2 Capitolo.

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Stiles's pov;
Eravamo fuori Eichen House, avevo le mani sul volante e osservavo la struttura dell'ospedale psichiatrico mordendomi il labbro inferiore. -Allison è morta per colpa mia. Erano i miei pensieri influenzati dalle parole di Lydia. -È così? Ha ragione? Allison è morta a causa mia? A distrarmi dai miei pensieri furono le gambe tremanti di Lydia. Aveva paura, era terrorizzata, a dire il vero. Aveva ancora gli occhi gonfi per le lacrime dei pochi minuti prima.
«È tutto okay.» le dissi, poggiando la mia mano sulla sua coscia destra. «Non sei tu quello che non appena metterà piede lì dentro, all'uscita, avrà bisogno di prenotare per una camera.» disse fredda, poi prese un fazzoletto dalla borsa e si tastò le guance senza fare troppa pressione, per non rovinare il trucco, anche se era troppo tardi, le lacrime avevano fatto già il proprio dovere.
Sospirò, tirò un'ultima volta su con il naso ed aprì lo sportello dell'auto. Entrammo, ma eravamo andati lì senza scuse per entrare e di sicuro sarebbe stata un'impresa.. se Lydia non avesse sganciato 235 dollari per pagare la sicurezza.
«Come funziona? Come sappiamo di preciso in che camera andare?»
ero confuso, abbastanza. «Credimi, sono una Banshee da un pò ormai e non ho la minima idea da dove iniziare.», sbuffò lievemente, chiuse gli occhi e iniziò molto lentamente a camminare.
Entrammo in una camera vuota, Lydia ci girò intorno per tipo cinque volte, provò ad aprire e chiudere la porta, ma niente.
Provammo a guardare i filmati di sicurezza, le dissi di ascoltare attentamente ogni rumore e parola, sembrava avere piccole scosse al passaggio di una ragazza, ma ancora una volta, niente. «Stiles, i registri, forse c'è qualcosa che può portarci ai Dread Doctors.»
Lydia si avvicinò ai cassetti e aprì il primo, ne prese uno alla cieca, lo sfogliammo per un pò e notai una cosa: «Lydia, guarda.»

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Lydia's pov;
Non poteva essere vero.
Non ci credevo.
Eppure coincideva con le visioni che avevo avuto dopo aver letto il libro.
Mia nonna, Lorainne Martin, era morta ad Eichen.
«Stiles, le visioni.. le visioni che ho avuto dopo aver letto il libro, riguardavano mia nonna.»
continuavo a fissare la piccola foto nel registro. «Oh, mio Dio, Lydia. È la ragazza dei filmati di sicurezza.»
C'era un'altra piccola foto che raffigurava una ragazza, una donna in realtà, ma era la stessa che avevo visto poco prima; vicino alla foto c'era un asterisco con scritto: "Sophia Martin; madre: Lorainne Martin, stanza 115B."
«Madre..?» l'unica figlia di mia nonna era mia madre, Natalie Martin. «Hai una zia?», chiese Stiles, «No. Mio nonno è morto nel 1976, la donna, Sophia, è nata nel 1979. Stiles, mia non aveva un amante e ha avuto una figlia da lui.» guardavo il vuoto con la bocca semiaperta, immobile.
«115, andiamo nella stanza 115B.»
Stiles si avviò verso la porta, lo raggiunsi dopo un paio di secondi.
Eravamo nel corridoio giusto. «112B, 113B, 114B.. eccola.»
Entrammo e mi guardai intorno, la camera era più grande delle altre, aveva un'aria cupa, la tappezzeria era vecchissima, stare lì dentro metteva i brividi; c'era un letto malconcio, poggiai la mano destra sulla struttura di ferro e iniziai a picchiettare con le unghia. Sentivo qualcosa. «Lydia..»
«Shh..» lo dissi a voce bassissima e alzai l'altra mano vicino all'orecchio, in segno di silenzio.
All'inizio erano bisbigli, impercettibili e quasi inesistenti, poi le parole iniziarono a prendere forma, una sensazione di agitazione mi attraversava, tremavo, ma continuavo a picchiettare con le unghia e poi un grido mi attraversò la gola fino ad uscire per le labbra. Continuai a gridare fino a che non ebbi più fiato e chiusi lentamente le labbra. «La casa sul lago, sono lì.»
È tutto ciò che ricordo di aver detto o visto, oltre ad un profondo ed improvviso nero.

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Stiles's pov;
Mi accasciai e le poggiai la testa sulle mie cosce. «Lydia, Lydia.. per favore Lydia, svegliati.»
La presi tra le braccia e la sollevai, lentamente e poi con più fretta. Attraversai il corridoio con Lydia tra le mie braccia e gli infermieri mi guardavano con sguardi profondi e curiosi.
Provai ancora una volta a svegliarla, urlando, questa volta: «Lydia!»
Dopo essere entrati nella camera di Lorainne, aveva prestato la sua intera attenzione a quel letto, dopo un pò disse qualcosa su una casa sul lago e di colpo cadde sul pavimento, sbattendo la testa e credo, qualcos'altro.
La portai in macchina e la stesi sul sedile del passeggero, girai intorno all'auto ed arrivai al mio sportello, lo aprii e mi sedetti accanto a lei.
«Cazzo Lydia, per favore, davvero, ora basta, svegliati.»
La sentii prendere un profondo respiro ed urlare: «Lorainne!»
Quando aprì gli occhi tirai un respiro di sollievo e sorrisi.
«Dobbiamo avvisare Scott, Stiles. I Dread Doctors si trovano alla casa sul lago di mia nonna.»
Non sentii quello che disse, stava bene, ed io ero sollevato..

Stydia; "He still likes her, doesn't he?" - Italian FanFiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora