. Elia e Sapphire camminavano già da cinque ore e ormai si erano lasciati alle spalle gli ultimi alberi del bosco Petalo.
-Era proprio necessario svegliarsi così presto?- chiese Elia assonnato.
-Si! Prima arriviamo alla palestra meglio sarà, dormiremo nel pomeriggio!- rispose Sapphire.
-Evviva. Proprio un bel programmino.- commentò sarcastico. -E cosa dovrei fare io mentre tu lotti?-
-Farai il tifo, ovvio!- esclamò lei sorridente.
Elia sorrise. Per fortuna Sapphire non aveva perso il suo spirito, lui invece...
-Andiamo, datti una mossa!- lo incitò.
-Con calma! La città inizia da questo pezzo di cemento, siamo arrivati!- esclamò lui indicando la strada a mezzo metro da lui.
-E allora sbrigati! Sei più lento di un Magcargo!- (Slowpoke per la lentezza mentale!)
Elia fece il primo passo sulla strada.
-Abbiamo un sacco di cose da fare e non possiamo perderci in...-
Ci fu un tonfo sordo.
La ragazza si voltò e sbiancò: davanti a lei Elia si era accasciato a terra con la testa fra le mani gemendo per il dolore.
-Elia! Ma che cos'hai! Rispondi!- gridò precipitandosi accanto a lui terrorizzata.
Dopo qualche secondo di pura disperazione e paura, Elia aprì violentemente gli occhi ansimando.
-Elia... Mi hai fatto prendere un colpo! Cos'è successo?- domandò sconvolta.
-Tutto a posto?- chiese una voce calda alle spalle di Sapphire.
Elia si tirò su a sedere per vedere chi avesse parlato ma appena i suoi occhi incontrarono l'interlocutrice esclamò: -Rosso!-
Sapphire si voltò confusa dalle parole del suo amico e l'immagine che vide la confuse ancora di più, davanti ai suoi occhi stava un ragazza alta e magra all'incirca come Elia che stava ridendo a crepapelle.
"Non è una ragazza comune" pensò Sapphire il suo atteggiamento rifletteva esattamente ogni particolare del suo aspetto: i capelli di un rosso acceso sembravano ribellarsi all'ordine naturale che avrebbero dovuto avere, la maglietta rossa e stropicciata richiamava il disordine ma i graffi sulla sua pelle e la risata calda la facevano sembrare energica e combattiva, un maschiaccio selvaggio, insomma. Sapphire non aveva mai visto una ragazza così ed era davvero confusa.
La sconosciuta smise di ridere e tese la mano.
-Piacere, io sono Kira.-
La ragazza dagli occhi blu la strinse automaticamente.
-Io mi chiamo Sapphire e lui è Elia.-
Il ragazzo sembrò scuotersi e fece un cenno a Kira mezzo intontito.
-Ho visto che ti sei accasciato a terra tenendoti la testa, sei sicuro di stare bene?-
-Non mi era mai successo prima, o almeno che io ricordi...-
-Be', adesso stai meglio?-
-Si. Mi sembra proprio di si.-
Elia si alzò in piedi e Sapphire lo imitò.
-Se non te la senti possiamo anche andarci dopo alla palestra, non ho fretta.-
-Ma no, non ti preoccupare, possiamo andarci anche subito. Io sto bene adesso.-
-State andando alla palestra anche voi? Ma allora siete degli allenatori!-
-In realtà è lei la futura campionessa di Hoenn.- disse Elia indicando l'amica.
-Io mi limito ad accompagnarla in giro.-
-Ma dai! Sapete, anche io ho intenzione di sfidare la palestra, perché non ci andiamo insieme? Tu sei sicuro di stare bene, vero?-
Elia sorrise in risposta e Sapphire non poté fare altro che acconsentire nonostante avesse ancora delle preoccupazioni.Camminavano ormai da qualche minuto, Kira faceva strada mentre gli altri due erano rimasti qualche passo indietro.
-Senti Elia.- disse sottovoce Sapphire. -Va tutto bene? Perché da come ti agitavi prima sembrava che stessi avendo un incubo.-
-In realtà dopo devo parlarti. Ho avuto una specie di visione.-
-Riguarda la tua amnesia?-
Elia tacque per qualche secondo.
-Non lo so.- disse infine.
-MA CHE???!!!- esclamò Kira tutt'a un tratto.
-Che succede?- domandò Sapphire avvicinandosi.
-C'È GIÀ COSÌ TANTA GENTE???!!!- urlò indicando davanti a lei.
E non aveva tutti i torti: davanti alla palestra, un grande edificio bianco e azzurro distaccato dai palazzi e dalle altre costruzioni, si era radunato un bel gruppetto di gente.
-Questa è sfortuna Sapphire, mi sa che oggi non riuscirai neanche a vedere il campo di lotta.- disse Elia sconfortato per l'amica.
-Be', ma questo dipenderà dal punteggio.- disse Kira con noncuranza spostandosi una ciocca di capelli rossi dal viso.
-Punteggio?-chiese la ragazza impreparata.
-Ma si! Il punteggio del test! Lo sanno tutti, no?-
Elia era visibilmente stupito.
