Elia stava riposando tranquillamente sotto l'ombra di un albero vicino al laboratorio del professore insieme al suo nuovo amico accoccolato vicino al suo fianco.
"Ah! Che pace. Finalmente relax!"
Infatti, dopo varie ricerche in rete e tentativi di ricordare dettagli sul simbolo, era sfinito. Il prof. gli aveva spiegato a grandi linee la regione di Hoenn ed i pokémon che ci abitavano ed infine gli aveva mostrato una mappa dell'intero mondo pokémon. Elia non ce la faceva più.
"Il professore mi sta aiutando molto ma io non potrò stare per sempre qui, anzi, prima me ne vado, prima potrò eseguire ricerche di persona." Pensò, poi guardò le cicatrici di Treecko. "Sembra sia stato torturato, mi chiedo per quale motivo... Che il suo stato e la mia amnesia siano collegate?" Iniziò a pesare agli schemi più assurdi: organizzazioni criminali, agenti segreti, pokémon leggendari... Rimase in contemplazione delle sue fantasie cercando di ricordare da dove prendessero spunto ma niente. Non c'era verso di venirne a capo. Si rassegnò al riposo.All'improvviso sentì un fruscio sopra la sua testa, aprì gli occhi e vide il volto di una ragazza dagli occhi blu che lo fissava incuriosita.
-Ciao.- salutò Elia.
-Ciao.- rispose la ragazza.
-Come mai sei appesa a testa in giù?- chiese.
-Non è mica illegale.- scherzò lei.
-Bella risposta.- disse Elia. -Però vorrei farti notare una cosa.-
-Dimmi pure.-
-Ora, non vorrei allarmarti ma il ramo su cui sei appesa sta cede...-
Non riuscì a finire la frase che con un sonoro "crack" il ramo si spezzò e la ragazza atterrò rumorosamente addosso ad Elia non senza lanciare un urletto.
-Ahi! Che botta!- esclamò la ragazza massaggiandosi la testa.
-Mi hai proprio dato una bella testata! Dovresti fare più attenzione quando scegli i rami su cui ti appendi.- ridacchiò Elia notando con sollievo che Treecko era si era spostato in tempo.
I due si alzarono da terra.
-Scusami tanto per la botta! Il mio nome è Sapphire.- si presentò la ragazza. Aveva un fisico asciutto da cui trasparivano solo le forme femminili e vestiva con un abbigliamento estivo azzurro e nero ed aveva i capelli castani che le uscivano dalla bandana azzurra legata dietro la testa.
-Io invece sono Elia. Come mai capiti da queste parti?-
-Sono la figlia del professor Birch e sono appena tornata da una passeggiata con il mio Torchic.- subito dall'albero cadde in braccio a Sapphire un pulcino dalle piume arancioni e gialle che le si accoccolò in grembo.
-Wow! È davvero un bellissimo pokémon anche se io preferisco i tipi erba come Treecko.-
Il pokemon geco sentendosi chiamato in causa si arrampicò silenziosamente sulla spalla di Elia ma appena la ragazza lo vide fece un salto indietro spaventata.
-Be'? Cos'hai?- chiese Elia stupito.
-Ma c-come... Come hai fatto a farti amico quel pokemon?- chiese tremante.
-L'amicizia vien da se. Non l'ho scelto io. Come mai invece tu reagisci così esagaratamente? In fondo è un bel pokémon.-
-B-be', ecco...- Sapphire abbassò lo sguardo a metà tra la paura per Treecko e l'imbarazzo della situazione.
-Non dirmi che ti fa paura?- chiese Elia sempre più stupito.
-Forse... Un pochino.- rispose lei timidamente.
-Ti assicuro che non è per niente spaventoso, è soltanto sulla difensiva perché ha passato momenti brutti.-
-E tu come fai a saperlo?-
-Lo dicono le sue cicatrici. Neanche immagino la sofferenza che ha dovuto sopportare e le torture. Io farò in modo che non debba mai più sopportare niente di simile.-
-Hai ragione. Non me ne ero mai accorta. Scusami Treecko!- sorrise. -Tu hai detto di chiamarti Elia, da dove vieni? Non ti ho mai visto da queste parti.-
Elia distolse lo sguardo. -Vengo da lontano.- rispose evasivo.
-Davvero? E precisamente da dove?- chiese con gli occhi che brillavano per la curiosità.
-Da un altra città...- rispose ricordando le parole del professore.
Sapphire lo squadrò. -Senti un po'! Perché non me lo vuoi dire? Non è che mi stai nascondendo qualcosa?-
Elia iniziò a sudare freddo. Se a conoscere il suo segreto erano solo lui e il professore era un conto, ma non poteva raccontarlo alla prima ragazzina che incontrava e per di più non aveva nemmeno pensato ad una buona scusa: non conosceva nemmeno i nomi di altre regioni.
"Pensa in fretta Elia!!!"
-Non me ne andrò da qui finché...-
-Ok, ok.- la interruppe lui. -Vengo da Porto Alghepoli.- era l'unica città di cui avevano parlato con il professore.
-Ma davvero?- chiese lei sarcastica. -E dove si troverebbe Porto Alghepoli?-
"Forza Elia, devi ricordare!" -Si trova... a nord est.- rispose timidamente.
-Si, è giusto. E sapresti dirmi qualcosa sulla vita di città?- Domandò sempre più ironica.
-La gente va spesso al centro commerciale...-
-E si vestono tutti con abiti mezzi graffiati?- Chiese indicando i suoi vestiti.
-No, questi li ho indossati prima di partire... Sai, sono in viaggio...-
Sapphire avvicinò la faccia a quella di Elia e lo scrutò seria.
-Pensi che sono scema?-
In tutta risposta il ragazzo cercò di mantenere l'espressione più naturale e rilassata possibile ma dallo sguardo di lei non dovette riuscirci molto bene.
-Ma no, perché dovr...-
All'improvviso però dal mezzo della foresta si alzò una colonna di fuoco seguita da un potente boato che fece tremare ogni foglia e filo d'erba.
I due ragazzi si guardarono preoccupati ma reagirono prontamente e si precipitarono con i loro pokémon verso l'origine di quel trambusto.
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I segreti del mondo Pokémon
Fiksi PenggemarElia un ragazzo di 15 anni si sveglia in cima ad un albero senza ricordare nulla sul suo passato tranne un simbolo: tre piccole palline bianche a sfumatura rosa disposte a triangolo con la punta verso l'alto. IMPORTANTE: nella storia non si menzione...