-Un... Test? E in cosa consisterebbe?-
-Davvero non lo sapete?- chiese Kira incredula.
-In pratica, ogni tre giorni tranne la domenica viene fatto un test scritto composto da cento domande. Le persone che rispondono correttamente a novantotto o più sono i candidati per la lotta pratica. Nel caso in cui i candidati siano molti vengono scelti i quattro punteggi più alti.-
-Cosa? Ma è uno scherzo?- esclamò Elia indignato.
-Non è un dramma, basterà rispondere correttamente a tutte le domande.- rispose Sapphire.
-Ma non pensare che sia facile, le domande sono su tutti gli argomenti base che servono agli allenatori quindi tipi di pokémon, debolezze, resistenze, informazioni dettagliate sulle specie più conosciute, mosse, i tipi delle mosse, i problemi di stato, come combattere i problemi di stato, le nature dei pokémon, le pokémelle, le bacche, le statistiche e chi più ne ha più ne metta.-
-Ma che significato ha una prova del genere? In una lotta pokémon non vince chi ha la conoscenza più vasta ma chi riesce a giocarsi meglio le carte che ha in suo possesso!-
-Questa è un'interessante visione delle cose ma non è completa.- disse una voce proveniente dalle spalle di Elia.
Quando si voltò vide una ragazza un po' bassa ma asciutta con i capelli castano scuri raccolti i due code distinte e le braccia incrociate. Indossava un completino grigio con gonna corta sopra ad una maglietta a maniche corte bianca ed a coprire le gambe sottili c'erano lunghe calze rosse che sfociavano in un paio di scarpe semplici. Gli occhi marroni e la sua bocca ghignante riflettevano uno sguardo di superiorità che fece affilare i lineamenti di Elia.
-E tu chi sei?- chiese infastidito.
Sapphire e Kira si pietrificarono sul posto.
-Be'? Che vi prende?- domandò Elia sempre infastidito ma anche confuso.
-Come sarebbe a dire?- chiese la ragazza. -IO sono la capopalestra, Petra è il mio nome è sono l'inventrice del test.- disse con orgoglio.
-E così, signora capopalestra, la mia visione sarebbe incompleta? Ma non farmi ridere! La conoscenza serve solo ad ottenere gli strumenti ma se non ti insegnano ad usarli non serve a un tubo!-
-E invece no! La conoscenza permette di sviluppare le strategie migliori e permette anche di reagire alle situazioni più imprevedibili.-
-Quella non è conoscenza, è il SANGUE FREDDO che ti permette di stare a mente lucida!-
-Ma si, chiamalo come vuoi, tanto senza conoscenza non puoi pensare di essere un vero allenatore. Se non conosci nemmeno le basi non arriverai da nessuna parte!-
-Esiste una cosa chiamata istinto ed un'altra chiamata esperienza!-
-Sei noioso amico.- disse scrollando la mano in un gesto di sufficienza. -Scommetto che sei uno di quegli zucconi che hanno bisogno di sbattere la testa mille volte contro un muro prima di capire che il muro esiste.-
Elia si stava scaldando.
-Ah si? La pensi così? Che mentalità ristretta! Mi pare proprio strano che una all'antica, e per di più nana, come te sia riuscita a diventare capopalestra. Dov'è l'innovazione? La conoscenza dovrebbe portare all'innovazione, no?-
Anche Petra era infuriata ora. Si avvicinò a grandi passi ad Elia.
-IO NON SONO NANA!- gli gridò in faccia ad un volume tale da far voltare tutta la gente che stava lì intorno.
Sapphire era allibita: Petra era sulle punte sospinta verso Elia con i pugni chiusi e le braccia tese mentre Elia era visibilmente accigliato e teneva le braccia incrociate.
Appena Petra si accorse delle occhiate del "pubblico" si diede un contegno e si rilassó.
-Molto bene.- disse lisciandosi il vestito. -Se riuscirai a prendere il punteggio pieno nel mio test ed a battermi in una lotta in palestra allora porterò innovazione ma...- procedette verso la palestra estraendo le chiavi dalla tasca del suo maglioncino. -Dovrai darti molto da fare, fino ad ora nessuno ci è riuscito!-
Aprì le porte e scomparve nei corridoi dell'edificio.
A poco a poco le persone radunate davanti alla palestra scemarono al suo interno. Fuori rimasero solo Elia ancora accigliato, Sapphire sbigottita, e Kira che rideva a crepapelle.
-Elia... Dimmi che non l'hai fatto davvero...-
Kira rideva.
-Ti prego dimmi che non l'hai fatto...-
Kira continuava a ridere.
Un brivido percorse il suo corpo ed afferrò Elia per le spalle.
-Dimmi che non l'ha...-
-Vedrai, Sapphire, se è la guerra che vuole, la guerra avrà!-
I suoi occhi determinati erano diventati di un rosa luccicante.
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I segreti del mondo Pokémon
FanficElia un ragazzo di 15 anni si sveglia in cima ad un albero senza ricordare nulla sul suo passato tranne un simbolo: tre piccole palline bianche a sfumatura rosa disposte a triangolo con la punta verso l'alto. IMPORTANTE: nella storia non si menzione...